“Baby, we were born to run” cantava il boss in una delle sue canzoni più famose, e in effetti, in tutti questi anni non abbiamo mai smesso di correre; il genere Run ‘N’ Gun, termine coniato per quei giochi dove si avanza verso la parte destra dello schermo correndo e sparando come pazzi, è presente fin dagli albori della storia videoludica, e ancora oggi, sembra non conoscere tregua: Contra, Metal Slug e Ghosts’n Goblins sono i primi 3 esponenti che mi vengono in mente, e penso abbiate già capito dove stiamo andando a parare.
Ed è proprio qui che si piazza “Run ‘n’ Gun: A History of On-Foot Shooters”, monumentale opera di Bitmap Books curata da Dave Cook, un nome che i fan dei beat ‘em up ricorderanno per il suo “Go Straight” dedicato ai picchiaduro a scorrimento. Stavolta il suo obiettivo è raccontare l’intera epopea degli on-foot shooters, dalle radici negli anni ’70 fino ai titoli contemporanei.
Run Baby Run
Chi ha vissuto l’era d’oro degli arcade sa che i giochi “corri e spara” erano un po’ come la musica metal di quegli anni: rapidi, brutali, e senza margine d’errore. Ghosts’n Goblins ti scherniva lasciando in mutande Sir Arthur, Contra citava film come Commando e Rambo e Metal Slug ci raccontava una guerra contro i nazisti con una punta di ironia. Erano giochi fatti con l’intento di sfidare il giocatore, messo a dura prova tra una monetina e l’altra; eppure, il genere ha una storia ricca e sfaccettata che non si limita ai grandi nomi. Lo dimostra Cook, che con Run ‘n’ Gun cataloga e analizza più di 300 giochi, spiegando non solo le meccaniche ma anche il loro impatto culturale. Non è un’enciclopedia sterile: è un viaggio emozionale che alterna titoli iconici come l’incredibile Gunstar Heroes su Megadrive a gemme dimenticate, immergendoci in epoche dove ogni proiettile era la differenza tra una buona partita o un altro gettone bruciato.
Run to the Hills!
La prima cosa che colpisce sfogliando Run ‘n’ Gun è la qualità dell’oggetto. La carta è spessa, l’inchiostro vibrante, i colori così fedeli che sembra quasi di giocare su un CRT degli anni ’90; anche il layout è studiato per esaltare ogni screenshot, alternando testi descrittivi a immagini che esplodono sulla pagina. Se in Go Straight i titoli principali venivano celebrati con doppie pagine a impatto visivo, qui Cook opta per un approccio più sobrio, dedicando ai grandi nomi più spazio ma rinunciando agli “splash pages”. È un peccato, certo, ma la qualità rimane stellare; ogni gioco è collocato nel suo contesto storico, analizzato per capire come abbia contribuito a definire il genere. Le introduzioni di Keiji Inafune (il papà di Mega Man) e dei fratelli Moldenhauer (le menti dietro a Cuphead) sono la ciliegina sulla torta, sottolineando l’influenza che questi giochi continuano ad avere su sviluppatori moderni.
L’unica cosa che forse stona, è la mancanza di Ghosts’n Goblins, uno dei più grandi esponenti del genere che meritava di diritto il podio in questo libro; ma è il bello di questi lavori, stimolano le chiaccherate tra amici e fanno conoscere titoli che probabilmente non avremmo mai conosciuto, dispersi su qualche schermo dei primi anni 90…Cook ha optato per criteri inclusivi, considerando qualsiasi gioco dove si corre e si spara a piedi, indipendentemente dalla prospettiva o dal sistema. Il risultato è una selezione variegata, che abbraccia piattaforme, epoche e stili diversi, ma che talvolta lascia qualche vuoto difficile da ignorare.
Run to you…
Con le sue 500 pagine, Run ‘n’ Gun: A History of On-Foot Shooters è un’ode a un genere che ha plasmato l’immaginario di milioni di giocatori. Non è solo un libro: è un pezzo di storia, un oggetto da collezione che parla al cuore di chi si è mai trovato a correre disperatamente, solo per resistere un altro minuto.
Disponibile sul sito di Bitmap Books a circa 42€, più 10€ di spedizione in Italia, è un acquisto obbligato per chiunque voglia immergersi in questa epica di pixel e proiettili. Certo, è in inglese ma lo sono anche il 90% dei giochi del genere, se avete finito Contra potete tranquillamente sopravvivere a qualche paragrafo nella lingua più parlata nel mondo.
Per tutti gli altri, beh, c’è sempre Ghosts’n Goblins pronto a insegnarvi la vera definizione di difficoltà.