The Last of Us e l’onda del suo successo
Sembra impossibile, ma già tre anni e mezzo sono trascorsi dal rilascio di The Last Of Us Parte II. Era il giugno del 2020, il Covid impazzava in lungo e in largo per il mondo e ogni nuova uscita videoludica era l’equivalente di un’oasi nel deserto per un viaggiatore in preda alla sete più atroce, dato che i videogiochi in quel periodo sono stati un’ottima via di fuga dalla noia e soprattutto una buona distrazione dalla comune ansia generata da uno dei momenti storici più assurdi degli ultimi sessant’anni.
Nonostante la realtà alternativa narrata in The Last Of Us fosse anch’essa piagata da una pandemia – ben più letale e pericolosa di quella reale – il secondo capitolo fu in grado di catturare e far emozionare una miriade di giocatori, generando un enorme successo di critica e di pubblico, così come era accaduto con il suo predecessore nell’ormai lontano 2013.
Naughty Dog, ben conscia di questo fatto, ha deciso di deliziarci, negli anni subito successivi, con un remake che rivedeva la grafica e alcune meccaniche di gameplay della prima iterazione della saga e con un’ottima serie TV prodotta da HBO su di essa basata.
Nel novembre 2023, sempre cavalcando l’onda del successo, è stata annunciata per gennaio dell’anno successivo una remastered di The Last Of Us Parte II, che avrebbe reso più completa e godibile l’esperienza su PS5, aggiungendo nuovi contenuti e limandone l’aspetto grafico (qui potete vedere il trailer di annuncio).
Il momento ora è giunto e se si è già in possesso di una copia retail o digitale per PS4 è possibile acquistare il pacchetto “remastered” a soli dieci euro, altrimenti sarà necessario sborsare 49.99 euro, dato che il titolo è disponibile anche stand-alone sia sugli scaffali fisici che virtuali.
La domanda che sorge naturale è sicuramente una a questo punto: varrà la pena sborsare dieci bigliettoni per tornare tra le desolate strade di Seattle con Ellie e compagnia?
Vi daremo le risposte che cercate nelle righe a seguire, in cui ci concentreremo nel valutare le novità introdotte in questa produzione. Tralasceremo aspetti come trama e gameplay di base, per i quali sono già state spese copiose quantità di inchiostro negli ultimi tre anni e mezzo (qui potete leggere la nostra recensione)
“Lost Levels” e commento degli sviluppatori – Chicche per i fan più curiosi
Un sottotitolo forse più elegante e adatto a questa riedizione di TLOU II forse sarebbe stato proprio “Director’s Cut”.
Alcune delle aggiunte contenutistiche più intriganti infatti sono incentrate sul far conoscere all’appassionato più indomito i processi creativi che hanno portato alla realizzazione del titolo.
I Lost Levels – nome che strizza non poco velatamente l’occhio al secondo capitolo per NES di Super Mario Bros. uscito solo in Giappone – sono alcuni scenari tagliati dal gioco completo che è possibile giocare in versione pre-alpha e in cui è attivabile un commento audio degli autori dove spiegano come sono stati pensati e costruiti. Non sono quindi, come alcuni pensavano, parti aggiuntive dell’avventura che si incastrano nella narrazione. Sono selezionabili fin da subito dal menù principale sotto la voce “Dietro le quinte” e sono solamente tre, dalla durata piuttosto esigua e giocabili a sé stanti. Sono necessari circa cinque minuti per completarne uno, quindici/venti per vedere nell’interezza ciò che il trittico ha da offrire.
Una volta terminata la campagna principale, vi è poi la possibilità di attivare un commento audio durante i filmati in cui Neil Druckmann, Laura Bailey, Troy Baker e altre personalità coinvolte nel doppiaggio e nella realizzazione svelano alcune chicche interessanti.
Oltre a questo sono presenti quattro podcast, in cui gli autori trattano e discutono tematiche come lo svolgimento degli archi narrativi di Ellie ed Abby e la loro psicologia, tramite un’analisi approfondita e ragionata. L’unico neo è che sono tutti in inglese senza sottotitoli, quindi chi non conosce la lingua d’Albione è purtroppo tagliato fuori dal comprenderli.
In sostanza quelli che abbiamo appena menzionato sono i classici contenuti che potreste trovare in una versione Director’s Cut di un film che avete particolarmente amato e che vi aiutano a scoprine alcuni interessanti retroscena.
Ovviamente però in Naughty Dog hanno pensato di offrire anche qualcosa in più a chi vuole stringere in mano il pad per giocare e divertirsi.
“Senza Ritorno”, chitarre da suonare, skin e riepilogo speedrun – Pane per chi mastica il gameplay
Il cuore pulsante della remastered, a livello di gameplay, è sicuramente la modalità roguelike intitolata “Senza Ritorno”. In essa sarà possibile affrontare alcuni scontri generati “randomicamente” (inizialmente, proseguendo sarà possibile anche personalizzarli), sia a livello di nemici, sia a livello di ambientazione.
Potremmo ovviamente impersonare Ellie ed Abby, ma la sorpresa più grande è scoprire che è possibile sbloccare e giocare per la prima volta anche nei panni di altri comprimari che compaiono nella storia principale, tra cui Dina, Tommy, Lev e lo stesso Joel.
A rendere il tutto più profondo sono l’equipaggiamento iniziale e i tratti distintivi unici da cui ogni personaggio è caratterizzato, rendendo la scelta diversificata non solo da un punto di vista estetico ma anche sotto il profilo ludico. Per farvi un esempio: Abby partirà con una pistola e un martello in dotazione e come tratto avrà quello di curarsi in automatico uccidendo avversari in mischia, mentre Ellie inizierà la sfida anch’ella con una semplice pistola, ma anche con una molotov e con la capacità di crearne altre.
Con Dina invece sarà più importante concentrarsi nel creare trappole o bombe stordenti, dato che le sue abilità sono legate alla costruzione di oggetti che possano distrarre o confondere il nemico per poi sorprenderlo ed eliminarlo.
Sostanzialmente la scelta di ogni personaggio prevede che il giocatore adotti uno stile di gioco diverso in base a quelle che sono le sue capacità, in modo da sperimentare a fondo tutte le numerose dinamiche che il gameplay sa regalare.
Una volta che poi le danze avranno inizio, dovrete arrivare in fondo alla sequenza di stage che il gioco vi proporrà senza mai morire, accumulando nel frattempo consumabili e armi e migliorando quest’ultime tra una sfida e l’altra con le risorse ottenute. Se completerete un tot di “livelli”, alla fine ci sarà un boss ad attendervi, se invece farete game over tra uno e l’altro, dovrete ricominciare daccapo rinunciando a tutti i beni che avete ottenuto col vostro sangue e sudore.
Importante da menzionare è che i vari stage pre-boss saranno caratterizzati da modalità differenti tra loro, in cui l’obiettivo sarà differente per ciascuna.
In modalità Assalto sarà necessario eliminare e respingere tutte le ondate di nemici che arriveranno ad attaccarci, siano essi infetti, serafiti o truppe WLF, mentre nella modalità Conquista bisognerà eludere o comunque cercare di evitare di allertare gli avversari per raggiungere una cassaforte da loro protetta e aprirla prima dello scadere del tempo. Ce ne sono ovviamente un altro paio che vi lasciamo il piacere di scoprire per non spoilerarvi troppo.
Se completerete poi determinati achievement – tipo, sconfiggere quattro nemici con le molotov in uno scontro – potrete sbloccare nuove skin per i personaggi che potrete godervi sia giocando a “Senza Ritorno”, sia affrontando l’avventura principale.
Quelle menzionate ovviamente sono solo le basi di quella che è una modalità roguelike piuttosto profonda e che ha sicuramente molto da dire agli appassionati del genere. Non solo a loro però, considerando che è possibile selezionare sin da subito la difficoltà a cui giocare, rendendola appetibile anche ai meno avvezzi e pratici. Personalmente ci ho trascorso qualche ora di sano divertimento tra un impegno e l’altro, essendo le partite molto rapide e incalzanti.
Sempre per i giocatori più hardcore, è stata inserito un “Riepilogo Speedrun”, sbloccabile a campagna principale terminata, che salva i i tempi migliori per le varie sezioni di gioco, invogliando a migliorarsi sempre di più e a completare i vari capitoli il più rapidamente possibile.
Per chi invece è stanco di scappare o maciullare orde di infetti e vuole solo rilassarsi è disponibile la piacevolissima “Modalità Chitarra Libera” in cui è possibile cimentarsi nell’esecuzione di melodie senza limiti di tempo e senza obiettivi, accarezzando il touch pad del DualSense come fossero le reali corde dello strumento. Già vedo YouTube, TikTok e Instagram invasi da reels in cui gli utenti fanno suonare ai personaggi di The Last of Us le loro canzoni preferite.
Ma in tutto ciò il lato visivo come si comporta? Siamo davvero davanti ad una rivoluzione rispetto all’edizione originale?
Un mondo post-apocalittico bellissimo da vedere ancora oggi
Senza tanti giri di parole: The Last of Us Parte II già prima di questa remastered non sentiva per nulla il peso dei tre anni e mezzo che ha sul groppone, risultando oggi ancora una gioia per gli occhi da vedere.
Questa versione, migliora ulteriormente l’esperienza, permettendo di giocare con risoluzione nativa in 4k a 30 fps tramite la modalità Fedeltà e a 1440p “upscalati” a 4K se si opterà per la modalità Prestazioni, che manterrà però il frame rate sui 60 fotogrammi al secondo costanti. Se si sarà invece in possesso di un televisore dotato di HFR, sarà possibile attivare un’apposita opzione che permette di disattivarne il limite di frequenza.
Al di là di queste info tecniche, le ombre e le texture sono ancora più definite, così come sono state migliorate la draw distance e certe animazioni, andando a comporre un quadro visivamente perfetto e difficilmente riscontrabile in altre produzioni.
Ovviamente l’operazione è differente rispetto a quella compiuta con il remake del primo The Last Of Us; quest’ultimo è stato ricreato da zero, per renderlo più in linea con lo stile visivo del secondo capitolo. Nel caso di Parte II, gli sviluppatori hanno ripreso in mano la build pre-esistente del titolo e ne hanno ripulito e migliorato alcuni aspetti, rendendolo più fluido, gradevole e adatto alla generazione attuale. Inoltre è stato aggiunto il feel aptico del DualSense: strisciare sulla neve o sentire la resistenza delle armi tramite i grilletti adattativi sarà molto immersivo.
Conclusioni – Una remastered che vale il suo prezzo
Dopo aver analizzato le principali novità introdotte in The Last Of Us Parte II Remastered la conclusione che si può raggiungere è una soltanto: dieci euro sono un prezzo più che onesto per quella che è a tutti gli effetti un’edizione definitiva di un gioco che ha, sotto molti aspetti, segnato una generazione videoludica.
Il commento degli sviluppatori, insieme ad una modalità roguelike che farà trascorrere parecchie ore di divertimento a chi ama sperimentare e assaporare fin nei più reconditi dettagli il gameplay della produzione, uniti ad un aspetto grafico ripulito e più bello e più godibile che mai valgono sicuramente l’esborso della cifra per chi è già in possesso di una copia e vuole (ri)vivere quest’esperienza. Certo, forse dai Lost Levels ci sarebbe aspettato di più di tre semplici scenari in pre-alpha completabili in pochissimo, ma alla fine va bene così.
Non vi resta quindi che mettervi in marcia con Ellie e la sua sete di vendetta per le violente strade di una Seattle post-pandemica, ancora una volta.
Certe storie vale la pena riviverle, soprattutto quando ci vengono offerte in un’edizione migliore ad un prezzo stracciato.
|
|