“Imbracciate le armi, indossate l’armatura e pregate: abbiamo un alieno da uccidere”. Una frase molto bella, ma che in Carrion non sentiremo, in quanto gli eroi li avremo già uccisi. Ebbene si: il protagonista di questo gioco non è il solito marine spaziale ammazza-alieni, ma l’alieno stesso in tutta la sua cattiveria e voracità. Incipit interessante costruito in pixel art da Phobia Game Studios, scelta che potrebbe far storcere il naso, ma vi assicuriamo che l’occhio ne rimane soddisfatto. Tra dolci, maschere, cappelli buffi e sfondi colorati, presso lo stand di Devolver Digital abbiamo provato Carrion ed ecco le nostre considerazioni.
La storia è molto semplice: un alieno, dopo essersi stufato di stare dentro una cisterna, ne esce e inizia a mangiare chiunque gli si pari davanti. L’obiettivo è fuggire dalla struttura e godersi l’aria aperta, per poi rarefarla con l’odore di sangue e morte che creeremo uccidendo tutti.
Oltre a dedicarci allo sterminio, infetteremo la base che ci sta intrappolando e, in punti specifici (delle specie di bozzoli), possiamo far evolvere il nostro alieno aumentando le sue dimensioni e cambiando la sua forma. Inoltre, potremo ottenere nuove abilità divorando i nostri simili, intrappolati nelle loro cisterne. Che bell’amore fraterno!
Ragnatele, cariche e invisibilità: queste abilità sono quelle che abbiamo ottenuto per sterminare, senza troppi patemi, un bel po’ di persone. In Carrion, uccidere è stranamente divertente.
Non pensate che Carrion ci lasci scorrazzare in giro e uccidere tutti senza opporsi. Il gioco mostra una consistente difficolta dopo una mezz’ora di gioco: durante i vari livelli dovremo ponderare attentamente chi attaccare prima, quale percorso scegliere e soprattutto come attaccare. Il sistema di combattimento si limita nel direzionare i tentacoli dell’alieno e usare le proprie abilità, ma occorre strategia per contrastare i vantaggi dei nostri nemici, come armi molto potenti o velocità sovraumana. Si muore spesso in questo gioco: la razza umana non va sottovalutata.
Il gioco presenta alcune caratteristiche dei classici platform e metroidvania e, grazie alla sua affascinante pixel art, non possiamo esimerci dal lusingarlo: gli sprite, anche se non molto dettagliati, si sgretolano al tocco del tentacolo alieno, e la massa dell’essere, pulsante, atroce e immonda, che si muove come una materia organica, fa senso e mette i brividi. Insomma, dal punto di vista grafico è molto valido.
I suoni non sono da meno: urla straziati, versi mostruosi e nefasti, scricchiolii del metallo; inquietanti, ma rendono il gioco dannatamente immersivo. L’unica cosa che non ci ha convinti è stato il linguaggio degli esseri umani, parlato alla The Sims (che fastidio!). Non ci possiamo esprime più di molto sul lato dell’ottimizzazione, ma durante la nostra prova non abbiamo riscontrato nessun problema di lag o freeze.
Carrion è un gioco interessante che non ci è ancora dato sapere quando arriverà sugli scaffali digitali. Rimaniamo molto speranzosi per un progetto che promette molto bene.