Pubblicato il 09/07/25 da Emil

Front Mission 3 Remake: il risveglio di un mecha tattico

Piacevole ritorno di un classico del genere JRPG tattico a turni
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Front Mission 3: Remake torna in esclusiva su Nintendo Switch con il suo intricato sistema di doppi percorsi narrativi — una delle caratteristiche più amate del titolo originale — e lo fa mantenendo intatto il suo fascino: due storie completamente diverse, ricche di intrighi geopolitici, con scelte morali che influenzano alleati, ambientazioni e finali. Il risultato? Una longevità superiore alla media dei sui predecessori, con ovvi motivi validi per rigiocarlo più volte. E la trama sprizza ancora oggi maturità da ogni pixel .

Combattimenti solidi ma… un po’ mosci

Restano intatti i combattimenti tattici a turni, con personalizzazione dettagliata dei wanzers e scontri che stimolano la mente. L’interfaccia è stata modernizzata, i caricamenti sono più veloci ed è presente il classico toggle tra la colonna sonora originale e quella rielaborata.

Tuttavia, il sistema di targeting è un nodo cruciale: non si può scegliere quale parte del robot avversario colpire, e questo mina profondamente la strategia – soprattutto se il tuo piano era far cadere le gambe o braccia nemiche per rallentare l’avversario. A questo si somma un’intelligenza artificiale che oggi come 25 anni fa, sarebbe da limare: sia quella amica sia quella nemica possono infatti deludere, rendendo gli scontri talvolta frustranti, sia per difficoltà che per assenza della stessa.

Mixtape nostalgico

Il comparto sonoro è un vero punto di forza di questo remake: la colonna sonora rimaneggiata suona epica e coinvolgente, sposata a tracce radicalmente rinnovate. Se volete un tuffo nel passato, potete alternare la colonna sonora originale – è un plus elegante che dimostra rispetto per i fan . Gli effetti audio, però, sono meno curati: il passo dei wanzers e il sound design risultano piatti, meno incisivi sul campo di quanto ci si aspetterebbe.

Grafica & AI: espediente controverso

Ed ecco la spina nel fianco di questo remake: l’utilizzo di algoritmi (o generative IA) per upscalare o ricreare gli asset 2D. I ritratti e le pagine interne (menu “Network”) mostrano arte confusa, sformata e poco fedele all’originale: mani contorte, edifici strani, elementi chiaramente rivisti male. Questa scelta, discutibile, ha diviso l’opinione pubblica tra quelli che la trovano trascurabile e quelli che la considerano un’autentica mancanza di cura .

Rinnovamenti tecnici

Sul fronte tecnico, Front Mission 3: Remake mostra diversi passi avanti rispetto al titolo originale, pur non essendo esente da inciampi. L’interfaccia è stata ridisegnata con maggiore pulizia e chiarezza, rendendo la navigazione nei menu più agevole, mentre i caricamenti — spesso interminabili nel gioco del 2000 — ora scorrono con una velocità decisamente più moderna. Anche il passaggio tra schermate e battaglie avviene con fluidità, contribuendo a un ritmo generale più snello e apprezzabile.

Tuttavia, non tutto fila liscio: nei filmati di intermezzo, si notano cali di frame-rate e scatti evidenti che spezzano l’immersività. Nulla che rovini l’esperienza in modo drastico, ma abbastanza da ricordare che ci troviamo di fronte a un remake che, tecnicamente, non osa fino in fondo.

A livello di performance, la stabilità generale è buona ma non impeccabile quindi: qualche incertezza qua e là rende chiaro che una maggiore ottimizzazione non avrebbe guastato. Ma nel complesso, i miglioramenti ci sono, si sentono e rendono questa nuova versione più comoda, accessibile e al passo coi tempi — anche se il salto qualitativo non è così clamoroso come si potrebbe sperare da un remake moderno.

Se come me amate le trame stratificate, i mecha e le scelte morali, qui c’è tanto da amare. Ma se siete attenti ai dettagli visivi e al feeling meccanico (il peso, il colpo), potreste rimanere delusi. È un rifacimento ambizioso, con una cornice moderna e tanta nostalgia spruzzata qua e là, ma alcune scelte tecniche lo rendono… imperfetto. Vale comunque la pena per gli appassionati di tattica JRPG, con la speranza che un paio di patch possano correggere IA e framerate.

Un ritorno gradito quindi, che però paga il prezzo di una realizzazione azzardata che si è forse appoggiata troppo all’IA. In confronto all’originale, offre modernità e scelte musicali raffinate, ma tradisce l’estetica e il peso storico (per quanto di nicchia) del gioco. Rimane, comunque, un’interessante rilettura – forse imperfetta ma mai noiosa.

  • Trama profonda e matura
  • Colonna sonora rinnovata
  • interfaccia modernizzata

 

  • IA migliorabile, Effetti sonori poco incisivi, uso controverso dell'IA nella grafica

Emil - Biografia

Con oltre 30 anni di strada percorsa sia in produzione che da studioso del settore videoludico, non mi considero un tuttologo ne un guru. Ma solo un grandissimo appassionato con una grande esperienza. Ma soprattutto: vengo dal futuro.

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