Dopo tanta attesa e tanto hype, finalmente abbiamo avuto modo di giocare ad Iron Harvest, la nuova creatura di KING Art Games, che ci immerge nel mondo steampunk distopico di World of 1920+. A tu per tu con il team, abbiamo provato il gioco per una buona mezz’ora testando le sue meccaniche e verificando ciò che i fan più accaniti stanno cercando: la fedeltà con il mondo ispirato. Sfortunatamente, con la nostra breve sessione di gioco non siamo riusciti a scavare più a fondo nella lore, ma lo stesso team ci ha confermato che hanno lavorato duramente per far sì che Iron Harvest resti il più fedele possibile a World of 1920+.
La prova di gioco consisteva di vestire nei panni di Anna, un’eroina polacca affiancata dal suo orso da combattimento, che deve salvare le truppe alleate dalla prigionia degli eserciti nemici. Durante una guerra al potere tra Germania e Russia, la Polonia si ritrova proprio nel mezzo del furioso conflitto che, successivamente, diventa l’obiettivo delle due nazioni in guerra per ottenere un vantaggio sul nemico. La Polonia, del tutto impreparata per una guerra, si deve difendere dalla Germania e dalla Russia, due nazioni che possiedono un grande arsenale bellico tra cui i fantomatici mecha, macchine semoventi bipedi che sostituiscono i conosciuti carri armati con un equipaggiamento ben superiore e temibile rispetto a quei mezzi cingolati.
Iron Harvest appartiene al genere RTS ( strategici in tempo reale), molto simile a “Man of War qualcosa” e al vecchio e leggendario, per chi se lo ricorda ancora, Blitzkrieg (che capolavoro quel gioco): durante la partita si coordinano delle unità specifiche, come i fucilieri, e queste saranno composte da pochi membri che dovremmo gestire in maniera molto intelligente. Ci si mette molto a mantenere tutte le unità integre, ma basta una singola azione sbagliata per perdere unità e, probabilmente, anche la partita. Fortunatamente il gioco è pensato per un’esperienza di strategia guerrigliera molto completa grazie alla meccanica della copertura, fondamentale per subire meno danni possibili durante gli scontri, della raccolta delle armi, dell’ambiente variabile e delle abilità uniche per ogni unità. Queste meccaniche sono quelle che abbiamo potuto appurare maggiormente, ma ne sono presenti anche altre più basilari come quelle statiche delle unità, basate su una serie di parametri tra cui la forza, la resistenza, la fatica e il grado; in base a questi parametri, un’unità può avere la meglio su un’altra. La meccanica della copertura è decisamente quella più fondamentale per gli scontri, ma il bello di questo gioco è che noi, come strateghi, dovremmo scegliere il miglior approccio al combattimento per evitare di perdere troppe unità, e può capitare che la copertura possa essere più un ostacolo che una protezione. Nel caso non ci fosse una copertura, i soldati si butteranno a terra strisciando sul terreno, così da subire meno danni possibili dai fucilieri; se lo scontro fosse contro degli artiglieri, stare sdraiati è sconsigliato, in quanto i proiettili esplosivi, che hanno colpi ad area stermineranno facilmente le nostre unità.
Come noi disporremo le unità e come useremo le abilità sarà fondamentale duranti gli scontri in quanto anche l’intelligenza artificiale del gioco non si limiterà solo a difendersi, o ad attaccare a vista, ma anche a raggirarci o spezzare la formazione. Una cosa che mi ha fatto molto piacere, perché distrugge quella monotonia presente nei giochi di questo genere, dove si vedono solo unità nemiche immobili che non reagiscono, ma che subiscono solamente.
Parlando del comparto tecnico, l’audio è molto interessante e le due OST che abbiamo potuto sentire non solo erano epiche, ma molto incalzanti e adrenaliniche. Quello grafico non è da meno: visivamente sembra sporco, ma nel contesto completo rende bene ed è molto accattivante. I modelli sono curati e dettagliati (fun fact: ci hanno fatto pubblicità attraverso i modelli delle unità, e questo, almeno per i fan di World of 1920+, ha riscosso un enorme successo e interesse), il che rende le scene di gioco molto belle da vedere.
Per quanto riguarda l’ottimizzazione, non possiamo esprimerci in quanto abbiamo provato solo una demo, però vi possiamo segnalare che durante la nostra sessione di gioco non abbiamo avuto nessun problema.
Un ulteriore dettaglio che il Team ci ha rivelato è che Iron Harvest avrà una campagna principale (ossia le tre campagne degli eroi di Germania, Russia e Polonia) dalla durata totale di 10 ore all’incirca. Un dato abbastanza preoccupante, ma in tutta risposta ci è stato detto che le modalità singleplayer e l’avvincente multiplayer compenseranno tale brevità.
Iron Harvest ci intriga, e se siete amanti del genere RTS, questo gioco potrebbe far riaccendere la scintilla per questo genere ormai troppo dimenticato. Lo studio di sviluppo ci sta mettendo il cuore, e se tutto scorre bene, ci potremmo ritrovare l’anno prossimo con uno dei migliori RTS mai usciti. Le potenzialità ci sono, la passione nel team anche, hype a mille… Adesso non ci resta soltanto che aspettare le novità e vedere come procede.