Lost Soul Aside – L’attesa infinita per un disastro annunciato
Ci sono giochi che nascono già con un’aura di leggenda: progetti personali che diventano virali, demo spettacolari che incendiano la rete, promesse di “nuovo standard” per un genere. Lost Soul Aside apparteneva proprio a questa categoria. Nato nel 2014 come opera di un singolo sviluppatore cinese, ha conquistato l’attenzione di Sony ed è stato inserito nel programma China Hero Project. La narrazione attorno al titolo sembrava un sogno: il “Final Fantasy cinese”, un action-RPG capace di fondere lo spettacolo visivo degli anime con la fluidità dei migliori hack’n’slash.
Dopo undici anni di attesa e una campagna di marketing dal respiro epico, finalmente il gioco arriva su PS5 e PC, nel 2025. E qui il sogno svanisce. Quello che ci troviamo davanti non è un’opera visionaria, ma un titolo che sa di vecchio già dal menu iniziale.
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Aspetti tecnici: il tallone d’Achille
In un’epoca in cui persino gli indie riescono a garantire prestazioni solide, Lost Soul Aside inciampa sui fondamentali.
- Frame rate altalenante: su PC gli utenti lamentano rallentamenti drastici anche con configurazioni di fascia alta.
- Camminare è un incubo: nelle aree urbane la semplice esplorazione genera nausea a causa di una gestione maldestra della telecamera e dei movimenti del personaggio.
- Pop-in costante: elementi dello scenario che appaiono e scompaiono a pochi metri dal giocatore, nel 2025, sono davvero intollerabili.
- Animazioni rigide: i personaggi secondari sembrano manichini, i volti non comunicano emozioni, e le cutscene oscillano tra l’imbarazzante e l’amatoriale.
Il paradosso? Durante i combattimenti il gioco dà l’illusione di fluidità, salvo poi crollare nelle fasi esplorative. Sembra quasi che tutto sia stato pensato esclusivamente per i trailer e non per il giocatore reale.
E il dettaglio più sospetto: le chiavi per la stampa sono state distribuite solo al day-one, impedendo recensioni preventive. Una mossa che non può non destare perplessità: se credi davvero nel tuo prodotto, perché nasconderlo fino all’ultimo?
Trama e personaggi: déjà-vu narrativo
La storia mescola ingredienti che, sulla carta, potrebbero funzionare:
- un impero oppressivo,
- un’invasione interdimensionale,
- un prescelto con un legame speciale (un drago che funge da compagno/arma),
- una sorellina rapita da salvare.
Peccato che la ricetta finale sappia di già visto. Ogni svolta narrativa sembra ripresa da un manuale di scrittura fantasy di vent’anni fa.
Il protagonista Kazer è il classico eroe tormentato senza una vera personalità, circondato da comprimari intercambiabili, privi di spessore e di battute memorabili. I dialoghi oscillano tra il banale e il melodrammatico, con quel tono da soap opera pseudo-anime che nel 2025 appare francamente superato.
È un peccato perché il gioco ambiva chiaramente a emulare i fasti di Final Fantasy o di Devil May Cry, ma manca totalmente di carisma. Non c’è un personaggio che rimanga impresso, nessuno che ti faccia venir voglia di saperne di più. È un cast di sagome cartonate, non di esseri vivi.
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Design e ambientazioni: stile senza sostanza
Le ambientazioni sono, a tratti, spettacolari: paesaggi ghiacciati, città ispirate alla tradizione asiatica, rovine tecnologiche, mari infiniti. C’è varietà, questo va riconosciuto.
Il problema è che tutto è solo scenografia. Il level design è rigidissimo, lineare, privo di sorprese. Ogni sezione serve unicamente a condurti al prossimo scontro, senza possibilità di esplorazione significativa, segreti o deviazioni.
Il risultato è un parco divertimenti in cui non sei libero di muoverti, ma costretto a seguire un binario. Una vetrina visiva che, dopo pochi minuti, smette di sorprendere e inizia ad annoiare.
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Il combattimento: l’unica scintilla
E qui va riconosciuto un merito: quando si combatte, Lost Soul Aside riesce a divertire.
- Boss fight spettacolari, con pattern complessi e una regia quasi cinematografica.
- Sistema di combattimento rapido e fluido, con possibilità di concatenare combo, schivate e abilità speciali.
- Stili multipli, che permettono un minimo di personalizzazione.
Tuttavia, anche in questo caso emergono limiti evidenti:
- i nemici comuni sono spugne di colpi,
- la varietà è scarsa,
- l’albero delle abilità è poco bilanciato e mal integrato,
- dopo qualche ora la ripetitività prende il sopravvento.
Il combattimento, insomma, regge il gioco sulle spalle, ma non abbastanza da nasconderne tutte le altre lacune.
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Questione di prezzo e onestà
Forse il punto più dolente: Lost Soul Aside esce a prezzo pieno, posizionandosi sul mercato accanto a produzioni tripla A di ben altra caratura. Questo è ingiustificabile. Se fosse stato proposto come un titolo AA, con un prezzo ridotto e un posizionamento onesto, avremmo potuto guardarlo con maggiore indulgenza, apprezzandone i momenti di divertimento.
Invece si sceglie la via dell’illusione: marketing roboante, trailer patinati e distribuzione tardiva delle chiavi recensione. È difficile non pensare che gli sviluppatori sapessero di avere tra le mani un prodotto incompleto e abbiano scelto di mascherarlo fino all’ultimo.
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Giudizio finale
Lost Soul Aside è un caso da manuale di come l’hype possa trasformarsi in boomerang.
- Tecnicamente arretrato,
- narrativamente scontato,
- artisticamente confuso,
- onestamente overpriced.
Resiste soltanto il combattimento, che per qualche ora regala spettacolo, ma non basta.
Undici anni di attesa per un risultato simile lasciano l’amaro in bocca. Non è un disastro totale — perché qualche momento di intensità c’è — ma nemmeno lontanamente ciò che ci era stato promesso.
In un 2025 che ha visto uscire titoli curati e rifiniti anche da piccoli team indipendenti, proporre un prodotto del genere a prezzo pieno è, senza mezzi termini, un insulto al giocatore.
Un titolo che brilla per un paio d’ore, ma che crolla rovinosamente sotto il peso delle proprie lacune.
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