Civilization VII – L’alba di una nuova era o solo un altro ciclo storico?
Come potete immaginare, il franchise di Civilization è uno di quelli a cui sono più legato. Civilization: Beyond Earth è stato uno dei primissimi giochi che ho avuto il piacere e la fortuna di recensire per questa testata, così come Civilization è stato uno dei primi giochi che hanno infiammato il mio interesse a capire chi e cosa ci fosse dietro lo sviluppo di un videogioco, spingendomi inesorabilmente verso quella che è diventata una delle mie passioni più grandi. Dopo 9 anni dal suo predecessore, Civilization VII fa il suo ritorno con la pesante eredità di chi ha ridefinito il genere più e più volte e con l’arduo compito di non sembrare solo un aggiornamento patinato del suo predecessore. La domanda, dunque, sorge spontanea: siamo davanti a un nuovo Rinascimento della serie o a una ripetizione della Storia?

Gameplay e comparto tecnico – Scelte coraggiose, risultati ancora da raccogliere
Ogni Civilization porta con sé il brivido della scoperta, della conquista e della diplomazia più spietata, e questo settimo capitolo non fa eccezione. Con un roster di civiltà aggiornato e leader rivisitati, tra volti noti e altri inediti, la varietà di approcci strategici si amplia ulteriormente. Le nuove meccaniche di personalizzazione delle civiltà permettono ai giocatori di modellare il proprio impero in base alle condizioni della mappa e agli eventi in corso, rendendo ogni partita unica e meno legata a rigidi schemi precostituiti. Al momento del lancio, però, Civilization VII non ha ancora un quantitativo di opzioni a disposizione per il giocatore che si avvicini al livello di dettaglio del suo predecessore, cosa che è stata fortemente criticata dai giocatori (specialmente quelli che hanno avuto la possibilità di giocarlo in Accesso Anticipato), ma su cui Firaxis ha voluto rassicurare parlando (e mostrando) la sua roadmap di lavorazioni per rispondere al feedback degli utenti.
Di scelte coraggiose, Civilization VII, ne fa molte e su più fronti del suo gameplay. Per prima cosa, in questo ultimo capitolo della saga, non saremo più chiamati a scegliere di rappresentare un binomio Civiltà – Leader, ma impersoneremo direttamente un Leader, in una delle sue possibili declinazioni caratteriali, a capo di una civiltà. Potremo quindi completamente slegare l’appartenenza storica di un Leader con un determinato popolo, come ad esempio decidere di impersonare Napoleone a capo degli Egizi, almeno per quanto riguarda la prima epoca.
“La prima epoca?” vi starete chiedendo. Ebbene sì! Civilization VII introduce le epoche, periodi di gioco che si svilupperanno per un determinato numero di turni e che si concluderanno sempre con una crisi da risolvere. Le epoche sono 3: l’epoca dell’Antichità, l’epoca dell’Esplorazione e l’Epoca Moderna.
Ognuna di queste epoche avrà le sue unicità, come la possibilità di costruire determinate meraviglie, strutture o unità, permettendovi di evolvere in maniera chiara. La particolarità? In ogni epoca dovrete scegliere una nuova civiltà, lasciandovi alle spalle quella usata nell’epoca precedente, ma mantenendo le loro conquiste. Ecco qui un’altra delle scelte coraggiose di cui vi parlavo, i cui risultati, però, sono ancora da raccogliere. Per quanto questo sistema risulti modulare ed espandibile, ci sono però un po’ troppe sbavature tecniche e di design che il gioco deve risolvere.

Anche il sistema economico è stato rivisto, introducendo un sistema di mercati globali e risorse più dinamico, dove l’approvvigionamento non è più solo un discorso locale, ma può dipendere da rotte commerciali e da dinamiche geopolitiche in costante mutamento. Ora non basta più costruire città nei punti giusti: occorre anche saper sfruttare un’economia mondiale in continua evoluzione, fatta di alleanze, embarghi e guerre economiche. La gestione dei commercianti non è sicuramente al momento un’esperienza particolarmente semplice da affrontare, ma è anche una questione di raffinamento di UX e UI, punti su cui Firaxis sta spendendo molte attenzioni per il futuro.
Parlando di AI, sappiamo bene tutti che uno degli aspetti più criticati della serie è sempre stato il comportamento a volte imprevedibile (e altre volte ridicolmente ottuso) dell’IA nelle interazioni diplomatiche. Civilization VII prova a risolvere il problema con un nuovo sistema di relazioni tra leader, in cui le motivazioni delle fazioni sono più trasparenti e le decisioni più coerenti con la loro agenda. Ma siamo ancora lontani da un sistema che dia davvero la sensazione di negoziare con menti brillanti: alcuni leader restano capricciosi e imprevedibili, rendendo la diplomazia un’arma a doppio taglio.
Il sistema di combattimento ha ricevuto una spinta in avanti, con una maggiore enfasi sulla gestione del terreno e del morale delle truppe. Gli scontri, soprattutto nelle fasi avanzate del gioco, sono ora più articolati, con una strategia più profonda che premia la pianificazione a lungo termine. Tuttavia, la necessità di gestire centinaia di unità su più fronti può risultare macchinosa e talvolta frustrante, specialmente per chi non è un fanatico della micro-gestione. Ah, e i calcoli per capire quando un’unità può effettivamente conquistare una città? Sono ancora un’arte divinatoria. La mancanza dell’auto-esplorazione incide negativamente, purtroppo, sulla gestione delle truppe, specialmente nelle fasi iniziali, allungando un po’ i tempi di ogni turno. Vi tranquillizzerà sapere che Firaxis sta introducendo questa feature nuovamente, in uno dei prossimi aggiornamenti.
Dal punto di vista grafico, Civilization VII non stravolge la formula, ma affina quanto di buono visto nel capitolo precedente. Le mappe sono più dettagliate (anche se con meno combinazioni, come vi dicevo prima), le città più vive e le animazioni dei leader più espressive. Firaxis ha puntato su una direzione artistica che mescola realismo e stilizzazione, mantenendo la leggibilità della mappa senza sacrificare il dettaglio. Il tutto accompagnato da una colonna sonora che, come da tradizione, riesce a catturare perfettamente il senso di meraviglia e grandiosità della costruzione di un impero.
Civilization VII – Sulle spalle dei giganti
In definitiva, Civilization VII riesce a innovare senza tradire le radici della serie, con scelte coraggiose, sicuramente divisive, ma necessarie per poter veramente evolversi come franchise. Le nuove meccaniche economiche e diplomatiche aggiungono profondità, le battaglie sono più impegnative e la varietà di approcci strategici è senza dubbio ampliata. Stare sulle spalle dei giganti è difficile, e riuscire ogni volta ad innovare un genere consolidato che sembra non avere bisogno di nuovi titoli è sempre difficile. Firaxis, con questo titolo, ci sta riuscendo in quello che, esattamente come il gioco che ci offre, sarà più un viaggio nella Storia che la destinazione.
See you, Game Cowboys!
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