L’umanità è stata devastata e gli uomini, per sopravvivere e per vivere più a lungo, hanno trasferito il loro cervello nelle macchine, diventando automi da guerra. L’incipit di Disintegration è semplice, ma la campagna sembra avere un’importanza secondaria, o almeno così abbiamo intuito nella nostra breve prova. Rinato dalle sue ceneri dopo il suo allontanamento da Bungie, Marcus Lehto ha fondato V1 Interactive per lavorare a qualcosa che potrebbe definire un nuovo standard nei videogiochi.

La cosa curiosa, che inizialmente non capivamo durante la spiegazione, è che Disintegration è sia FPS che strategico. La parte FPS utilizza meccaniche tipiche del genere, quella strategica è più inusuale: non comanderemo direttamente solo il nostro personaggio, ma gestiremo una squadra formata da altri tre componenti con abilità uniche e utili sia all’attacco che alla difesa, mantenendo un punto di vista in prima persona [Pensate al classico Rainbow Six 3 o, più accuratamente, il caro, vecchio Star Wars: Republic Commando, ndEditor].
Un concept interessante che nel gioco è integrato molto bene. Dopo averci preso la mano, Disintegration risulta divertente, instancabile e affascinante, grazie alle ambientazioni post apocalittiche che fungono da campo di battaglia (anche se, esteticamente, ricordano molto Destiny).
Noi impersoneremo solo uno dei quattro personaggi, il capitano Romer Shoal, che sorvolerà i cieli pilotando una sorta di moto volante munita di armi e propulsori, grazie alla quale potremmo controllare il campo di battaglia. Non preoccupatevi, la varietà é fornita dalle altre fazioni, 9 in totale.
Di primo acchito, potrebbero sembrare solamente re-skin dei membri del party, ma non è affatto così: ogni fazione ha il suo equipaggiamento e i suoi poteri e, anche se alcuni di questi si ripetono, le combinazioni che si creano sono uniche per fazione.

La partita che noi abbiamo giocato era un 4vs4 nel quale ogni squadra doveva catturare un obiettivo e riportarlo alla base. Nonostante il numero esiguo di giocatori, bisogna considerare che in campo ci sono in totale 32 personaggi, il che non è una cosa da poco! [Ricorda molto Titanfall e il modo in cui i bot popolano il campo per ogni squadra, ndEditor]
Oltre al combattimento molto scenografico, grazie a giochi particellari e shader piacevoli, c’è di mezzo pure la distruttibilità dell’ambiente che, anche se non troppo approfondita (non si possono distruggere interi palazzi), è comunque un dettaglio non da poco e dona quella spettacolarità in più che non guasta mai.
Per mancanza di tempo non abbiamo potuto approfondire quanto sia profondo il sistema, ma le classi delle fazioni possono essere ulteriormente modificate, cambiando equipaggiamento, abilità e aspetto.

Graficamente, seppur ricordi i lavori di Bungie (del resto è normale, con un ex-art director seduto sulla poltrona del capitano), in particolare Destiny, è molto gradevole, Disintegration è assolutamente un gioco piacevole da vedere. L’audio non è da meno, offrendoci dei suoni eccellenti, ben distinti e con musiche più che coinvolgenti. Come al solito, non possiamo giudicare in maniera completa l’ottimizzazione di un titolo da una demo, ma vi possiamo dire che la nostra sessione in multiplayer non ha avuto nessun problema.
Disintegration potrebbe porre delle solite basi per un nuovo standard qualitativo. Il gioco funziona, è divertente e vogliamo giocarci ancora. Per noi si potrebbe definire una sorta di successo.