Pubblicato il 27/02/16 da Neko Polpo

Venti candeline per Pokémon

Partì tutto dall’idea di vedere due insetti camminare su un filo, esattamente come succede quando due allenatori si scambiano i loro mostri portatili. Da un concetto così semplice è nato un fenomeno che ha saputo coinvolgere persone da tutto il mondo. Una moda datata 1996, arrivata solo due anni dopo in America e tre in Europa. Con il passare degli anni la localizzazione è diventata più veloce, permettendo ai fan di giocare ai titoli a più breve distanza dalle uscite giapponesi, per arrivare infine al lancio in contemporanea in tutto il mondo di Pokémon X e Pokémon Y, per Nintendo 3DS. Ed insieme al videogioco, ci sono anche l’anime e le carte, il trio degli elementi più caratteristici del marchio Pokémon.

Pokémon Rosso e Blu
Pokémon Rosso e Verde, da noi Rosso e Blu, furono la genesi della serie.

Dopo Pokémon Rosso, Blu, Verde e Giallo, i primissimi giochi con i 151 mostriciattoli originali, sono usciti molti altri titoli. Pokémon Oro, Argento e Cristallo arrivarono all’inizio del nuovo Millennio, portando con sé un sacco di novità, tra i quali l’accoppiamento, la Felicità, i Pokémon Cromatici (specie più rare e di colore differente) e due nuovi tipi, Acciaio e Buio, oltre ad altri 100 Pokémon inediti. Tra il 2002 ed il 2003 Pokémon si sposta sul Game Boy Advance, con le versioni Rubino e Zaffiro. Esse introdussero le abilità e le nature, che diventeranno grandi elementi strategici a livello competitivo e non. Portarono con sé altri 135 esemplari. Arrivano, tra il 2006 ed il 2007, Pokémon Diamante e Perla su Nintendo DS. Questi giochi hanno portato 107 nuovi Pokémon ed una delle implementazioni migliori del gioco a mio parere: la divisione tra mosse Fisiche e Speciali, ma non solo: questi capitoli aprirono il brand al mondo, grazie alla Wi-Fi Connection, che permise di combattere e scambiare con persone dall’altra parte del mondo. Tra il 2010 ed il 2011 arrivano Pokémon versione Bianca e Nera, che portarono con sé 157 nuovi Pokémon, Macchine Tecniche infinite e le abilità nascoste. Infine, nel 2013, arrivano in contemporanea mondiale Pokémon X e Y, primi giochi ad utilizzare modelli 3D invece di sprite, che implementarono 72 Pokémon, il tipo Folletto e le Mega Evoluzioni. Il mondo dei Pokémon è stato pieno di evoluzioni in questi venti anni, senza mai andare a ritroso. Personalmente mi dispiace per chi ritiene che i primi siano meglio senza neanche provare a fare un passo avanti, perché si perdono il meglio. In tutto questo, però, non abbiamo ancora visto tutti gli spin-off. Mystery Dungeon, in collaborazione con Spike Chunsoft, ha saputo regalare grandi emozioni con le sue storie commoventi. Ranger è uno tra i miei preferiti, nella quale si disegnano anelli sul touch screen del Nintendo DS per catturare i Pokémon. Rumble consente di controllare Pokémon giocattolo per dare quel tocco di action alla serie. E la lista è ancora lunga!

Pokémon X e Y
Pokémon X e Pokémon Y per Nintendo 3DS. L’evoluzione grafica è pazzesca, ma il concetto di base è rimasto intatto.

Ma parliamo un po’ della mia esperienza. No, non ho seguito il brand dalle origini, il mio primo gioco è stato Rosso Fuoco, che provai per pura curiosità dopo aver sentito parlar bene della saga, non solo dai miei compagni di classe, ma anche dai miei cugini, e considerando il fatto che io sia ormai diventato un esperto della saga la dice lunga. E’ stato amore a prima vista. Cominciai con Charmander, la lucertolina di fuoco che diventa il dragone dalla coda divampante, uno dei Pokémon più famosi di sempre, Charizard, che sarebbe diventato il mio Pokémon preferito. Ho passato innumerevoli ore in Rosso Fuoco, ma il gioco che seppe scuotermi veramente all’epoca, quello che rese il Natale 2005 il più memorabile, fu Smeraldo. Quel gioco in cui un bambino di dieci anni doveva salvare la regione di Hoenn dal caos meteorologico provocato dai due titani della terra e dei mari, Groudon e Kyogre con l’ausilio del dragone verde Rayquaza. Indimenticabili per me le ore passate a cercare di attraversare la Torre dei Cieli, dal pavimento distrutto, per arrivare al maestoso serpente e catturarlo con il mio Zapdos, preso su Rosso Fuoco. Arrivarono in seguito i tre titoli che cambiarono completamente la mia esperienza: Pokémon versione Diamante, Perla e Platino. Feci mio Perla all’uscita, dopo il tantissimo hype, allenando un Empoleon nella mia avventura. Fu in quel gioco che conobbi il mio attuale Pokémon prediletto, Gallade, un prode spadaccino psichico. Ma i giochi Pokémon hanno questa caratteristica per il quale i primi due titoli hanno una storia con vari buchi e ci vuole la terza versione per mettere su qualcosa di decente. Proprio per questo aspettai con ansia Platino, per vivere Sinnoh come andava effettivamente vissuta…. E dare Geloraggio ad Empoleon per non avere problemi con il Garchomp di Camilla. Seguirono Oro HeartGold ed Argento SoulSilver, il remake di Johto, anch’essi tanto sperati dopo aver usurato fino allo sfinimento Argento di mia cugina. Che signori giochi. Non a caso sono da molti definiti l’apice della saga.

Pokémon versione Platino
La scena principale di Pokémon Platino: Giratina, il Pokémon simbolo del gioco, entra in scena!

Lo stesso non si può dire di Pokémon versione Bianca e Nera, che comprendevano un Pokédex tutto nuovo e da ben pochi gradito. E il sottoscritto fa parte di quei “ben pochi”. Certo, molti design sono un po’ strambi, ma molte idee sono anche creative e ben realizzate. Erano anche i primi titoli a focalizzarsi maggiormente sulla trama, sul team malvagio, e su Natural Harmonia Gropius, in breve N, che funge da rivale, ma anche da cardine della storia dei giochi. Ciò che sorprese tutti fu però non avere un remake di Rubino e Zaffiro o una versione Grigia, ma due sequel, Bianca 2 e Nera 2, che sono tra i miei giochi preferiti. Tre mesi dopo l’uscita di questi arrivò l’annuncio di Pokémon X e Y, da parte di Satoru Iwata, in un Pokémon Direct. E io me lo ricordo, quanto mi sciolsi vedendo Chespin la prima volta. Pokémon X ed Y non furono apprezzati per il post-game piuttosto vuoto, ma secondo me sono uno dei titoli migliori della serie anche solo per le innovazioni. Si arriva infine ai remake di Rubino e Zaffiro, che ci hanno riportato ad Hoenn con delle Megaevoluzioni mai viste prima, tra cui quella del mio Pokémon preferito. Che gioia!

Pokémon versione Bianca 2 e Nera 2
La finale dei Mondiali 2013, che ha visto trionfare Arash Ommati ed il suo Mamoswine cromatico.

Pokémon ha davvero unito gente da tutto il mondo. Io stesso gioco competitivamente e ho stretto amicizia con un sacco di persone simpatiche grazie ai tornei periodici, che permettono l’accesso ai mondiali, dove si conoscono anche rinomati allenatori da tutto il mondo. Per esempio, Ray Rizzo, vincitore di tre Mondiali di fila, uno dei quali in finale con un italiano, Matteo Gini, o Arash Ommati, vincitore dei Mondiali del 2013, primo ed unico Italiano a trionfare, con il quale ho avuto due volte occasione di confrontarmi. Quello dei mostriciattoli tascabili è un universo incredibile, e spero che resti tale per altri vent’anni!

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