Pubblicato il 17/03/21 da Jacopo Ambaglio

Valheim: anteprima della rivelazione di questo early 2021

Da falegname a eroe norreno è un attimo.

Nei primi 2 mesi di questo 2021 si è affacciato su Steam l’early access di un certo Valheim.
Non è stato così tanto pubblicizzato, arrivò quasi in sordina, ma man mano che i giorni passavano la lista degli amici di Steam della gente si riempiva di “in gioco: Valheim”.
Ma che è ‘sto Valheim?

Ha una grafica che nel 2021 alcuni direbbero “siamo tornati a 15 anni fa”, all’inizio non ci si capisce una ceppa, i controlli sembrano essere stati programmati da un drogato, ma ha anche dei difetti.
Per un motivo o per l’altro questo sneaky early access ha avuto un successo clamoroso, vendendo CINQUE MILIONI e passa di copie digitale sulla ben nota piattaforma di gaming, ma perché?

Creiamo il nostro personaggio e cerchiamo di capire come il buon vecchio passaparola ha soverchiato qualsiasi tipo di remunerata pubblicità.

valheim 4

 

Valheim: un survival come tanti (?)

Un corvo gigante ci lancia in mezzo a una foresta, lasciandoci nelle vicinanze di un cerchio di pietra.
E niente, siamo qua. Non c’è un tutorial, non ci sono spiegazioni e non c’è nulla da fare se non sopravvivere.
Cominciamo a raccogliere qualche legnetto, delle sterpaglie, dei sassi e delle bacche per costruirci i primi attrezzi, magari prendendo a pugni in faccia qualche creaturina che cerca di ucciderci e cerchiamo un posto decente in cui accamparci.

L’interfaccia iniziale non dista così tanto dai soliti survival ai quali siamo abituati: c’è la vita e la fatica. Non ci sono meccaniche dirette legate a cibo e acqua, ma “avere in pancia del nutrimento” ci permette di curarci e aumentarci la barra della vita. A differenza di quanto succedeva in titoli come Ark però, non siamo in pericolo di vita senza mangiare o bere.
Questo ci permette di posizionarci dove più ci aggrada senza essere troppo legati alle fonti d’acqua, visto che la risorsa più importante nelle prime fasi di gioco diventa la legna.

Un’altra caratteristica sostanziale di Valheim è la mancanza di un vero e proprio albero di talenti e abilità: si imparano nuovi craft toccando un nuovo materiale e si aumentano le varie abilità eseguendo più volte quell’abilità.
Tagliare quindi la legna ci aumenterà taglialegna, picconare la pietra ci farà diventare migliori, correre in giro ci aumenterà la stamina e via dicendo.
Un sistema che a differenza di Ark (continuo a prenderlo come esempio perché è il titolo a cui, personalmente, ho giocato per più centinaia di ore) trovo leggermente migliore e permette davvero a tutti di poter fare tutto.

valheim 3

È anche un sistema abbastanza obbligatorio vista la particolare natura del gioco, ma ne discuteremo tra poco.

Quando ci sentiamo pronti e al sicuro nella nostra casetta possiamo interagire con la prima pietra vicino alla quale siamo caduti e andare a caccia del primo boss che, una volta sconfitto, ci sbloccherà nuove tecnologie per proseguire nell’avventura.

Valheim e lo straight on

E così è.
Ci si accampa, ci si prepara, si va a caccia del boss, ci si prepara ulteriormente migliorando il tutto con le nuove tecnologie e si va a caccia del nuovo boss nel bioma successivo.
È tutto, appunto, molto straight on e i biomi sono chiaramente posti a un crescente livello di difficoltà, quindi come mai questo successo assurdo?

Il successo di Valheim, paradossalmente, sta proprio nella sua libertà.

Cerchiamo di capire un attimo come funziona il mondo di Valheim a livello di meccaniche multiplayer:

  • Crei un personaggio che viene posto in un mondo generato casualmente stile Minecraft
  • Un altro giocatore vuole giocare con te
  • Gli “apri il tuo mondo” tramite password
  • Fine, si gioca insieme, potendo persino portare da un mondo all’altro la propria oggettistica tramite inventario

La forza di Valheim sta proprio nella sua semplicità di giocare insieme, in un gioco basato sul pve e senza dover temere griefer o ritrovarsi il villaggio distrutto da un momento all’altro.
Certo se cercate un’esperienza più stile “Rust” vi conviene, appunto, giocare a Rust.

La libertà di costruzione di edifici, accampamenti e intere città è da mascella staccata. Ci sono blocchi di ogni forma per dare sfogo alla fantasia più smodata, anche se a volte ci si ritrova fin troppo incatenati alle varie workbench, comunque di facilissima costruzione.
Unendo a ciò il fatto che, in caso di errori, si possa distruggere il pezzo con un solo click del mouse riavendo in cambio tutti i materiali spesi, ci dà modo di sbizzarrirci senza alcuna remora.

valheim 2

 

Il futuro

Nonostante il suo essere grezzo, non è esagerato dire che Valheim abbia le potenzialità per diventare uno dei migliori survival game di sempre, ma c’è ancora da lavorare.
I server sono ancora abbastanza altalenanti, ma vista la mole di giocatori improvvisi che è piombato addosso al microscopico team di sviluppo di 5 persone, possiamo anche capire. Bisogna ancora lavorare sull’ottimizzazione, visto che, sempre dando un occhio al contenuto poligonale, il framerate è incerto anche su macchine abbastanza potenti.

Per quanto riguarda i contenuti, beh, è ancora un early access, ma ci aspettiamo grandissime cose.
Avanti a vele spiegate.

 

 

Ipah - Biografia

Aspetta, faccio la presentazione standard da recensore navigato. Cresciuto coi videogiochi che quando ho cominciato io proprio levati, si giocava a Pong coi sassi. L'abilità videoludica di Faker unita al senso critico di Matt Preston.