Red Rising – Personaggi per tutti
Dopo anni di accordi, concertazioni e sviluppo è finalmente uscito a metà di questo 2021 Red Rising, ultima fatica di Alexander Schmidt e Jamey Stegmaier, pubblicato dalla Stonemeier Games e localizzato in Italia da Ghenos Games. Red Rising basa la sua lore sulla serie di libri nati dalla mente creativa di Pierce Brown, proponendoci quindi una sfida in un mondo futuristico e distopico, dove la società e divisa in 14 caste, ognuna caratterizzata da un colore e con una funzione ben specifica all’interno dell’ingranaggio della vita. Come è stato tradotto, tutto questo, in un gioco come Red Rising? In un gioco di carte con meccaniche di draft e gestione della mano con personaggi per tutti coloro che vogliono partecipare al gioco… in questo da 1 a 6 giocatori.
Meccaniche e Dinamiche – Tantissime carte, pochissime azioni
Red Rising è uno di quei giochi dove la legge di Bushnell è rispettata in pieno: un gioco deve essere semplice da apprendere, ma difficile da padroneggiare. Nel gioco avremo a disposizione solamente due azioni per poter gestire più di 100 personaggi. La cosa interessante è la meccanica di costruzione della mano: giocare una carta personaggio in uno dei 4 luoghi a disposizione nel gioco per poi prendere un altro personaggio da un altro luogo, attivando l’abilità di quel luogo specifico che ci permetterà di fare punti oppure a fine partita con dinamiche diverse.

Accumulare Helium-3, potenziare la nostra flotta di navi spaziali, aumentare la nostra influenza nell’Istituto, ottenere o mantenere il segnalino Sovrana: ognuno di queste 4 modalità di punteggio a fine partita ci richiederà di gestire bene le azioni per poterle svolgere al massimo della loro efficacia. Questa meccanica si sposa particolarmente bene con quella di saper gestire le carte nella propria mano. A fine partita, infatti, saranno le carte che avremo in mano che ci forniranno la maggior parte dei punti, se saremo stati in grado di rispettare le dinamiche che si possono instaurare tra di esse. Ogni mossa dovrà essere calcolata con estrema attenzione poichè dovremo perdere una carta per poterne recuperare un’altra, il tutto mentre gli altri giocatori stanno pianificando la propria strategia.
Tantissime carte, pochissime azioni: tutto si può riassumere in questa frase. È una sensazione un po’ claustrofobica, però, quella che si viene a creare man mano che i giocatori proseguono i propri turni nel cercare la mano perfetta. L’azione di Esplorazione ci permetterà di non perdere personaggi, ma nemmeno di acquisirne e sarà un’azione che verrà un po’ abusata verso fine partita, quando tutti saranno riusciti, chi più chi meno, a trovare la propria mano di carte soddisfacente. Questo particolare mi ha lasciato un po’ insoddisfatto, senza di fatto lasciar spazio a nessuna vera interazione tra i giocatori al tavolo che potranno limitarsi a, eventualmente, cercare di rubarsi le carte.

Red Rising – Un finale con un po’ di domande
In definitiva, Red Rising è proprio paragonabile ad un libro. Meccaniche e dinamiche interessanti, crescendo di trama ben congeniato ma con un finale che mi ha lasciato con un po’ di domande. Ho giocato partite in 2, 3 e 4 giocatori e ognuna, a modo suo, è stata diversa e il gioco scala bene anche con meno giocatori. Di sicuro proverò anche la modalità in Solitaria, ormai grande prerogativa dei giochi Stegmeier. Red Rising è un gioco che si spiega in pochissimo tempo, si gioca in tempi più che ragionevoli e che si presta a più partite in una serata… e queste partite vi serviranno tutte per conoscere tutte le dinamiche tra i personaggi e, soprattutto, fare in modo che coloro che lo provano per la prima volta riescano a stare dietro ai giocatori con già qualche partita alle spalle!
See you, Game Cowboys!
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