Facciamo una doverosa premessa: RPG Maker è un programma per creare JRPG vecchio stile, comodamente acquistabile su Steam ad una quindicina di euro quando è in offerta, nella sua ultima versione VX Ace. Come potete ben capire, è accessibile bene o male a chiunque e grazie agli “Dei del Gaming” ogni tanto, di rado, passa tra le mani di chi sa quel che fa. Io stesso sono possessore di questo programma, ma non è il caso di ringraziare nessuna divinità, ve lo assicuro. In ogni caso, mentre io è già tanto se riesco a disegnare bene la gambina del mio omino stecco con il “linea dritta” del Paint, Theia – The Crimson Eclipse offre uno sbalorditivo lavoro di pixel art già dai primi momenti. Non essendomi mai inserito a fondo nell’universo di RPG Maker sono rimasto sbalordito da cosa si possa creare con questo programmino e, in questo specifico caso, parliamo di un titolo realizzato addirittura con la vecchia versione 2003.
Veniamo però al punto focale del titolo, quello che mi ha lasciato più piacevolmente sorpreso anche confrontato alla bellezza graficha che offre l’avventura, ovvero la trama. Senza dubbio il centro degli rpg di “vecchia data”. Ci troviamo in questo caso nell’anno 2045 del mondo di Ariathale. Le principali fonti di energia sono al collasso a causa dell’eccessivo sfruttamento e dello scarso utilizzo delle fonti rinnovabili che hanno fatto cadere l’umanità in un rapido declino fino al 2061 quando viene scoperta una nuova fonte di energia, derivante da un minerale, che viene chiamata Atlas. Le tecnologie vengono rapidamente riadattate alla nuova scoperta, permettendo ancora una volta al mondo di usufruire della sua beneamata scienza. Ma come la storia insegna, l’uomo adora fregarsi con le sue stesse mani e l’Atlas fa la fine delle fonti energetiche del 2046, portando i leader mondiali ad una soluzione drastica. Con il Trattato di Halderas la tecnologia usufruente di fonti energetiche non rinnovabili viene messa al bando.
A causa della carenza tecnologica derivata da questo, la difficoltà di comunicazione ha la meglio e le nazioni tornano ad adottare un sistema feudale: da “capi di stati” a “imperatori” il passo è breve e ci vuole poco per arriviamo all’anno 2229 con l’economia mondiale totalmente allo sbando. Il contrabbando e l’utilizzo illegale dell’Atlas si diffondono sempre di più arrivando a coinvolgere persino i piani alti. Molti imperi si dichiarano guerra, distruggendosi tra loro e facendone restare solo una manciata. Nel 2310, gli scienziati dei laboratori che scoprirono l’Atlas mettono le mani su alcuni strani cristalli apparsi 20 anni prima nel feudo di Reyel che ora sembrano aver riacquistato energia, e sempre nel 2310 facciamo la conoscenza di Seth, il protagonista dell’avventura: un’ ex guardia imperiale scappata da quello stesso feudo e ricercato per il furto di Atlas e di una preziosa armatura imperiale. Ci ritroveremo quindi, immediatamente dopo i titoli di testa, a scappare dalla caccia di Lord Meister, vassallo dell’Imperatore, che ritiene in qualche modo Seth collegato alla comparsa dei cristalli. Questa è solo la prefazione ma non ci vuole molto per rendersi conto, dopo le prime ore di gioco, che la trama è molto più complessa di quanto sembri e questi già nominati “cristalli” che potrebbero far ritornare un barlume di evoluzione all’umanità cominciano a coinvolgere il mondo di gioco.
Il tutto è ben caratterizzato anche a livello emotivo: i personaggi non ricadono nei soliti clichè “sono tammarro a tutti i costi”, “sono oscuro a tutti costi” o “sono una spaccamaroni a tutti i costi”. Per il resto ci troviamo di fronte a un bel giochino che piacerà alla “vecchia guardia dei JRPG” e farà tornare nostalgia di tutte quelle gemme imperdibili che sono i Final Fantasy prima del settimo capitolo, quando lo stupore grafico era costretto a lasciare il posto ad una storia attenta e dei personaggi ben costruiti. Ora a tutto questo aggiungeteci minigames, percorsi da scegliere quando la squadra si divide ed interazioni tra i personaggi con addirittura cambi di statistiche a seconda dell’opzione di dialogo selezionata, senza contare le carinissime cutscenes disegnate mentre ci si racconta lo svolgersi della trama.
Se proprio devo trovarci qualche difetto potrei dire che le musiche, in alcune circostanze, non sono al livello della situazione visiva che abbiamo davanti, anche se alcune tracce sono piuttosto etniche ed evocative. Bisogna comunque ricordare che è comunque un progetto amatoriale ed è fatto con “attrezzatura” concepita più di 10 anni fa: pure io vorrei Nobuo Uematsu con l’orchestra che mi fa la musica ai giochi, ma non sempre è possibile. Possono sembrare discorsi troppo accorati, me ne rendo perfettamente conto, ma se mi trovo davanti a un gioco curato in modo così attento, impegnato e appassionato fatto con un programma da pochi euro e da una persona sola con la collaborazione di poche altre beh: mi sento in dovere di premiarlo e di dargli una possibilità. Questo non toglie il fatto che Theia – The Crimson Eclipse non sia assolutamente un gioco per tutti. Se siete membri della “vecchia guardia” dei JRPG, tuttavia, è vostro dovere morale andare a scaricarvelo dal sito di Freank Expo. Se volete più info, fate invece un salto sulla pagina Facebook ufficiale.