Con tutta probabilità, in pochi si ricorderanno di quel Grand Knight History uscito su PlayStation Portable esclusivamente in territorio nipponico e mai approdato sui nostri lidi, se non in forma ufficiosa grazie ad una patch di traduzione amatoriale.
La produzione targata Vanillaware metteva in mano al giocatore un gruppo di eroi (suddivisi in tre classi, ossia guerriero, mago e arciere) da fare crescere attraverso il completamento di quest, le quali si svolgevano tramite una struttura a mo’ di gioco da tavolo, potendo ostentare una discreta varietà tra una partita e l’altra.
Il punto forte dell’esperienza, tuttavia, si riscontrava nella modalità multigiocatore online: una volta livellati ed equipaggiati al punto giusto, era possibile inviare i propri paladini in guerra per conto di uno dei tre grandi regni e rivaleggiare con gli altri giocatori per il controllo del territorio ed il conseguente ottenimento di ricompense di varia natura.
Un ottimo comparto multiplayer che sfortunatamente non durò a lungo, complice la sopracitata mancanza di localizzazione che impedì al titolo di raggiungere in tempo un bacino d’utenza maggiore e al peso di una pubblicazione avvenuta quasi al termine del ciclo vitale della console su cui girava.
A distanza di cinque anni, Tomohiko Deguchi ci riprova, con un titolo che definire seguito spirituale sarebbe un eufemismo bello stretto.
Grand Kingdom, ultima opera del director a cui dobbiamo Muramasa: The Demon Blade, si pone come obiettivo l’ampliamento della formula collaudata di cui sopra, espandendone le meccaniche di combattimento e di gestione del party in modo da rendere l’esperienza più varia e dinamica possibile.
Di questa esperienza ci è stato offerto un generoso assaggio grazie alla beta distribuita da NISA in questi giorni e valida fino al 10 maggio.
Iniziamo col dire che il titolo dispone di una giocabilità adatta tanto al veterano del genere, quanto al neofita, e questo grazie ad un tutorial, talmente esaustivo da risultare addirittura fastidioso in alcuni frangenti, che vi accompagnerà per tutta la durata della porzione di single player presente in questa demo.
In ogni caso, terminata la vostra primissima quest, vi ritroverete immischiati in una gilda di mercenari, col compito di scalarne i ranghi completando missioni su missioni col vostro personalissimo party.
Prima di partire alla carica però, sarà bene imparare a conoscere i servizi offerti dalla vostra base operativa, che spaziano dal solito negozio da cui acquistare equipaggiamento e provviste, all’addestramento utile per ri-classare le unità (non disponibile nella beta), passando per il basilare Recruiter da cui appunto reclutare i personaggi, qui limitati alle classi guerriero, mago, medico e arciere.
Una volta selezionata la quest e scesi in campo, il nostro compito sarà quello di muovere una pedina, rappresentante il party, lungo un percorso prestabilito, infarcito di insidie ma anche di bottino come materiali per il crafting e pezzi d’armamentario.
Il bello, però, sta nel momento in cui si iniziano a menar le mani e, come da tradizione JRPGistica, ciò avviene tramite un sistema a turni: ogni unità si muove quando è il suo momento a patto di avere il giusto quantitativo di punti azione da spendere (visualizzabili su una barra nella parte bassa dello schermo) e attacca utilizzando una delle abilità assegnate ai tasti cerchio, quadrato e triangolo.
Il punto cardine di questo battlesystem, lo si nota nello sferrare i colpi, poiché a seconda del nostro tempismo, verranno inflitti più o meno danni agli avversari, permettendo, ad esempio, al guerriero di lanciare in aria i suoi nemici e mantenerli sospesi a furia di fendenti come nel miglior Devil May Cry; discorso analogo per i personaggi ranged come arcieri e maghi, i cui colpi andranno messi a segno sfruttando con precisione i movimenti del mirino.
A tal proposito si denota come il titolo non premi il button mashing e, sebbene lo incentivi nei primi minuti di gioco al fine di far prendere confidenza al giocatore con i controlli, ciò riesce a renderlo un gradito mix tra strategia e tecnica.
Una volta affinate le vostre doti di pianificazione ed esecuzione, ad attendervi ci sarà una corposa modalità PvP (anche perché finite le quest, nella beta è possibile fare solo quello) a cui potrete accedere una volta stipulato un contratto con una delle quattro grandi nazioni in guerra.
Il campo di battaglia si mostra esattamente come nel single player, con la differenza che al posto degli obiettivi da raggiungere, vi saranno avamposti e punti strategici da difendere e conquistare che, una volta raggiunti, daranno il via alle lotte contro le squadre degli altri giocatori: sfidare avversari in carne ed ossa regala la sua bella dose di assuefazione, dato che le battaglie, decisamente impegnative, continueranno a susseguirsi finché quanto conteso non sarà caduto in mano ad una delle due fazioni, e la possibilità di ricevere aiuti (o cannonate) sul campo non fa che rendere le situazioni più imprevedibili quanto non lo siano già.
In definitiva, questa prima prova di Grand Kingdom lo vede promosso a pieni voti o quasi: certo, qualche piccola incertezza la si nota sin da ora, come un framerate solido durante le battaglie più atroci ma insensatamente ballerino visionando determinate schermate, e qualche problema nel bilanciamento, specie nella gestione di alcune classi.
Si tratta comunque di piccolezze che non minano, per ora, la godibilità complessiva e si spera che nella release completa, tali difetti vengano corretti com’è giusto che sia. Per il resto, tocca soltanto aspettare giugno per un’analisi più approfondita che troverete sicuramente tra queste pagine.
Ora però torno a conquistare il mondo dalla mia poltrona.
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