Che fatica. Che fatica immane. È davvero difficilissimo per il sottoscritto parlare di un nuovo Final Fantasy senza rimanere amareggiato. Sempre che si possa definire questa app “un nuovo Final Fantasy”. Tralasciando i vari port e remake usciti per iOS e Android della celebre saga di JRPG di Square Enix, rimangono tre titoli originali per mobile, pubblicati negli ultimi anni. Il primo, Final Fantasy Dimensions, era una buon concept che però peccava di poche idee e un prezzo esagerato (come di consueto per Square Enix sugli store mobile): un Final Fantasy originale che sfruttava il motore creato per fare il porting di Final Fantasy V e venduto a episodi. Non solo la storia però non è mai stata definita come “trascendentale”, ma anche il gameplay, che omaggiava il passato, era tanto anonimo da relegare nel dimenticatoio questo gioco costosissimo. La seconda app è il vergognoso Final Fantasy All the Bravest, un “button masher” senza senso e mangiasoldi che non credo sia nemmeno necessario descrivere oltre. A metà strada tra i due sembra volersi collocare questo Final Fantasy Record Keeper, ma sarà in grado di appassionare davvero?
La risposta è: dipende. Dipende da quanto siete fan della serie. Dipende da quanti dei vecchi capitoli avete giocato e amato. Dipende da quali sono gli elementi del JRPG che vi piacciono di più. Diciamolo subito: ero partito prevenuto e pensavo di trovarmi davanti ad un’altra applicazione da foraggiare con acquisti in-app ogni 2-3 ore, quando invece questa meccanica è presente in modo non invasuvo e, nel mio testarlo per stendere queste poche righe, non ho mai dovuto utilizzarla. Final Fantasy Record Keeper si presenta come una collezione di situazioni, personaggi e storie tratti dai capitoli che compongono la serie maestra di Square Enix: il regno è stato attaccato dall’oscurità che sta cancellando i dipinti della galleria che custodisce i momenti più preziosi della storia. Nei panni di Scholar Keeper, sarà vostro compito entrare nei quadri e rivivere quei momenti per ripristinare l’energia magica al loro interno. Così facendo potrete incontrare i personaggi principali della saga, formare un vostro party e farvi accompagnare anche negli altri capitoli. Ora, l’idea non è affatto male (se non per il fatto che dimostri ancora quanto la casa capitanata da Tetsuya Nomura sia a corto di idee e continui a riciclare il suo passato), ma sono le meccaniche di gioco ad essere quantomeno limitate, soprattutto se vi piace l’esplorazione. Quando scrivevo “farvi accompagnare” intendevo “selezionare da un menu”. E basta. Non esiste mappa da esplorare, dungeon in cui perdersi o altro, ma solo un elenco sempre più lungo di combattimenti da affrontare di seguito con la vostra formazione. Uno dei primi, ad esempio, è la Bombing Mission iniziale di Final Fantasy VII in cui però non dovrete affatto arrampicarvi all’interno del reattore Mako, ma semplicemente affrontare qualche soldato e robot, prima di battervi con il robot scorpione che protegge il reattore, per poi sbloccare la scena seguente dove ripetere la stessa cosa e via discorrendo.
Certo, il sistema di combattimento non è da buttare, anzi: con qualche ora di gioco alle spalle e dei personaggi più o meno sviluppati si viene a creare una certa profondità, soprattutto se ambite al rank di Campione per ogni scontro, ma se odiate i combattimenti a turni delle serie, e dei JRPG classici più in generale, questo “gioco” non fa per voi. Ho messo la parola gioco tra virgolette perché all’ombra di quanto detto, l’idea di star semplicemente affrontando dei combattimenti per vedere delle immagini statiche dei vari Final Fantasy davvero non mi consente di accettarlo come tale al cento percento.
Siamo avanti anni luce rispetto alla presa in giro chiamata All the Bravest, ma sembra quasi che Square Enix si sia dimenticata quale sia l’elemento chiave di un JRPG, anteponendo i combattimenti all’elemento narrativo, qui ridotto all’osso, nonostante la saga sia composta di momenti storici. Qui questi momenti vengono però davvero messi in ombra da un core system che fa bene il suo lavoro, dopotutto: con cinque personaggi a disposizione nel party, ognuno con 5 comandi, il livello di pianificazione richiesto potrebbe essere una vera sfida in più frangenti, ma potrebbe non bastare agli appassionati di titoli come Final Fantasy Tactics. Ogni personaggio che selezionerete avrà 5 slot, di cui 1 dedicato all’attacco, 1 alla difesa e 1 alla Limit Break. Gli altri due slot saranno personalizzabili equipaggiando le abilità che avrete creato con le ricompense delle battaglie. Tra queste abilità vi sono gli incantesimi, classici della serie, e tutte le abilità attive del caso. La vera personalizzazione riguarda solo quei due slot e l’equipaggiamento. Certo, riuscire a superare al meglio tutti i combattimenti richiederà molto spirito di adattamento, soprattutto quando avrete più personaggi selezionabili, per avere sempre l’arma giusta al momento giusto. Il problema è che spesso non saprete cosa vi servirà prima di aver affrontato tutta una determinata sequenza, e sarete costretti a tornare sui vostri passi più volte per ottenere i punteggi più alti (e le conseguenti ricompense). Ad esempio, per sconfiggere il Mist Dragon di Final Fantasy IV e ottenere le tre monetine di valutazione dovrete “Sfruttare la sua debolezza all’Oscurità”. Se avrete affrontato il dungeon senza alcun mago, o non avrete equipaggiato ai fruitori di magia alcun incantesimo legato a tale elemento, sarete costretti a rifare tale scontro almeno una seconda volta.
Il tutto è coadiuvato da un sistema di crafting e potenziamento armi/abilità apparentemente complicato, con tantissimi menu e sotto-menu, ma in realtà si tratta più o meno di diverse declinazioni della stessa formula. Come molti titoli simili, mi viene in mente Heroes of Dragon Age, col quale condivide qualche meccanica, sono previsti eventi giornalieri/settimanali con premi specifici e un sistema di loot casuale che permette anche a chi non volesse sborsare alcun centesimo di portarsi a casa, ovviamente con meno probabilità, oggetti rari e personaggi famosi da implementare nella propria formazione.
In definitiva, Record Keeper è un passatempo decente dedicato ai fan di Final Fantasy, ma non è un gioco completo. Sì, ha una storia tutta sua che fa da cornice ai combattimenti, ma il resto è solo un rehash di asset che ormai conosciamo bene tutti: dalle musiche ai personaggi, dalle mosse alle summon. Il giochino di DeNA si presenta come un riempitivo per i viaggi in tram o metropolitana, ma se cercate un’esperienza completa rivolgete pure altrove la vostra attenzione.