Pubblicato il 29/08/16 da Neko Polpo

Breached – I’m walking on sunshine!

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In questo breve scorcio in cui racconto (con proprietà di linguaggio altamente discutibili) l’ennesimo capitolo del mio rapporto di amore/odio con il panorama indie, vorrei coinvolgere quei quattro gatti che hanno il fegato di leggermi con una domanda: esiste qualcosa di peggiore rispetto ad un videogioco brutto? Ovviamente l’opinione è soggettiva, ma se dovessi rispondere ad una domanda simile probabilmente direi senza nemmeno pensarci su: “un videogioco con delle ottime premesse ma con una realizzazione non all’altezza”.

Purtroppo Breached, titolo sviluppato dai Drama Drifters, a mio modesto parere corrisponde esattamente a quanto detto poc’anzi.

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“Don’t panic and fix the shelter.”

Breached si presenta come un titolo estremamente interessante: il sipario si apre in un rifugio, con il protagonista in animazione sospesa, quando, a causa di un non specificato evento, suddetto shelter viene danneggiato, causando sia guasti permanenti al supporto vitale (che genera l’aria respirabile all’interno della struttura), sia la perdita totale del carburante che permette all’edificio di funzionare. Il giocatore si troverà, di conseguenza, ad affrontare una corsa contro il tempo per tentare di riparare entrambi i sistemi, pena l’obbligo di abbandonare il rifugio e trovare morte certa nell’inospitale mondo desertico – che molto presto visiterete indirettamente – attorno ad esso; il tutto entro 8 giorni, in quanto di tale durata è la riserva di ossigeno disponibile.

Volendo sintetizzare il gioco in due elementi principali, è possibile identificare 2 macro-aree che compongono la spina dorsale di Breached: lo storytelling ed il gameplay.

Un drift sulla sabbia a 230 km/h e passa la paura.
Un drift sulla sabbia a 230 km/h e passa la paura.

Cominciamo prima con ciò che c’è di buono in questo titolo: la storia di Breached è raccontata in maniera suggestiva ed originale. Al risveglio del protagonista un’interfaccia testuale svolgerà dei controlli di routine sullo stato mentale del protagonista, oltre a nascondere in esso la scelta di varie opzioni, come, ad esempio la scala di temperatura preferita del giocatore e formato di data e ora. Con l’avanzare dei giorni il nostro alter ego scriverà varie note attraverso la suddetta interfaccia cibernetica, permettendoci di scoprire di più sulle motivazioni per cui si trova in questo rifugio. Tali monologhi sono caratterizzati da varie parole cliccabili, così da incoraggiare il protagonista a soffermarsi sull’argomento che più ci aggrada, mentre scrive il suo diario giornaliero. Oltre alle parole chiave, ogni scritto contiene, a piè di pagina, degli hashtag, i quali, se cliccati, permetteranno di aprire altri documenti che lo condividono, permettendoci così di gettare nuova luce sugli avvenimenti accaduti prima della stasi del protagonista.

Sebbene possa sembrare confusionario, il sistema funziona molto bene: è in grado infatti di instillare un alone crescente di curiosità nel giocatore senza mai rivelare apertamente cosa effettivamente sia successo nel mondo di gioco, riuscendo contemporaneamente a svelare ed infittire il mistero riguardante il pianeta su cui Breached è ambientato, apparentemente deserto ma con chiari segni di una passata colonizzazione umana.

Come potete vedere, ai sistemi elettronici del drone non piacciono le anomalie elettromagnetiche.
Come potete vedere, ai sistemi elettronici del drone non piacciono le anomalie elettromagnetiche.

Ed ora la nota dolente: tutto ciò che c’è di buono in questo titolo cozza terribilmente con un gameplay poco coinvolgente e spesso noioso. Come detto precedentemente, il giocatore ha come scopo la riparazione di due dei sistemi principali della struttura che ospita il protagonista, senza muoversi da essa. Come? Attraverso droni controllati con un interfaccia neurale. I droni sono pilotati attraverso l’utilizzo del solo mouse: un tasto per accelerare, uno per frenare ed i movimenti del mouse per sterzare. Il giocatore dovrà quindi guidare attraversare i livelli alla ricerca di due cose: minerali da estrarre, utilizzati nella creazione del carburante, e capsule da saccheggiare per trovare le componenti necessarie a riparare il supporto vitale. Il tutto evitando i “nemici” del gioco: una serie di anomalie elettromagnetiche di forma sferica, in grado di disturbare i sistemi del drone, sovraccaricandoli e causandone la distruzione. In breve, un Walking Simulator, né più né meno.

Anche se, probabilmente, il mio giudizio è estremamente annebbiato dal grande disprezzo che ho verso tale tipologia di gioco (anche se in rari casi ho apprezzato il genere), i difetti che Breached mostra in questo frangente sono innegabili e troppo pesanti, secondo il sottoscritto. In primis, l’ambientazione di gioco, sebbene in linea con l’atmosfera di desolazione che circonda il titolo, è brulla e spoglia, proprio a causa della sua natura desertica. Proseguendo, i controlli del drone e la stessa visuale che esso stesso offre sono macchinosi e poco chiari, facendo sì che il giocatore si ritrovi, per svariati minuti, a girare in tondo senza effettivamente comprendere dove diavolo dovrebbe andare. Gli effetti sonori alla lunga risultano fastidiosi, non sono in grado di trascrivere un’onomatopea adatta a descriverli, so solo che già alla mia seconda esplorazione ne avevo abbastanza e ho azzerato il volume di gioco. Questo per non parlare delle anomalie elettromagnetiche; per la prima mezz’oretta fanno bene il loro lavoro, cioè spaventare il giocatore, ma diventano rapidamente ignorabili una volta compreso come aggirarle.

Altra enorme pecca è che i livelli sono tre e sono sempre quelli. Mi sarei aspettato perlomeno una generazione procedurale per un titolo del genere. Purtroppo così non è e ciò limita incredibilmente la rigiocabilità del titolo.

Altra componente del sistema di gioco è effettuata dal protagonista stesso, il quale deve disassemblare le capsule ritrovate dai droni e ricavare le componentistiche necessarie per riparare il generatore di ossigeno. Ciò, come anche controllare il drone, consumerà la stamina del protagonista, impedendogli di effettuare un numero eccessivo di disassemblamenti ed esplorazioni al giorno, fornendo così un escamotage per forzare lo scorrere del tempo e tenere alta la pressione sul giocatore. Oltre al disassemblare, il protagonista potrà anche effettuare dei test per creare un carburante adatto allo shelter combinando le tre varietà di minerali disponibili, utilizzando le riserve raccolte dal drone e della stamina. Di sé per sé non sarebbe un’idea malvagia, se non fosse che il sistema sia totalmente basato sul trial and error: in sostanza il giocatore dovrà bilanciare a caso le tre sostanze e sperare di avvicinarsi al carburante ideale, pena un tentativo buttato all’aria. Sinceramente, ho disprezzato molto questo elemento completamente basato sul caso che ha anche l’ulteriore pecca di sembrare esser messo lì quasi come se fosse un riempitivo.

È come rivivere le lezioni di stechiometria alle scuole superiori. Noioso.
È come rivivere le lezioni di stechiometria alle scuole superiori: noioso.

Concludendo, Breached non mi ha entusiasmato per niente, anzi è riuscito ad annoiarmi. Il mio playthrough è durato circa due ore e nulla (a parte le voci del diario che non sono riuscito a sbloccare) riesce a convincermi nel rimettere mano a questo titolo. Un vero peccato, perché lo storytelling è veramente originale e di prim’ordine. Probabilmente do troppo peso al gameplay, visto che la maggior parte della community di Steam non è d’accordo con me e trova il titolo estremamente godibile. Se non vi fate problemi ad affrontare un sistema di gioco non all’altezza, allora potrete godere al meglio dell’atmosfera cupa e distopica che Breached offre.
Breached è acquistabile nel negozio di Steam per Windows, Mac OSX e Linux al prezzo di 6.99€.

  • Trama
  • Atmosfera

 

  • Gameplay
  • Tre livelli
  • Ripetitivo

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NekoPolpo - Biografia

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