Toglietevi dalla testa tutto quello a cui avete pensato non appena avete sentito la parola tecnomante. Se il vostro cervello ha cominciato a mandarvi immagini di hacker, innesti neurali, gente che si fonde con le macchine e mondi connessi in rete, significa che state pensando al tipo di tecnomante sbagliato.\

L’Ordine dei Tecnomanti di Marte si occupa di due cose: difendere la sicurezza della propria città attraverso missioni speciali e cercare di recuperare le tecnologie e i saperi che permetterebbero di comprendere come rimettersi in contatto con la Terra, abbandonata da tempo. Nonostante non fosse esattamente quello che ci si attendeva dal nome, l’Ordine non è meno affascinante, con i suoi rituali legati all’acqua, la sua particolare gerarchia e i suoi segreti. Ovviamente non bisogna dimenticare i poteri dei Tecnomanti stessi, che fondamentalmente sono quelli che vi permettono di sparare fulmini dalle mani come un bravo Sith. Noi impersoneremo Zacariah Mancer, membro dell’ordine che affronterà una serie di missioni e peripezie su Marte, di cui eviteremo di parlare troppo per evitare spoiler.
Il gioco di Spiders è un ARPG dalle meccaniche non propriamente originali. Controlleremo il nostro personaggio principale e avremo sempre due compagni a supportarci, compagni a cui non potremo che dare ordini sommari e la cui IA lascia spesso a desiderare. Nei combattimenti potremo utilizzare 3 diversi stili di combattimento cambiabili in qualsiasi momento. Potremo fare affidamento al nostro bastone da combattimento, prendere in mano un coltello e una pistola per attacchi veloci oppure uno scudo e una mazza per un approccio più fisico.
Sebbene probabilmente sia preferibile, da giocatore, specializzarsi in un solo tipo di combattimento, il gioco ci costringerà abbastanza spesso a cambiare approccio. Ad aiutarci ci saranno, inoltre, le nostre esplosive abilità da tecnomante, che diventeranno realmente distruttive a livelli alti.

Si parte da una buona base, ma i problemi con il combat system di The Tecnomancer si fanno sentire ben presto. Abbiamo già citato la scarsa intelligenza artificiale degli alleati, ma neanche i nostri nemici saranno poi così svegli. A questo aggiungiamo che il design degli stessi è particolarmente poco ispirato, con centinaia di avversari praticamente uguali che presto vi verranno a noia.
Le animazioni di combattimento sono bizzarre, non vi è piacere nel portare i colpi, non c’è soddisfazione nell’affondare un coltello o dare un colpo di mazza, soprattutto perché troppo spesso i nemici non sembreranno risentire del contraccolpo. Piccole gioie ci vengono date dai nostri fulmini, nonostante siano pochi i poteri a nostra disposizione.
I pregi di The Tecnomancer non sono sicuramente nel suo sistema di combattimento e tanto meno li troviamo nel suo sistema di crescita delle abilità, con un albero delle skill piuttosto striminzito, poche abilità per ogni ambito e parecchie poco incisive. Abbiamo però un simpatico sistema di crafting per le nostre armi e armature, che cambieranno aspetto a seconda della modifica che decidiamo di montare sopra. Vogliamo aumentare i danni del nostro bastone? Con un po’ di pezzi di ferro ci ritroveremo ad applicare delle lame alla punta dello stesso. Il crafting non sarà per niente complesso e non richiederà chissà quanto studio, ma personalizzare le nostre armi in modo così variegato è sempre una bella possibilità,

La parte migliore di The Tecnomancer è Marte, la splendida ambientazione che ci ritroviamo a percorrere, particolarmente affascinante sia da vedere che da scoprire, l’importanza che viene data all’acqua, le problematiche relative alla vicinanza al sole e il gran numero di differenti fazioni che si fanno guerra. Il fascino dell’ambientazione aiuta a rendere più interessante una storia non proprio ispirata ma non riesce, comunque, a farci chiudere un occhio sui personaggi piatti e poco interessanti sin dall’inizio. I dialoghi risulteranno forzati, vuoti e avrete sempre l’impressione di stare ricevendo informazioni poco importanti anche quando magari vi stanno svelando il senso della vita.
Avrete la possibilità di prendere diverse decisioni durante le vostre missioni: queste miglioreranno o peggioreranno il rapporto con le varie fazioni presenti in gioco, però c’è da dire che non ho mai visto un’utilità in questa funzione, l’avere parecchia simpatia verso una fazione non sembra poi cambiare molto gli equilibri di gioco. Stare molto simpatici a un compagno alleato, invece, vi dà dei bonus piuttosto grossi e chiaramente esplicitati, alle vostre skill.

Da una parte abbiamo una splendida ambientazione, dall’altra abbiamo un eccessivo backtracking che riesce a fare diventare noioso anche ciò che di più bello ha da offrire il gioco. Non posso non ammettere che sono state comunque presenti parti interessanti e divertenti, ma in sostanza si tratta di un gioco discreto, un RPG che non lascerà il segno ma ottimo se volete perdere una trentina di ore sul pianeta rosso con un’ottima colonna sonora.
Se volete perdervi su Marte e lanciare scosse elettriche potete trovarlo un po’ dove vi pare fisico, per PC Windows, PlayStation 4 e Xbox One, ma anche digitale su Steam, PlayStation Store e Xbox Store.
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