Se il connubio tra anime e videogiochi ha spesso flirtato con il genere noir e l’azione mecha, Stories from Sol: The Gun-Dog porta questa liaison a un livello di pura eleganza. Una lettera d’amore ai racconti di guerra spaziale e ai film polizieschi sporchi di sigarette e pioggia radioattiva, il titolo sviluppato da Space Colony Studios promette un’avventura narrativa intensa, con una direzione artistica che sembra voler sfiorare la grandezza dei capolavori animati di Yoshikazu Yasuhiko e le atmosfere claustrofobiche di The Expanse, il tutto ben inquadrato nello stile di una delle macchine più sconosciute del panorama giapponese, il PC-98, famoso per le sue novel adulte e per la pixel art di altissimo livello.
Un noir tra le stelle
Il cuore pulsante di Stories from Sol: The Gun-Dog è la sua ambientazione: una colonia nello spazio profondo, il relitto di un sogno marcio di burocrati e soldati, dove il nostro protagonista – un ufficiale a bordo della Gun-Dog, una nave da guerra ai limiti dello smantellamento – si trova invischiato in un complotto più grande di lui. Un mix di thriller investigativo e dramma militare, il gioco prende le basi delle visual novel e le mescola con una struttura più interattiva, lasciando al giocatore la responsabilità di muoversi tra dialoghi serrati e decisioni cariche di conseguenze.
La scrittura è solida, con personaggi che sembrano usciti da un romanzo cyberpunk anni ‘80: soldati disillusi, politici corrotti, ribelli con più ideali che risorse; c’è un sapore di Mobile Suit Gundam prima maniera, con dialoghi che affondano il coltello nelle contraddizioni della guerra, ma anche un certo cinismo alla Blade Runner che non lascia spazio a eroi senza macchia.
Il fascino del vintage futuristico
Visivamente, il gioco sfoggia un’estetica retrò che richiama la pixel art d’autore; i fondali dettagliati raccontano la storia della nave e della colonia meglio di mille dialoghi: ogni corridoio è impregnato di storie non dette, di terminali spenti e di poster sbiaditi che ricordano un passato glorioso ormai sepolto. Il character design sposa il minimalismo delle vecchie avventure grafiche con un’animazione fluida e convincente, che rende ogni interazione vibrante e cinematografica.
Se vi aspettate un’avventura punta-e-clicca vecchio stile da Stories from Sol: The Gun-Dog, rimarrete piacevolmente sorpresi perché le scelte del giocatore influenzeranno la narrazione in modi sottili ma significativi, con dialoghi ramificati che aggiungono strati di tensione e ambiguità morale. Non si tratta di un walking simulator con scelte binarie, ma di un’indagine vera e propria, dove il modo in cui poni le domande e interpreti gli indizi può cambiare radicalmente il corso degli eventi.
Le sezioni investigative sono ben ritmate, e quando il gioco decide di accelerare, lo fa senza sacrificare l’atmosfera; alcuni momenti richiamano la tensione di Ace Combat nei briefing di guerra o le schermaglie verbali di Disco Elysium, ma senza eccessive dispersioni: ogni momento ha un peso narrativo preciso, senza filler inutili.
Synth, jazz, e inquietudine
Un noir senza una colonna sonora d’impatto sarebbe come un mecha senza carburante, e Stories from Sol: The Gun-Dog non delude; tra tracce jazz d’atmosfera, sintetizzatori malinconici e brani che ricordano i migliori momenti di Cowboy Bebop, la soundtrack accompagna la storia con classe e carattere. Il sound design è altrettanto curato: le radio gracchiano messaggi distorti, i passi risuonano metallici nei corridoi deserti della nave, e i dialoghi – pur senza doppiaggio – trasmettono emozione grazie a un’ottima scrittura.
Stories from Sol: The Gun-Dog è un piccolo gioiello per chi ama il connubio tra narrativa e interattività, tra mecha e noir, tra il fascino della fantascienza classica e la profondità delle scelte morali; non è un titolo per chi cerca azione frenetica o gameplay immediato, ma per chi apprezza una storia ben raccontata, un universo curato nei dettagli e un’esperienza che lascia il segno.
Se hai mai sognato di trovarti al centro di un’indagine interstellare, con il fumo di una sigaretta sintetica che si dissolve nell’aria filtrata di una nave da guerra alla deriva, questo è il gioco che fa per te.
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