Pubblicato il 14/11/14 da Neko Polpo

NVIDIA Shield Portable: la console handheld definitiva e non solo?

Prima dell’avvento di Shield si era già sperimentato un po’ nel campo delle console Android portable, intese come handheld, che avevano l’obiettivo di sfruttare tale sistema operativo come fonte primaria di contenuti. Allo stesso tempo, seppur in modo molto distratto e discontinuo, si cercava di dare fastidio alle grandi major che hanno fatto degli handheld il loro pane quotidiano, come Nintendo e Sony. Inutile dire che non si ottennero grandi risultati né da un fronte né dall’altro: le case che provarono a fare una tale rivoluzione erano per lo più piccole case cinesi, con hardware dalla dubbia potenza e qualità, che proprio non suscitarono interesse né nei media né negli sviluppatori.

NVIDIA pensò che fosse ora di scuotere il mercato, riuscendoci. Nel Luglio del 2013, esattamente il 31, dopo vari ritardi per sistemare gli ultimi problemi di produzione (che scopriremo in realtà essere soltanto riparati non in via definitiva), lo Shield Portable debutta (esclusivamente, tra l’altro – senza avere una pubblicazione ufficiale in Europa) sul mercato Statunitense. Forti della loro conoscenza hardware il piccolo di casa Huang si propone sul mercato con una CPU sviluppata in-house potente nel comparto tecnico, così tanto da infastidire Exynos di Samsung e Snapdragon di Qualcomm. Il Tegra 4, erede della terza serie che si dimostrò un successo enorme, tenta di risolvere tutto ciò che il suo precedessore faceva di sbagliato con la voglia di innovare e, sopratutto, spiazzare la concorrenza in termini di potenza cruda.

NVIDIA Shield Portable
Una visione esplosa delle componenti della console

Come la terza serie (che ricordiamo essere stata usata in svariati grandi marchi, a partire da HTC e Microsoft stesso nelle sue incarnazioni RT di Surface) il SoC è composto da Quattro Core ARM A15 a 1.9ghz, una Gpu GeForce dedicata con 72 Core Grafici composta da 24 Vertex Shaders e 48 Pixel Shaders 7, più un core di basso profilo, denominato LP, che si prende la briga di fare tutto il resto senza che la principale “forza” motrice entri in azione. Al momento rimane ancora la versione più potente di questo SoC sul mercato: altri produttori hanno preso la stessa idea di NVIDIA plasmandola invece in un Tv Box, chiaramente votato al gaming più assoluto, forse cavalcando il successo di OUYA. Degna di nota sicuramente è la microconsole MadCatz Mojo, che rimane tutt’ora troppo costosa e poco disponibile. Il SoC Tegra 4 tuttavia non fu creato soltanto con lo scopo di essere la cpu definitiva per il gaming su Android: NVIDIA approfittò dello sviluppo compiuto sul processore per estirparne una costola, destinandola al segmento smartphones. Il Tegra4i è infatti una delle cpu mid-range più performanti, che seppur in dose molto minore mantiene l’architettura del suo fratello più grande offrendo costi contenuti, connessioni LTE e un buon comparto Gaming (al momento le brand che usano SoC Tegra 4 sono Xiaomi Mi3 per il mercato cinese e Wikio Highway per quello europeo).

L’hardware della console si presenta di dimensioni importanti: la forma è plasmata su quella di un controller Xbox360, con tanto di tasti dalla stessa nomenclatura, colori e disposizione: al centro, una volta sollevato lo schermo, si presentano due casse stereo dalla potenza importante (non è strano, infatti, essere infastiditi dal volume che riescono a sprigionare) e il famoso Shield Button, che ci consente di accedere forse alle funzionalità più importanti della console. Due stick analogici vengono disposti nella parte bassa della console, come il Dual Shock di Sony: tenendo premuto lo Shield Button inoltre si avrà accesso al GamePad Mapper: un programma che ci permette di rimappare i tasti fisici dello Shield sullo schermo per quei titoli che non hanno il supporto nativo per i gamepad, trasformandoli a tutti gli effetti in titoli supportati.

NVIDIA Shield Portable
La disposizione di tasti ed analogici sull’NVIDIA Shield Portable

Tale applicazione, a mio avviso geniale, consente inoltre di condividere e scaricare mappature già fatte da altri utenti (e da NVIDIA stessa) senza perdere tempo nel crearne di personali. Lo stick destro infine ci consente di navigare nell’interfaccia android tramite un puntatore mouse, con il tasto sinistro dello stesso mappato sul pulsante A o su RT. Riguardo lo schermo, è chiaramente un multitouch da 5 pollici per 294dpi di definizione. La risoluzione del pannello è di 1280×720, cosa strana all’epoca considerata la capacità del SoC di gestire alte risoluzioni, ma che poi si rivelò una scelta intelligente e azzeccata da parte degli ingegneri NVIDIA. Sul retro si hanno diverse connessioni come lo slot per la MicroSD, Jack per le cuffie, l’ingresso per la connessione HDMI (via mini HDMI->HDMI), lo slot per il caricatore microUSB e la griglia di sfogo dell’aria calda. Lo Shield, infatti, ha la particolarità di essere la prima console portable mai creata ad avere una ventola di raffreddamento poiché, nonostante il processo produttivo contenuto, tende a scaldarsi molto nelle fasi di maggiore stress e la ventola diventa chiaramente una necessità. La console come detto prima ha dimensioni generose, ben più grande e ingombrante dei suoi competitor, e con un peso di 579 grammi tende a stancare molto gli avambracci, anche se lo schermo regolabile fino a 180° aiuta a mantenere una presa comoda e rilassata. La batteria è imponente, ma non abbastanza: nonostante la continua fatica di NVIDIA al fine di limitarne il consumo con svariati update software, i 7350mHa non assicurano più di 3 o 4 ore di utilizzo costante, nonostante la dimensione spropositata, specie in quelle applicazioni che sfruttano appieno la potenza del SoC, come ad esempio gli emulatori, che Shield abbraccia quasi come unica raison d’etre. Sulla parte esterna dello schermo è presente lo “Shield” vero e proprio, icona e marchio distinto della serie: tale scudo si aggancia tramite magneti alla scocca in plastica e può essere personalizzato. Ce ne sono diversi tipi, anche aftermarket, come ad esempio quello “Carbon” che rende ancora più interessante, quantomeno esteticamente, la console.

Abbiamo parlato del comparto hardware, ma cosa ci offre il software? Lo Shield arriva con Android Jelly Bean, nella sua versione 4.2.1, con praticamente zero personalizzazioni. Questo lo rende in essenza un device quasi-nexus: trovano infatti posto soltanto programmi e applicazioni sviluppate da NVIDIA al fine di sfruttare le potenzialità del prodotto. I continui aggiornamenti hanno portato la release di KitKat 4.4.2 nonostante sia afflitta da diversi problemi, facilmente aggirabili con il Root del dispositivo: al momento NVIDIA ha confermato lo sviluppo di fix e più importante il rilascio di Android 5.0 Lollipop dopo la pubblicazione su Shield Tablet. La vera feature importante della console è la tecnologia GameStream: forte del supporto WiFi dual band a 5Ghz, lo Shield Portable consente, tramite un PC equipaggiato con Gpu NVIDIA GeForce di effettuare lo streaming di giochi fisicamente installati sulla macchina, provenienti sia dalla libreria Steam, Origin e UplayGeForce Experience pertanto si occuperà, dopo aver effettuato il pairing del dispositivo, di ottimizzare il flusso video e dati sul piccolo schermo da 5 pollici, permettendoci di godere appieno dei nostri giochi comodamente in qualunque parte di casa, e nel caso abbiate optato per la versione 3G/LTE, anche ovunque vi troviate. Dalle prove eseguite personalmente posso dirvi che il risultato è eccezionale e privo di sbavature: nonostante NVIDIA consigli un router dual-band da 5ghz, usando anche una connessione convenzionale da 2.4ghz si può godere appieno di 60 frame per secondo, con un ritardo pari a 5ms, tanto da permetterci di giocare a categorie di giochi dove la risposta e l’immediatezza risulta vitale, come ad esempio Fighting Games o Racing Games. Non vi è presente input lag alcuno, lo streaming reagisce bene ai comandi e la qualità non risulta mai blocchettosa, approssimativa o sfumata. Sfruttando infatti il decoder hardware delle GPU da PC, lo streaming rimane sempre di qualità elevata donando immagini cristalline e ben definite. Collegando la console alla TV si può scegliere di duplicare lo schermo, e quindi mantenere la risoluzione nativa di 720p, oppure di entrare in modalità console. La modalità console permette allo Shield di interfacciarsi con controller esterni, che siano essi collegati fisicamente tramite cavo OTG o via Bluetooth (come ad esempio il Dual Shock 3 tramite l’apposita app SixAxis presente sullo store). Lo Shield inoltre tenterà di utilizzare la risoluzione massima della TV alla quale vi siete connessi, effettivamente portanto il rendering del sistema operativo, e quello dei giochi, da 1080p fino a 4K. Avete letto bene, già dall’anno scorso, prima ancora che la mania del 4k dilagasse, NVIDIA costruì un hardware in grado già di supportare tale risoluzione.

NVIDIA Shield Portable
La connessione con la TV è uno dei punti di forza della console

Per terminare il discorso software, la piattaforma Android ci consente di fare largo abuso di emulazione, in qualsiasi forma e salsa. Lo Shield era pertanto, almeno fino a che il Tablet fece capolino, la console definitiva per il retrogaming. Ben lontano dalle scarse promesse e prestazioni di OpenPandora, Canoo, Dingoo e compagnia bella, il Tegra 4 prepotentemente ci consente di giocare titoli leggendari sfruttando tutti le ultime opzioni che gli emulatori ci consentono oggi giorno: ad esempio, cosa ancora non replicata, l’emulatore FPSE consente di far girare la versione remastered di Ridge Racer  (il bonus disc di RR: Type 4) a 60 frame a secondo mentre si sfrutta la capacità dell’OpenGL nel filtrare le texture, nell’usare l’antialiasing e WideScreen. Molti pensano che la risoluzione a 720p sia il motivo di tali prestazioni, e invece no: in modalità console, quindi a 1080p effettivi, il risultato è lo stesso. E non fa nessuna fatica nell’ottenerlo. FPSE è un emulatore che con le sue feature complesse risulta essere un benchmark non opinabile, molto più di un qualsiasi Antutu, poiché sfrutta appieno la capacità “cruda” del SoC nell’emulare un sistema apparentemente leggero, con il dovuto condimento di ritrovati grafici abbastanza importanti dal punto di vista dell’impatto prestazionale. E lo stesso vale per DosBox, Amiga, Nintendo 64, Nintendo DS e in particolar modo PSP, che sta godendo di una nuova giovinezza grazie all’emulatore PPSSPP. I giochi più complessi ad oggi su Android, come la serie Modern Combat e Asphalt saranno lieti di girare senza fatica, al massimo dei dettagli, forti del supporto dei tasti fisici.
NVIDIA comunque non si è adagiata sugli allori: ha infatti collaborato con molti sviluppatori per integrare la tecnologia dietro allo Shield nei titoli, offrendoli e certificandoli presso lo Shield Store (accessibile sempre dallo Shield Button). Non a caso scosse il mondo Android convertendo con la partnership di Valve titoli come Portal, Half-Life 2 e Rochard con un risultato a dir poco stupefacente. Era impossibile pensare di giocare alle avventure di Gordon Freeman comodamente sul divano fino a pochi mesi fa. Eppure la potenza di questo SoC ce lo consente. Ad oggi, la potenza di Tegra 4 è stata solamente sorpassata da SoC come Snapdragon 805, Tegra K1 e Mediatek 6595. La considerazione da fare in questo caso è una soltanto: questi nuovi SoC sono usciti dopo un anno dall’avvento del SoC NVIDIA e comunque sta di fatto che, ad eccezione del Tablet, nessuno si presenta sotto forma di handheld. In soldoni il vostro miglior investimento rimane questo piccolo gioiello tecnologico che in mani sapienti regala ore di sano divertimento, con loop continui tra nuova generazione e titoli del passato che magari, nella parte più nascosta di voi stessi, sapranno risvegliare quei sapori dei lontani bar con saletta arcade annessa.

NVIDIA Shield Portable
Una schermata del GameStream

In conclusione, vorrei spendere due parole sui difetti che questa console così particolare ha. Anzitutto, il d-pad è orrendo, diventando di fatto una delle principali cause del ritardo sul lancio previsto nel mercato, che doveva avvenire ben 6 mesi prima. È rumoroso, costruito con plastiche troppo dure, emette click fastidiosi e pecca di precisione proprio per i problemi appena detti. Il peso della console è eccessivo, si sarebbe potuto lavorare con processi produttivi inferiori al fine di allegerirlo. Per utilizzare appieno le potenzialità del dispositivo si richiede il Root, eseguibile con Towel Root, e un programma che ci consente di cambiare il governor della CPU, ossia quelle “direttive” che impartiscono limiti precisi all’utlizzo del processore stesso, poiché nello stato out-of-the-box la CPU tende a disattivare più cores scegliendo frequenze basse, causando pertanto lag che inficiano in maniera pesante sulle prestazioni di giochi e emulatori. Lo schermo ha una matrice troppo grossolana, forse anche a causa della risoluzione e dei dpi bassi, che quando spento si nota anche troppo. Si sarebbe preferito uno schermo OLED piuttosto di un IPS, sebbene quest’ultimo ci consente di avere spazi di colore più reali e meno esagerati. La scelta inoltre di non usare lo standard OpenGL ES 3.0 per uno standard compatibile 2.0, con API personalizzate e programmabili tanto da emulare il 3.0, ci porta a non godere appieno di alcuni effetti grafici che giochi di ultima generazione sfruttano a livello di rendering e post processing (i godrays ad esempio nel garage di Asphalt Overdrive, o gli effetti di lens flare). Come è tradizione NVIDIA infatti, hanno optato per un sistema di compilazione personalizzata dei pixel shader e delle API, lasciando ai sviluppatori la patata bollente. Ma ciò chiaramente è servito da lezione, tanto che nello Shield Tablet, lo standard abbracciato è il 3.1, abbandonando di fatto le API personalizzate, che creavano più grattacapi che altro.

Fun fact: Nvidia ha sempre optato per shaders programmabili, come si evince dalla GPU presente nella prima Xbox e nella sfortunata GPU per PC NV-1, prodotta e venduta in bundle con molti titoli Sega PC – tra i quali si annoveravano Daytona USA e Virtua Fighter – poichè si basava sullo stesso hardware grafico del mitico Sega Saturn, facilitandone così i port dei giochi su sistemi Windows (offrendo modalità in alta risoluzione e elaborazioni grafiche come texture filtering, gouraud shading e texture mapping, impossibili via software, oltre ad un framerate molto più stabile e elevato). Fino a poco tempo fa, causa la scarsa documentazione della console rivale Sony di casa Sega, si ignorava il contributo di Nvidia nel settore grafico dello sfortunato Saturn.

Chiudendo questa lunga recensione mi sento comunque di consigliare questo gioiello, al di là dei difetti che minano un parere che è – comunque –  positivo. Le capacità che ha a livello di potenza cruda ci consentono di accedere ad una libreria di sistemi e titoli praticamente infinita; il GameStream porta la potenza di GeForce Desktop sul piccolo schermo sfruttando il nostro PC da Gaming, il controller fisico tramite lo strumento di mappatura NVIDIA ci consente di mappare ogni gioco, programma o funzione direttamente tramite l’impiego delle levette analogiche e dei tasti. Al momento lo Shield Portable può essere importato per la modica cifra di $200, escluse le spese doganali, più o meno il costo di una PsVita o 3DS. Solamente che, seppur non avendo un parco titoli ad esso dedicato, ci permette di sfruttare il vasto ecosistema Android in continua crescita, senza contare, come già detto, la possibilità di avere un parco di retrosistemi praticamente infinito. Sicuramente è uno degli acquisti più saggi e sensati che ho fatto negli ultimi anni, del quale vado fiero e soddisfatto.

NVIDIA Shield Portable Premi

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