Pubblicato il 19/01/15 da Neko Polpo

Appunti di Viaggio: Elegy for a Dead World

Il nostro omino fluttua nello spazio infinito, insieme a mille altri tutti uguali, con la loro tenuta da astronauta e un jetpack. Sta per entrare in una bolla luminosa, da cui accederà a tre “mondi” di cui deve riscrivere la storia. Niente di oneroso, tranquilli: i tre “mondi” possono essere narrati in molteplici modi, più o meno seri, e da numerosi punti di vista.

Elegy For A Dead World - PixelFlood (3)
Le opzioni di scrittura nel mondo di Byron

Il gioco fornisce infatti delle frasi a tema da completare, esercizi di grammatica o scrittura libera. Ad esempio, ci sono suggerimenti, chiamati Prompt, modificabili a piacimento: per una lettera alla persona amata, per un nostalgico viaggio nei ricordi, per editi imperiali, compiti fatti in fretta e furia sul bus, epiche narrazioni di avvenimenti passati o rivisitazioni delle opere dei tre poeti inglesi, Byron, Shelley e Keats, a cui son dedicati i nomi dei “mondi” (tranquilli, non è necessario conoscere loro e le loro opere per godersi il gioco o giocare bene). Quando la narrazione sarà conclusa, il gioco darà la possibilità di editarla e pubblicarla, in modo che anche gli altri giocatori possano leggerla e “votarla” (la parola esatta è “commendation”, cioè lode o encomio).

Elegy For A Dead World - PixelFlood
La mia prima storia parlava di illusioni e tolleranza

All’inizio mi son sentita limitata perchè il gioco è solo in inglese (anche se un giocatore ha ben pensato di scrivere in spagnolo con l’opzione della scrittura libera), ma non avevo neanche motivo e ispirazione per scrivere. La mie prime due storie, nel mondo di Keats e di Byron, son state ispirate dai fatti accaduti a Parigi, che hanno influenzato anche il modo in cui ho vissuto il gioco le prime volte: ho tentato di restare coerente con i Prompt e di esprimere contemporaneamente la frustrazione per l’ipocrisia, la rabbia e l’ignoranza dimostrate dal mondo in quell’occasione. In seguito ho provato un altro prompt nel mondo di Shelley, in cui sto costruendo la storia della magnifica civiltà dei Tigniki: grandi minatori, operai di acciaieria e ingegneri che adoravano il Magnetico Dio della Tecnologia. Ora ci sto prendendo gusto, e penso continuerò la loro storia con tutti i Prompt disponibili.

Elegy for a Dead World
Il mio omino alla sua prima visita nel magnifico mondo dei Tigniki

Trovo sia divertente completare delle frasi interpretandole a piacimento e dando loro il tono che si vuole, trovando ispirazione nel paesaggio o nelle proprie esperienze. La colonna sonora “dark ambient” di sottofondo che accompagna il gioco aiuta in questo, risultando non invasiva senza però essere anonima. I picchi più angoscianti sono piazzati in punti significativi solo per la riuscita del Prompt, che tra l’altro non è necessario seguire alla lettera. Inoltre, è un ottimo esercizio per chi ha difficoltà con l’inglese o pensa che scrivere qualcosa di buono, sensato o anche solo lontanamente coerente sia una cosa per pochi eletti, precludendosi la possibilità di provare. Per chi proprio non se la sente di scrivere in inglese, c’è la soluzione adottata dal giocatore spagnolo (?), ossia scrivere nella propria lingua utilizzando la scrittura libera, riuscendo magari a creare una piccola “biblioteca” italiana.

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