CD Projekt RED e Can Explode ci presentano la trasposizione digitale del board game di The Witcher, e voi vi chiederete subito: “qual è la differenza tra questa versione è il gioco in scatola?” e io vi dirò: “Nessuna!”, però qualche vantaggio c’è: tipo che costa meno e si può giocare anche contro il PC, anche se così non avete nessuno da insultare in caso di sconfitta. Su questo primo punto c’è anche da precisare che il gioco è abbastanza “friendly”, ognuno si fa gli affari suoi e porta avanti le sue quest prendendo anzi punti aggiuntivi aiutando un altro giocatore in particolari condizioni, quindi non è che sputi in faccia (giustamente eh) all’avversario come quando ti rubano il legno ad una partita dei Coloni di Catan.
Trasferendoci sulle mere meccaniche, di cosa stiamo parlando? Il gioco parte dandoci la possibilità di scegliere uno dei 4 personaggi fondamentali della strafamosa (e splendida) serie videoludica: Geralt, Triss, Dandelion e Yarpen (e a noi tester questo ultimo personaggio ci ha fatto chiedere “e il nano chi c***o è?”. La poca memoria fa brutti scherzi, e siamo pure tutti fan della serie). Bando alle ciance comunque, una volta risolto l’arcano ci siamo finalmente introdotti nel tabellone.
Una volta all’interno si viene accolti da una coloratissima mappa davvero piacevole alla vista e ognuno sceglie tra due carte quale sarà la sua quest principale che dovrà portare a termine per riceve i punti vittoria, chiamati VP. Le condizioni di vittoria sono molto semplici: quando un giocatore ha finito una, tre o cinque quest principali, a seconda di quante ne avete imposte come obiettivo alla creazione del match, chi ha più VP vince la partita. Facile, sì, ma arrivateci alla fine della quest. Il gioco infatti non è immediatissimo: ci vogliono 2 o 3 partite per assimilarne bene le regole, anche perché ogni personaggio oltre ai dadi generici e alle abilità comuni a tutti e 4 è in possesso di dadi personali, carte personali, abilità personali e personali imprecazioni quando tutto questo sarà coperto da teschi.
Andiamo con ordine però: per spiegarvi un po’ come funziona, oltre al video tutorial presente nel gioco, analizziamo brevemente come si svolge un turno. Ogni personaggio spawna in una delle città del tabellone e ha a sua disposizione due azioni da distribuire in:
- Travel: permette di andare alla città più vicina collegata da una strada.
- Fast travel: permette di raddoppiare la distanza di movimento al costo di un pescaggio dalle carte “fato avverso”.
- Investigate: permette di raccogliere quest secondarie utili alla conquista di ulteriori VP o di guadagnare indizi e risorse per poter completare le quest.
- Develop: permette di acquisire carte utili in combattimento come magie, compagni di guerre, tecniche a seconda del personaggio utilizzato.
- L’abilità personale del personaggio.
- Rest: permette di togliere una ferita pesante o due leggere, tra le tantissime che avrete sicuramente tra un paio di turni.
Dopo aver completato due di queste azioni chiuderemo il turno con un combattimento, se sono presenti delle pedine mostro nell’area, e verranno tirati i dadi appositi comuni a tutti, insieme ai dadi personali del personaggio in questione. Comunemente ad ogni giocatore abbiamo sulle facce dei dadi spade e scudi che dovremo andare ad applicare nelle caselle adiacenti al potere offensivo e difensivo del mostro che stiamo combattendo: se, ad esempio, per battere il nostro avversario servono 3 spade e 2 scudi dovremo avere la fortuna di tirare quelli per riempire ogni tassello aiutandoci magari con le carte sviluppate tramite il comando Develop o le nostre abilità.
Prima di trasformarmi nella versione italiana del manuale di gioco, che non è il caso, vediamo quali sono i punti di forza e le debolezze di questo board game digitale. I turni non sono immediati ma dopo un paio di partite si va via abbastanza lisci (anche se vincere la prima partita tra di noi senza avere alcuna idea di cosa diavolo stessimo facendo è stato abbastanza priceless). Avrei preferito un po’ più di interattività, sia con la mappa che con gli altri giocatori: so che il giochicchiare con gli elementi del tabellone può sembrare un’inezia, ma visto che i turni possono durare anche qualche minuto non sarebbe stata male una maggiore interazione tra i giocatori dato che, in mancanza di comunicazione verbale tra i giocatori tramite TeamSpeak o Skype, la situazione può risultare noiosa. Quasi tutte le azioni sono inoltre dominate dalla fortuna e si rischia davvero troppo, troppo, ma troppo spesso di incappare in quelle dannate carte del fato avverso che vi faranno applicare un teschio su una delle azioni disponibili. A volte si è costretti a riposare in aree popolate da mostri, cadendo in un circolo vizioso che risulta frustrante.
Nonostante i difetti resta abbastanza divertente e visto il prezzo davvero accessibile, 9,99 €, è un acquisto obbligato per i fan della serie, quindi se siete abbastanza intrigati dalle meccaniche potete tranquillamente reperirlo su GoG o su Steam. Ah, e non fidatevi dei tempi: ci sarà anche scritto 40-60 minuti per una partita da 3 quest, ma fidatevi che un paio d’ore ve le mangia.
A me i giochi che si basano principalmente sulla fortuna non mi sono mai piaciuti e in The Witcher Adventure Game, la componente culo è decisamente elevata. Nonostante ciò, non si può non tener conto della qualità del gioco e delle sue meccaniche sì ripetitive, ma con un gran numero di variabili. Se siete amanti di giochi come Talisman vi piacerà parecchio, comunque un ottimo passatempo in compagnia di amici.
Gran parte del gioco si riduce al fare avanti e indietro sulle caselle del colore desiderato, fino ad avere abbastanza indizi per completare la missione, trasformandosi presto in grind. La quasi totale assenza di interazione tra i giocatori e l’impossibilità di mettere attivamente i bastoni tra le ruote dei propri avversari, si traducono in quattro nerd che tirano dadi a caso per un paio d’ore, aspettando che qualcuno vinca per combinazione.
Divertente in multiplayer ed essenziale la chat vocale, consigliatissimo se volete passare un paio di ore con gli amici chiacchierando e giocando, ma scordatevi i giochi adrenalinici, quelli sono un altra storia. Tutto sommato The Witcher Adventure Game è un gioco gradevolissimo ma non esente da difetti, tra cui il fatto di non poter tirare la coda al drago sulla mappa.
Ottimo per farsi quattro risate in compagnia se avete almeno 2-3 orette di tempo. Non pensate ad una “partitella veloce” perché il match ad una quest è troppo corto e quello a 3 quest vi porta appunto via 2-3 orette. “Si potrebbe mettere una via di mezzo a 2 quest”. Bravi, è quello che dico anch’io. Ripeto ciò che ho scritto in recensione comunque: visto il prezzo accessibile, se siete fan della serie, un’occhiata la merita.