Pubblicato il 13/09/22 da Cathoderay

Cyberpunk: Edgerunners – Recensione

Tutto quello che si può volere da Cyberpunk è qui.

Edgerunners è una delle cose più fiche che ho visto quest’anno.
Vorrei chiuderla cosi perché sono entusiasta di quello che ho appena visto, ma forse, un po’ di contesto potrebbe fare comodo; Cyberpunk 2077, recensito qui , ha cambiato il mondo dei videogiochi nel bene e nel male, portando sullo schermo l’ambientazione di Cyberpunk RED, ultima versione del gioco di ruolo ambientato in un futuro distopico e violento; dall’altra parte troviamo lo studio Trigger, che sono diventati famosi per Gurren Lagan e che hanno firmato tra le altre cose un episodio di Star Wars Visions.

Episodio 4
Rebecca, il mio personaggio preferito!

Partiamo dall’estetica, Studio Trigger ci ha abituato a colori ipersaturi, esplosioni stellari, e una fluidità di animazioni pazzesche, portando l’esagerazione allo stremo, come marchio di fabbrica; in Ciberpunk: Edgerunners il tocco di Gainax si vede,  ma non esplode se non nelle ultime puntate dimostrando di poter adattare la loro estetica distintiva e metterla a favore della narrazione, decisamente un passo avanti per lo studio; anche qui i colori saturi e le scie colorate la fanno da padrone, ma sono al servizio delle situazioni, che fin dal primo episodio rincorrono un escalation che per ovvi motivi esplode sul finale, nel puro stile delle avventure ambientate in questo mondo;  aspettatevi quindi tonnellate di chromo, hacking a tutto spiano e proiettili come se piovesse, perché questa Nightcity è viva e non ha pietà per nessuno, soprattutto per i Choomba che pensano di fregare un prototipo sperimentale e non avere problemi nell’usarlo.

Lucy non va troppo per il sottile

Il comparto sonoro è ricercato e totalmente adatto alla serie, con una sigla cantata dai Franz Ferdinand in ottima forma e tante tracce che spaziano dal metal alla retrowave e sono sempre perfettamente integrate con quello che succede sullo schermo, segno di grande ricercatezza nei dettagli; ottimo anche il comparto sugli effetti e le esplosioni, se avete una soundbar sarete sicuramente felici di quello che sentirete, e credetemi, di esplosioni ne sentirete parecchie! Degno di nota anche il doppiaggio italiano, con un cast tutto sommato azzeccato nelle voci e nei toni.

Della storia possiamo dire che David Martinez è un ragazzo come tanti, frequenta un istituto della Arasaka. Non ama farlo, pensando che tutti gli spocchiosi figli di papà li dentro siano degli idioti, ma è proprio per continuare a mandare il figlio in una scuola prestigiosa che la madre di David accetta un incarico particolare, che porterà il protagonista a essere una vera e propria scheggia impazzita, capace di spostare i fragili equilibri di Nightcity; l’incontro con Lucy, una Haker di talento incline al furto di shard, segnerà per sempre la vita di david, portandolo alla fine a scontrarsi con una leggenda della città.

Power up

Quindi cosa otteniamo da tutti questi punti? Otteniamo un estetica incredibile e una storia pazzesca, perfettamente in linea con quello che è l’universo di Cyberpunk, regalandoci 10 episodi di rara bellezza che vi terranno incollati allo schermo, con la voglia di averne ancora e ancora, e questo è un sintomo da Braindance  Choomba, c’è poco da dire; consigliatissimo, anche solo per l’estetica incredibile, per la trama perfettamente in linea col gioco e con le sue origini e perché non sempre serve qualcosa di cerebrale, ma solo una bella storia con un sacco di proiettili!

  • Estetica pazzesca
  • colonna sonora fantastica
  • finalmente una storia davvero Cyberpunk!

 

  • Ne vorrete ancora

 

Cathoderay - Biografia

Pare che io sia l'entropia videoludica.