Wuchang: Fallen Feathers è l’ultimo soulslike sviluppato da Leenzee Games, un soulslike dai toni crudi e che fa della mitologia e del periodo storico di riferimento la sua forza, un gioco che se a primo impatto crea qualche attrito, riesce nelle sue circa 80 ore a farsi giocare, nonostante qualche scelta di design non proprio apprezzata.
La Maledizione
Come ormai siamo abituati dall’enorme mercato dei soulslike, il mondo è colpito da una maledizione e starà all’avatar mosso dal giocatore scoprirne i misteri e sventare il peggio. Wuchang da questo punto di vista, non differisce molto dall’ormai clichè venutosi a creare nell’ultimo decennio, una misteriosa malattia fa perdere il senno agli abitanti della regione di Shu (Cina) e li trasforma in mostruosi esseri dai tratti “uccelleschi”.
La protagonista, Bai Wuchang, si risveglia con una forte amnesia e la maledizione che le ha già in parte trasformato il braccio riempiendolo di piume, riuscendo però a mantenere il senno. Guidata da una forte volontà e da diversi NPC, anche loro salvi dalla maledizione, il viaggio di Wuchang per cercare una cura alla malattia della pteromorfosi si rivelerà un viaggio colmo di mostri pronti ad attaccarti e esseri umani spaventati dalla tua quasi trasformazione.
La narrazione riprende a piene mani quella dei titoli From, un continuo detto – non detto, una mistificazione anche della situazione più semplice da spiegare rendono la storia di difficile comprensione. Certo è che ho apprezzato i vari scritti trovati nelle varie mappe, un elemento di worldbuilding che riesce a descrivere ciò che è accaduto prima dell’arrivo di Wuchang nell’area, così come le ormai sdoganate descrizioni degli oggetti che regalano oltre che flavour, anche dettagli in più su ciò che caratterizza questo mondo di gioco. In toto non sono stato ammaliato dal lato narrativo, mi è sempre sembrato che mi mancasse un pezzo, complice sicuramente la poca conoscenza in questo lato di mondo del periodo storico a cui il gioco fa fedelmente riferimento, con le dovute modifiche fantasy, chiaramente.
Il vero cuore del gioco
Entrando nel vivo dell’azione, il sistema di combattimento di Wuchang: Fallen Feathers ricorda un mix tra il classico Souls, lies of P e un mix di diversi action più classici. Un sistema che è ruvido a primo impatto, ma una volta capito riesce a regalare soddisfazioni.
La nostra protagonista infatti, come in tutti i soulslike, potrà riposare vicino dei santuari per rigenerare i propri HP, aumentare di livello e potenziare l’equipaggiamento inserendo aghi nel proprio braccio aviario, in grado di potenziare una delle 2 armi equipaggiate. Mi sento di elogiare queste piccole meccaniche che provano ad innovare il genere, dando al giocatore ancora più spazio per personalizzare il proprio pg; tutto questo è accentuato anche da un “originale” sistema di level-up. Nei giochi di casa From sconfiggendo nemici e boss vieni premiato con una valuta: anime, rune o Mercurio, nel caso di Wuchang. A differenza però dei souls originali, questa valuta non basterà nella sua forma grezza per poter permettere a Wuchang l’acquisto di un livello, il giocatore dovrà prima convertire il Mercurio in punti abilità e spenderli in un ampissimo skill tree; la chicca secondo me più interessante è il respec gratuito disponibile ad ogni santuario che permette anche durante il New Game di testare diverse combinazioni di armi e incantesimi.
Parlando appunto degli equipaggiamenti non mi sento particolarmente soddisfatto dai moveset delle armi, che cambiano in base al tipo di arma scelta: tutte le asce avranno un moveset, le spade lunghe un altro e così via. Quello in cui eccelle questa sorta di meccaniche per archetipo è la grande versatilità, non è raro in wuchang sperimentare molto creando un sistema action che nonostante abbia chiaramente lo scheletro di un soulslike, lo ibrida con altre meccaniche dei giochi action più “classici”, mi passerete il termine. Quando avrete bisogno di potenza bruta sarà bene portare un’ascia con voi, quando vorrete uno stile di gioco più mordi e fuggi per caricare le vostre “cariche”, utilizzerete la spada ad una mano e così via.
Cariche? A cosa servono le cariche?
Come ho detto, Wuchang: Fallen Feathers ibrida il genere soulslike, andando a creare un sistema di magia che ho apprezzato non poco. Wuchang, utilizzando la sua schivata al momento giusto, guadagnerà una “carica” che potremmo spendere per usare magie o attivare uno degli attacchi speciali delle armi equipaggiate. È una meccanica non proprio intuitiva all’inizio e che ha bisogno di tempo per essere appresa e utilizzata al meglio, ma verso la fine del gioco e con la giusta build, riuscirete ad apprezzala.
Esplorazione nemici e boss
Il mondo di Wuchang è ampio e ricco di insidie, spesso passerà un bel po’ di gameplay tra un santuario e l’altro, rendendo gli oggetti consumabili fondamentali per la propria sopravvivenza. Le fiaschette di cura potrebbero non essere sufficienti per rimanere in salute tra un combattimento e l’altro, per fortuna la regione di Shu abbonda in risorse di qualsiasi genere: piante curative per risolvere i malus di stato, fino a pane a vapore a forma di coniglietto in grado di rigenerare HP nel tempo. Insomma, esplorare in Wuchang è funzionale e gratificante.
I nemici, in parte umanoidi e in parte esseri mostruosi sono abbastanza vari. Anche se ho trovato frustrante combattere i nemici completamente mostruosi, nello specifico i boss, per via dei loro moveset di difficile lettura e delle hitboxes un po’ troppo generose. Al contrario i nemici umanoidi sono nettamente più divertenti da affrontare, regalando picchi di dopamina ogni volta che gli si riesce a rompere l’equilibrio ed effettuare un colpo critico. La gestione del colpo critico è tutta incentrata sulla rottura di equilibrio, colpendo di seguito lo stesso nemico o effettuando un attacco caricato alle spalle, questo è valido però solo per gli umanoidi. Forse è proprio quest’ultima meccanica che mi ha fatto apprezzare in particolar modo gli scontri con gli umanoidi.
Un lato tecnico non proprio entusiasmante
Su Xbox Series X, nonostante la modalità performance, non è stato così performante. Non sono stati rari infatti cali di frame ed effetti di stuttering (anche con la patch 1.5). Forse queste incertezze tecniche sono proprio il grande punto debole di Wuchang: Fallen Feathers, anche i modelli dei personaggi sembrano datati rispetto ad un gioco del 2025. Nemmeno il colpo d’occhio generale riesce a creare “l’effetto wow”, piccoli difetti questi che con i cali di frame non mi hanno fatto godere a pieno l’esperienza di gioco.
Wuchang: Fallen Feathers – Conclusione
Nonostante il coraggio e dei bei spunti, Wuchang: Fallen Feathers rimane un prodotto discreto, non il doppia A che rivoluzionerà il mondo dei videogiochi, ma nemmeno un prodotto così orrendo. Forse non essendo riuscito a farmi prendere dalla narrazione e dalla regione di Shu, non ha sbloccato in me la voglia e la curiosità che i souls di solito generano. Un gran peccato.
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