Pubblicato il 16/10/20 da Neko Polpo

Le prossime console non saranno le ultime

O perché il mercato non è pronto per convertirsi al digitale.

Le prossime console non saranno le ultime. Il mio parere è fortemente in contrasto con la filosofia che vedrebbe le prossime console, ormai in dirittura di arrivo (Playstation 5 e Xbox Series S/X), come le ultime di sempre, sostituite da un sistema videoludico fortemente diverso costituito da sistemi remoti che ci permetteranno di giocare praticamente ovunque. Eppure un servizio del genere sembrerebbe estremamente positivo: gli stessi sforzi di Stadia, Amazon Luna, e persino Microsoft con il suo Game Pass stanno certamente muovendo l’industria in tale direzione e la gente ne è entusiasta (non molto dei primi due, ma è innegabile che il servizio di casa Redmond abbia un prezzo estremamente competitivo per ciò che offre).

E allora?

Console Next Gen
Dubito che saranno le ultime console che vedremo, queste due.

Una nuova generazione di console… e oltre!

E allora tutto si sta muovendo in una certa precisa direzione (anche in altri ambiti,  ma i videogame fanno un po’ mercato a sé stante. Pensandoci bene, è ciò che fa Netflix per film e serie TV: un servizio che è sempre lì, pronto a far vedere qualsiasi cosa tu voglia esattamente quando vuoi. Ma è un servizio “televisivo” (passatemi il termine). Un servizio che quando non esisteva dovevi importi l’impegno di essere davanti al televisore alle 21 se non volevi perderti la puntata del tuo telefilm preferito. Ora tutto si incastra perfettamente nel tempo libero, si può anche interrompere una puntata e riprenderla in qualsiasi momento. Tutto si colloca perfettamente quando si vuole, paragonato ad un concetto a cui eravamo già abituati grazie ai servizi di streaming gratuiti che già esistono da ormai quindici anni e di cui usufruivamo via PC… ora è solo più comodo.

Stessa cosa per la musica, con Spotify, che si è mosso nella stessa identica direzione: canone mensile e si ascolta tutta la musica che vuoi, senza costi aggiuntivi o necessità di dover acquistare qualcos’altro.

I videogame sono un media strano

E per i videogame allora? I videogame sono strani, ancorati ad una concezione mentale ludica ben precisa: se escludiamo Steam, che ci ha abituato ad avere a che fare con il digitale, la maggior parte dei videogiocatori tende ad acquistare copie fisiche. E le proporzioni di acquisto sono il contrario di qualsiasi altro media: abbiamo una nicchia, cioè una enorme minoranza che acquista Blu-ray o CD musicali, che rappresentano i cosiddetti affezionati che sono legati al possedimento di copie fisiche del media che amano. Nel videogame è abbastanza diverso, con i meno informati (la stragrande maggioranza del mercato) che continuano a comprare copie fisiche nelle grandi catene senza mai affidarsi al digitale, oltre ovviamente alla presenza dello zoccolo duro di appassionati che tendono a voler possedere Collector’s edition, o anche solo il disco del gioco (per quanto ormai la sua utilità sia attualmente quasi nulla).

Inoltre non ci si può esimere dal nominare Nintendo in questa analisi, che nel 2019 ci portò il cartone pressato del Nintendo Labo e nel 2020 se ne esce con la macchinina di Mario Kart Live Circuit, idee talmente atipiche ma geniali che non sarebbero mai possibili in un mondo videoludico completamente digitalizzato. Finché Nintendo manterrà la sua affinità al gioco tradizionale, possiamo star piuttosto tranquilli su questo fronte.

Project Diva Collector Edition Nintendo Switch
E poi vuoi mettere la bellezza di avere una Collector – che magari continueranno a fare ma senza il gioco all’interno, come un po’ già fanno –

Le prossime console non saranno le ultime – “Internet non va” edition

Il tutto senza parlare delle connessioni che dovrebbero permettere di giocare in streaming in maniera ottimale, ma non è il momento di parlarne, dato che la prossima generazione durerà almeno 6 o 7 anni e si spera che in questo lasso di tempo l’enorme abisso di connessioni che colpisce il nostro paese (a casa mia c’è ancora l’anti-digital divide [60kb/s di download] a cui ormai toglierei l'”anti” dal nome – magari schiodiamoci dal 2005 cara TIM, eh?) venga colmato.

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