Anche quest’anno siamo riusciti a passare in quel di Rho Fiera per goderci un bel (mezzo) weekend con Milan Games Week & Cartoomics 2024. Un edizione che purtroppo ha visto affiancarsi uno sciopero dei servizi di Trenord, creando così il solito disagio negli spostamenti che ormai imperversa da mesi nel Milanese.
Noi, comunque, abbiamo provato giochi e girato parecchio, e il risultato è un racconto da due punti di vista diversi!
Indice
Milan Games Week & Cartoomics 2024 – Da una parte all’altra.
(Kimer)
Se per l’edizione 2023 ho elogiato la presenza di spazi più ampi per favorire una buona circolazione di persone, quest’anno la cosa si è ripetuta solamente nella giornata di venerdì, gradevolissima, con però un sabato pieno di congestioni di persone che bloccavano alcuni passaggi, a causa di palchetti posizionati nelle aree più strette della fiera dove, giustamente, chi voleva fermarsi a guardare finiva per intasare proprio quei corridoi.
Ho apprezzato molto la posizione dell’Indie Dungeon, che si presenta subito dopo l’entrata del padiglione 15 (il più vicino rispetto al check-in dalla parte della stazione), attirandomi così immediatamente a provare qualcuno dei giochi presenti durante il periodo di apertura anticipata dedicato alla stampa e ai biglietti esclusivi. Un po’ meno apprezzato invece il posizionamento dell’Artist Alley, situata esattamente dalla parte opposta della fiera. Qua ovviamente cade il gusto soggettivo, ma diciamo che a fare avanti e indietro, indietro e avanti, tra le aree aperte dei padiglioni (inclusa la Press Area completamente staccata da tutto) durante i due giorni per provare i giochi e guardare i lavori degli artisti, qualche colpo di freddo non voluto mi ha colpito; più avanti nell’articolo parleremo nel dettaglio dell’Indie Dungeon, e dando quindi un veloce parere sull’Artist Alley, dove ho notato un inizio di diffusione delle “tessere fedeltà”, un’idea veramente carina, e citando la buona impressione data dallo stand di Games & Movies con le sue offerte, dove ho potuto prendere al buonissimo prezzo di 40€ (grazie a un buono sconto di 10) un controller Dualsense e una copia di Sifu Vengeace Edition a 15€, passiamo alla parte per noi più importante di questa fiera: Il Meet & Greet con Shinji Mikami.
Dico questo nel bene e nel male, perché nonostante chi possedeva il pass stampa e i biglietti esclusivi, come detto poco sopra, poteva entrare nella fiera a un orario anticipato, siamo comunque riusciti ad inserirci nella coda d’attesa per un pelo, con il sottoscritto che si è aggiudicato il 48esimo posto su solamente 50, cosa che ha quindi portato l’impossibilità di partecipare per coloro che hanno acquistato un biglietto normale, dato che prima ancora che aprissero i cancelli era praticamente già pieno; questo ovviamente non ha giustificando il comportamento di persone che hanno provato a infilarsi in mezzo alla fila o a cercare una scusa per entrare nonostante sia arrivato dopo, le colpe sono da entrambe le parti, anche perché sì, siamo entrati prima, ma abbiamo comunque dovuto aspettare 2 ore di coda.
Nonostante ciò è stato molto piacevole vedere Shinji Mikami accogliere tutti con un grosso sorriso e prendendo sempre lui l’iniziativa di stringere la mano e fare foto dopo aver autografato anche più copie di quelle consentite inizialmente. E parlando di questo, tra i vari Resident Evil 1,2,3,4 e 0 e chi come me si è portato dietro una copia di Vanquish, il vero eroe è stata la persona con uno dei primi lavori di Mikami: Goof Troop (Ecco Pippo!) per SNES.
(BoarZo)
Dovete sapere che la nostra redazione è ben suddivisa su tutto il territorio italiano, per cui eventi come la Gamesweek fungono anche da tramite per permettere a tutti o quasi i membri della redazione di potersi incontrare in presenza.
Detto ciò, per me questa è stata la seconda esperienza di Gamesweek, con la prima che risale al 2018,e, in tutta sincerità, vi dirò, di quell’atmosfera che ho provato nel 2018, con tanti padiglioni dedicati ai videogiochi e gadget a prezzi scontanti, non ne ho trovato traccia. Una fiera che quasi sembra essersi dimenticato della proprie origini, se non fosse stato per Nintendo (unico publisher grosso rimasto) e la Indie Dungeon, unico barlume rimasto di ciò che mi ero aspettato da questa fiera.
Poco di Gameweek e poco di Cartoomics (ma tanto Isybank), per un evento che ad oggi può essere girato in una sola giornata cazzeggiando con gli amici. Mi auguro che in futuro Gamesweek torni ad avere quello spirito che tanto mi ha sorpreso nel 2018.
(Se non altro, ho comprato due mazzi Commander…)
I giochi dell’Indie Dungeon
Passiamo così a parlare dei titoli provati all’interno dell’area Indie Dungeon. Come detto prima, non siamo riusciti a dare un’occhiata a tutto quanto, dal momento che ognuno di noi si è perso un giorno, ma proviamo comunque a dare le nostre opinioni a quelli che abbiamo potuto giocare.
The Good Overlord – di Atomic Hamster
Letteralmente la prima cosa che ho visto della fiera. Appena superato l’ingresso mi sono trovato davanti il banco di prova di The Good Overlord, un titolo Rogue-Like particolare dove il giocatore non deve superare le avversità, ma, sotto i panni di un Overlord stufo delle continue vittorie, far vincere il paladino di turno…o almeno provarci. Abbiamo così davanti una sorta di Game Designer Simulator, dove dovremo posizionare i vari nemici e trappole per far si che il paladino, governato da un IA volutamente poco intelligente, possa vincere i vari piani. La genialità arriva quando vediamo che il gioco si comporta esattamente come un rogue-like, donandoci potenziamenti e nemici più forti da posizionare ogni volta che il paladino supera un livello, rendendoci però così la vita più difficile, al contrario di quello che accade normalmente nei titoli del genere.
Un gioco veramente simpatico ricco anche di riferimenti e chicche estetiche molto interessanti, ma che possiede un piccolo difettuccio nella grandezza delle arene nelle prime aree, che risultano vuote rispetto a quello che il giocatore può fare.
Dino Path Trail – di Void Pointer
Altro gioco Rogue-Like, questa volta però ambientato in un Far West dove i Dinosauri non si sono mai estinti. Perché mai? Perché è figo. Con un gameplay da Twin-Stick Shooter, Dino Path Trail fa del suo vanto delle mappe più grandi rispetto ai classici livelli piccoli dei Rogue-Like, dove però rimane la proceduralità nella creazione, unendo quindi la particolarità randomica del genere a un’esplorazione free-roaming piuttosto carina, alimentata anche da una storia che prosegue e degli elementi di gioco survival.
Grosso difetto del titolo però sono i comandi poco intuitivi, cosa che speriamo venga sistemata per la release completa.
The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles – di Fix-a-Bug
Un Dungeon Crawler vecchio stile con una splendida pixelart e ricco di dialoghi divertenti. The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles ci porta un gameplay a turni con piccoli elementi dinamici per attirare l’attenzione anche di chi non è appassionato al genere, oltre che una gigantesca mole di livelli (si prevedono 50!) creati in maniera semi-procedulare e affrontabili in 3 stili diversi di gioco. Con un’idea molto simpatica, il gioco vi chiederà se preferite giocare in maniera più esplorativa, dialogativa o combattiva e sistemerà di conseguenza alcune delle sue dinamiche per facilitare la preferenza dei vostri approcci, dandovi più o meno dialoghi, scelte esclusive e altre piccole cose che lasciano ovviamente spazio anche a un po’ di ironia sulla cosa.
Block Number 5 – di OverKillas Studio
Un Metroidvania con meccaniche stealth, Block Number 5 è un titolo scritto e sviluppato da veri graffiti writer con l’intenzione di portare il titolo più “real” possibile. Molto interessante lo stile che ricorda una versione moderna dei titoli PS2 (forse dovuto al fatto che nei primi anni 2000 c’è stato il boom del graffiti style) e molto divertente la possibilità non solo di poter posizionare i graffiti in qualunque punto della mappa, ma anche poter creare i propri disegni con un editor già implementato nella demo.
Piccolo difetto le animazioni del personaggio, che deve ancora trovare un buon equilibrio per donare un’estetica a scatti senza dare l’impressione di limite tecnico.
Stonemachia – Crossfall Games
Probabilmente avete già visto questo titolo dai video meme sui social riguardo la “Chess Lore”, la Lore degli Scacchi. Stonemachia è un titolo che dà l’impressione di essere un Souls-Like ma che (fortunatamente) si avvicina di più ad essere un Hack’N’Slash molto dinamico, dove il giocatore comanda una pedina degli scacchi che può variare tra pedone, cavallo, torre e alfiere, ognuna con uno stile di combattimento diverso e con la possibilità di “switchare” tra di loro con un semplice comando. L’estetica riporta diversi stili italici, con anche nemici che ricordano alcuni simboli del nostro paese, riadattati per il combattimento, il cui unico difetto è un mancanza di un feedback quando si subisce danno, risultando in diverse situazioni dove il nostro personaggio muore senza che il giocatore se ne sia accorto.