Pubblicato il 21/07/15 da Neko Polpo

Game Chef: cuochi di giochi

Da poco sono stati annunciati i vincitori locali del Game Chef. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un concorso annuale incentrato sulla creazione di giochi “analogici” che ha visto negli anni la partecipazione di numerosi game designer che hanno cambiato il panorama moderno del gioco di ruolo. Jason Morningstar (Fiasco, Durance, The Climb, etc…) e Fred Hicks (Non Cedere Al Sonno, FATE, etc…) sono solo due dei nomi che erano presenti nelle passate edizioni di questo concorso che, partito come una serie di piccole sfide sul forum di The Forge, ha ottenuto la sua prima edizione ufficiale nel 2002.

Per ogni edizione vengono forniti un tema e quattro ingredienti con i quali i partecipanti dovranno, in una settimana, creare un gioco che ne utilizzi alcuni. Quest’anno il tema era “a different audience”, e i quattro ingredienti erano “abandon”, “dragonfly”, “stillness” e “dream”. Una delle cose che abbiamo visto nelle ultime edizioni è che si sono diffuse vere e proprie edizioni nazionali, arrivando a coprire Brasile, Portogallo, Russia, Francia, Polonia, Corea del Sud e Italia, quest’ultima con la “Pummarola Ediscion”.

Io ho partecipato all’interno di un team ma, prima di parlare di quella che è stata la mia esperienza e del gioco che abbiamo realizzato, vorrei farvi leggere alcuni commenti e pareri degli altri partecipanti:

Come al solito il mio approccio è stato partire dal tema e solo dopo esaminare gli ingredienti. Ho esaminato alcuni possibili target che di solito non considero, come i bambini o gli anziani. Ho esaminato gli ingredienti uno per uno, cercando significati e concetti interessanti legati a loro.

– Matteo Suppo

Ho provato a concentrarmi sul tema del Pubblico: a chi indirizzare questo gioco? Ho pensato che un gruppo di amici che faceva tutt’altro, piuttosto che riunirsi per giocare, poteva essere il mio target. Inoltre, questo gioco funziona meglio se siete in mezzo alla gente, appunto in mezzo al pubblico, dove il fattore vergogna diventa molto più importante. Avevo poco tempo e zero esperienza in questo campo, ho buttato giù un regolamento breve e semplice, senza troppi fronzoli e con una veste grafica spartana.

– Alessio Palmesano

Era diverso tempo che stavo studiando per progettare giochi di ruolo adatti ai più piccoli e questo game chef mi ha buttato l’amo. Il gioco che ho realizzato è nato pensando a loro. È perfettamente adattato a bambini dai cinque anni su e le meccaniche sono state studiate sia per dare l’opportunità all’adulto di educare, sia perché loro potessero, con le loro capacità, riuscire realmente ad interfacciarsi al gioco senza che l’adulto debba uscire troppo dal suo ruolo.

– Giovanni Micolucci

Questa è stata la mia prima esperienza con il Game Chef ed ho preferito lasciarmi alle spalle la vecchia carriera di creatore di giochi di ruolo e mi sono buttato tentando di inserire in questo contest la mia nuova carriera di creatore di boardgames. Pur caricando sull’ambientazione, ho lasciato meno spazio al “recitato” e sviluppato di più l’interazione “strategica” dei giocatori.

– Federico Pierorenzi

Quest’anno, tema e ingredienti del Game Chef mi hanno spiazzato meno di quello che qualcuno avrebbe potuto credere. Durante i primi due giorni ho lasciato che il mio cervello si autoalimentasse, fino a che in testa non avevo in mente quasi tutto lo scheletro del gioco. Poi ho cominciato a mettere giù la parte iniziale e, quando sono arrivato alle meccaniche, mi sono bloccato per alcuni giorni, siccome quella è sempre la parte più difficile da sistemare. Alla fine ero maledettamente in ritardo, ma non mi andava di lasciare il gioco a metà e ci tenevo a partecipare al concorso: mi sono costretto davanti al computer e ho riempito tutti i vuoti scrivendo e riscrivendo le meccaniche, fino a che nella mia testa non hanno combaciato senza troppi scricchiolii.

– Daniele Di Rubbo

Il Game Chef ha inizio e vengono pubblicati il tema e gli ingredienti. Io sono pieno di belle speranze, sono rimasto affascinato dai bellissimi giochi presentati gli anni passati e ho deciso che, quest’anno, mi cimenterò anch’io. Unico problema: il tema non mi dice niente. Chi può essere il mio insolito pubblico? Vedo che qualcuno degli altri concorrenti ha puntato su una specifica fascia d’età, ma io a vecchi e infanti non saprei proprio cosa dire. Qualcun altro, invece, si è cimentato con temi delicati e profondi, ma io non oso. Allora guardo gli ingredienti. Quiete e sogno mi suggeriscono un’atmosfera onirica e rilassante. Abbandono non saprei. Libellula, invece, la associo immediatamente ad un gatto che insegue un insetto. Forse sarà che da diciotto anni convivo con un gatto che insegue qualunque cosa si muova per casa. Un’idea perversa si palesa nella mia testa: e se scrivessi un gioco di ruolo per gatti?

– Matisse

L’idea mi è venuta il giorno stesso del lancio del contest e tra il sabato e la domenica l’ho realizzata.  Ho utilizzato il concetto di base di un gioco che avevo scritto tempo fa, ma che purtroppo è andato completamente perso. Quanto al tema, ho interpretato molto liberamente quello proposto e, piuttosto che rivolgere il gioco ad un altro tipo di pubblico rispetto a quello classico dei gdr, ho inserito nel gioco stesso un altro tipo di pubblico: i protagonisti sono spettatori all’interno di un circo.

– Luigi Briganti

Per quanto riguarda me, ho collaborato con Rocco Dereviziis e Luca Imbriani. Dopo un brainstorming iniziale fatto alla Game Over Room, spazio gentilmente offertoci dal Game Over Milano, abbiamo iniziato a buttare giù la struttura base del gioco utilizzando tema e ingredienti. Una volta pronta, ci siamo buttati nel magico mondo del playtest, facendo giocare il prototipo ad ogni genere di persona che passasse di lì e ricevendone i feedback.

Il finalista dell’edizione inglese è Good Night Fairy Theatre di Emily Griggs, mentre la “Pummarola Ediscion” è stata vinta da Angela Caputo con il suo gioco Come un Romanzo: i giochi sono in recensione proprio ora, e solo fra qualche settimana sapremo chi sarà il vincitore di questa edizione 2015. Riportiamo di seguito il commento della giuria:

Come un Romanzo ha centrato in pieno il tema del Game Chef 2015, interpretandolo in maniera intelligente e interessante. Il soggetto del gioco lo rende ideale per portare i gdr ad un pubblico che non sempre li conosce, in una maniera che può risultare interessante e coinvolgente. Da gruppi di lettura e book club a scuole o altri contesti educativi, Come un Romanzo può essere uno strumento divertente e originale per parlare di libri e letteratura. Inoltre, è piaciuta molto l’idea di portare il concetto di pubblico anche dentro il gioco, rinforzando ancora il tema e creando una meccanica che aiutasse a mantenere i giocatori attivi e partecipi in tutte le scene.

A livello di procedure, Come un Romanzo ci è sembrata decisamente quello già più completo e solido fra i tre finalisti. Leggendolo, i giudici hanno avuto l’impressione che il gioco sia già pronto per essere giocato, senza aver bisogno di troppo lavoro ulteriore. Nonostante questo, alcune parti “accessorie”, come la fase del Sogno, potrebbero essere perfezionate. Inoltre, i giudici si sono chiesti se potrebbe valere la pena introdurre un sistema, anche molto semplice e poco ingombrante, per risolvere i conflitti fra personaggi quando i giocatori non riescono a trovare un accordo. Visto l’ottimo potenziale di uso nelle scuole, una “rete di sicurezza” simile a livello sociale potrebbe essere utile.

Una cosa che raramente il team del Game Chef si trova a dover considerare è l’impatto della preparazione necessaria al gioco. Come un Romanzo, infatti, richiede uno “sforzo” di ingresso non indifferente, visto che tutti i giocatori devono aver letto il libro di cui si parla, e che un giocatore deve farsi carico di preparare il playbook. Ciononostante, il pubblico e il tipo di situazione sociale a cui il gioco si rivolge implicano che questo tipo di sforzo sia già stato in gran parte compiuto. Per quanto non sia un gioco che si può prendere in mano d’impulso e giocare immediatamente, gli ostacoli all’ingresso non sembrano neanche insormontabili.

Così com’è, il gioco è ben spiegato e facilmente comprensibile. La scelta di includere esempi di playbook e personaggi è stata certamente apprezzata, perché hanno immediatamente chiarito i pochi punti che rimanevano confusi. Il layout utilizzato è certamente utilitario e funzionale: le parti del gioco sono spiegate in ordine, e spazi ed impaginazione guidano abbastanza bene l’occhio nella lettura e nella consultazione.

In generale, Come un Romanzo è una creazione solida, e che approccia il tema di quest’anno con acume. Leggendolo, siamo stati colpiti dalle potenzialità che offre, sia come strumento educativo, sia come modo divertente di approcciare libri che abbiamo amato e di omaggiarli in compagnia.

Altre due nomination sono andate a Il Paese dei Ciechi, di Antonio Amato e Giuseppe Amato, e a Wheelchair Apocalypse, di Davide Falzani. Potete leggere il commento completo della giuria italiana sulla pagina G+ dell’evento e vi ricordo che se vi interessa scaricare gli altri giochi che hanno partecipato all’edizione italiana, li trovate tutti gratuitamente su questa pagina.

La prossima data di interesse è il 16 Agosto, con l’annuncio del vincitore internazionale del Game Chef 2015.

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