Persona è una serie di giochi a me molto cara, in particolar modo il 3 (nello specifico il portable) in quanto primo titolo della serie a cui abbia mai giocato e che mi ha fatto avvicinare al brand. Per questo motivo alla notizia della riproposizione del titolo sono rimasto contento, almeno fino a quando non ho scoperto che si trattasse del portable e non di un remake ma di una remastered.
Il Bundle che andremo a recensire oggi contiene non soltanto la remastered di Persona 3 Portable, ma anche del 4 Golden, che a quasi a un anno di distanza viene riproposto su tutte le altre piattaforme.
Detto ció ho preso il controller in mano e… bhe c’è molto da dire.
Indice
La storia
Persona 3 Portable
Breve premessa, Persona 3 Portable e la versione che Atlus, nel distante 2010 ha riproposto per psp, facendo degli importanti cambiamenti. Prima di tutto il titolo acquisisce una veste più improntata alla visual novel con il giocatore che potrà spostarsi tra i vari ambienti diurni tramite un puntatore e senza esplorazione diretta del personaggio. Inoltre presenta una ulteriore modifica: a differenza del FES, il titolo perde il “The Answer”, parte in cui assistiamo al vero finale del gioco, guadagnando invece una run alternativa in cui il protagonista sarà femminile e cambianso di conseguenza i rapporti e i social link interni al gioco.
Persona 3 Portable riguarda le vicende del protagonista ( di cui utilizzeremo il nome canonico del manga) Minato Arisato, che ritorna nella città di Tatsumi Port Island dopo 10 anni dalla morte dei propri genitori. Minato si trasferirà nel dormitorio Iwatodi, dove essendo arrivato in ritardo farà conoscenza con un misterioso ragazzino chiamato Pharos che gli chiederà di firmare un contratto. Da li a poco Minato verrà introdotto nel SEES (Squadra Speciale di Esecuzione Extracurricolare), un club alla Gekkoukan High School mascherato da normale club scolastico, dove verrà a conoscenza delle “Ombre” e dell'”Ora Buia“, una venticinquesima ora segreta di cui solo pochi individui con il “potenziale” sono a conoscenza; tutti gli altri umani, invece, si trasformano in bare, salvo rare eccezioni.
Le Ombre attaccano gli umani senza potenziale in grado di risvegliarsi all’interno dell’ora buia, divorandone la mente e causando quella che viene definita “Sindrome dell’Apatia“, una condizione misteriosa che mette i soggetti in uno stato vegetativo, simile ad un trance, in cui perdono la voglia di vivere divenendo in questo modo i “Perduti”.
Insieme ai membri del SEES, Minato si avventurerà all’interno del Tartaro, colossale torre che appare solamente durante l’ora buia al posto della scuola, con l’obiettivo di scoprire l’origine di questi fenomeni e come fermarli.
Da qui in poi lascerò a voi il piacere di scoprire le vicende narrate di quello che ritengo il titolo più interessante della serie, sebbene anche uno dei più grezzi, dato che è stato il primo ad introdurre il combat system attuale e il sistema visual novel/social links.
Persona 4 Golden
Cosi come avvenuto per Persona 5 Royale (di cui potrete trovare la nostra recensione qui), Persona 4 Golden e una versione rifinita del titolo originale per PS2, dove il giocatore avrà a disposizione più persona da poter creare e utilizzare, 3 social link aggiuntivi e vari elementi che poteranno a risvolti diversi nella trama.
In persona 4 Golden ci ritroveremo nei panni del protagonista (di cui anche qui sceglieremo il nome canonico) Yu Narukami, che si ritrova a vivere con lo zio Ryotaro Dojima e sua cugina minore Nanako Dojima e a frequenta la Yasogami High School della ridente città di Inaba. A scuola faremo amicizia con Chie Satonaka, Yukiko Amagi e Yosuke Hanamura, i quali in breve diverranno preziosi compagni di avventura.
Durante la prima giornata in città, il nostro protagonista farà uno strano sogno che gli fornirà il suo primo persona: Izanagi. Grazie a Chie, il protagonista e Yosuke scoprono una leggenda urbana chiamata “Midnight Channel“, ovvero guardando una TV spenta a mezzanotte in una giornata piovosa, e possibile vedere una strana figura.
Da li a poco i protagonisti scopriranno che gli strani omicidi che avvengono ad Inaba sono collegati al Midnight Channel, cosi decideranno di entrare nel distorto mondo della TV, con lo scopo di smascherare l’artefice di tali omicidi.
Persona 4 (e conseguenzialmente il Golden) è probabilmente il miglior titolo della serie; infatti, imparando dall’esperienza del predecessore, migliora di molto non soltanto il bilanciamento generale del gioco migliore, ma anche la scrittura, che diviene più profonda e accurata, con personaggi che appaiono e interagiscono in modo realistico, risultando in generale più interessanti rispetto al party (abbastanza stereotipato) di Persona 3.
Insomma, se avete amato il 5, sappiate che dovete il gamplay a Persona 3 e la scrittura al 4.
Il gioco
P3P
Prima di descrivere le “novità” introdotte in questa remastered farò un recap delle differenze apportate dal Portable.
Prima di tutto, in Persona 3 Portable assistiamo, come anticipato pocanzi, ad un drastico taglio del materiale di esplorazione, almeno nella parte diurna, per assistere al contrario ad un miglioramento generale dal lato del gameplay notturno. Con P3P, se da un lato perdiamo l’uso delle Chain Move (mosse utilizzabili mediante l’uso di combinazioni specifiche) tra i Persona del protagonista e della possibilità di equipaggiare qualunque tipologia di arma il gioco fornisca, otteniamo un buon bilanciamento generale dei combattimenti, dei persona e della curva di crescita della difficoltà (contro l’originale in cui il protagonista si ammalava ogni 10 minuti facendovi perdere tempo prezioso), ma soprattutto la possibilità di controllare direttamente le azioni di tutti i membri del party, ed una serie di dungeon sfida accessibili in NG+.
Per quanto riguarda la remastered, che potremo considerare più un porting, avremo alcune impostazioni aggiuntive di salvataggio, di difficoltà ed infine piccole personalizzazioni come il quantitativo di esperienza acquisito, i danni subiti, la possibilità di continuare dopo la propria morte e non dover iniziare dall’ultimo salvataggio. Insomma poca roba.
P4G
Come per Persona 3 Portable anche qui assistiamo ad un operazione di porting dal titolo per PSVita, ma al contrario del predecessore, partendo da una base più moderna, la qualità del titolo è di tutto rispetto. Inoltre le opzioni aggiunte sono maggiori e si dividono in:
- Danni subiti: Danni inflitti a un membro del party da qualsiasi nemico.
- Danni inflitti: Danni inflitti da un membro del party a qualsiasi nemico.
- Punti esperienza ottenuti: Punti esperienza assegnati dopo ogni combattimento.
- Denaro ottenuto: Yen assegnati dopo ogni combattimento.
- Retry nei dungeon: Determina se il gioco consente un retry quando il protagonista viene sconfitto in un combattimento facendolo ripartire all’ingresso del livello del dungeon dove ha perso il combattimento o lo invia direttamente alla schermata del titolo.
- Retry in combattimento: Determina se il gioco consente una retry quando il protagonista viene sconfitto in un combattimento riportandolo in vita e ripristinando tutti i membri del party alla massima HP e SP per continuare il combattimento
A questo aggiungiamo anche la possibilità di effettuare salvataggi rapidi durante qualunque momento del gioco.
La Tecnica
P3P
Qui arriviamo veramente alla nota dolente di questo porting, se infatti la versione psp risulta curata, sebbene non la preferita dagli amanti di Persona 3, il lavoro svolto nella realizzazione di questo porting si mostra veramente pigro e svogliato, senza alcun tipo di impegno messo da atlus per realizzarlo. Il titolo infatti fa largo uso di IA gratuite per l’upscaling delle immagini; se da un lato, infatti vediamo modelli (comunque pensati per PSP, e si vede) e sagome dei dialoghi ben realizzate e in alta definizione, si abbassa drasticamente la qualità quando si guardano gli sfondi e gli scenari, pieni di sbavature e mal realizzati, tipiche di IA a basso costo. A questo aggiungiamo anche la riproposizione dei pochi filmati presenti in game (perché il portable non presenta le scene animate del 3) rimaste a 480p e chiaramente sfocate, insomma un lavoro pessimo su quasi tutta la linea.
Anche il comparto audio non è da meno, con diversi momenti che presentano delle tracce audio compresse, dalla qualità infima, spesso inudibili o gracchianti.
Unica nota veramente positiva, per la prima volta il titolo è interamente tradotto in Italiano.
P4G
Essendo questo un porting della versione steam del 2022, il lavoro effettuato è molto curato, senza grosse sbavature ne sotto l’aspetto visivo, ne uditivo. Inoltre, come avvenuto con Persona 5 Royale e Persona 3 Portable questa nuova versione presenta, per la prima volta, la lingua italiana.
Conclusione
Se possedete il gamepass, vi invito vivamente a provare questo bundle, per la bella esperienza che i titoli in se portano, per conoscere le origini della serie divenuta famosa nel modo solo grazie a Persona 5 Royale e per poterne godere finalmente in Italiano. Due titoli che si dividono in: un porting, se da un lato, specie per la facilità d’approccio, è un ottimo modo per essere introdotti alla storia di Persona 3, dall’altro non è la versione migliore del titolo, specie sotto un comparto tecnico a livello grafico e sonoro che lascia molto a desiderare, e una vera e propria remastered che permette di godere a 360 gradi della bellezza di Persona 4.
Infine, per quanto non lo facciamo mai, vi lascio con quella che anche per me è una speranza, ovvero che la voce che Atlus stia lavorando su un remake di P3 (incrociamo le dita per il FES), siano vere, al fine di farvi realmente godere della bellezza di Persona 3.
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