Pubblicato il 12/11/25 da Salvatore Bova

Ninja Gaiden 4 – Recensione

Ninja Gaiden è tornato, più brutale che mai
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Ninja Gaiden 4 – Recensione

Ad inizio anno, Koei Tecmo ha sorpreso un po’ tutti pubblicando la versione “Black” di Ninja Gaiden 2 Sigma ed annunciando, lo stesso giorno, anche un 4° capitolo, come se il tutto fosse un chiaro messaggio al mondo: “Ninja Gaiden è tornato baby!”.
E mai nessuna frase fu più azzeccata di questa.
Ninja Gaiden è una serie storica, che ha toccato svariate generazioni di console, ma è con i suoi capitoli in 3D, sin dalla primissima Xbox, che è riuscita a raggiungere le masse e, per fortuna, a conquistarle.

Ecco, questa opera non è innovativa, anzi, però grazie all’enorme rispetto per il passato e a delle piccole migliorie su ciò che già rende Ninja Gaiden unico, il titolo riesce a convincere nel modo in cui speravo.

 

Trama

Il protagonista che “coccola” il malcapitato di turno

Se giocate Ninja Gaiden per la trama, beh, ho brutte notizie per voi
Come di consueto la trama è molto banale, per usare un eufemismo, ma perlomeno riesce a non risultare a tratti imbarazzante come quella del 3° capitolo.

Per riassumerla in poche parole: dopo la sconfitta di Drago Nero, entità malvagia direttamente collegata alla Spada del Drago Nero (chi lo avrebbe mai detto?), si è sparso un miasma maledetto sulla città di Tokyo, che appare tecnologica e distopica. L’obiettivo per il nuovo protagonista, Yakumo, inizialmente è trovare ed uccidere la sacerdotessa del Drago Nero, nella speranza che la maledizioni si plachi; tuttavia, al primo dialogo tra Seori, questo il nome della sacerdotessa, e Yakumo, capiamo che le cose sono molto più complesse di così.
Seori infatti ci comunica che l’unica soluzione per spezzare la maledizione è “resuscitare” il Drago Nero, purificando tutti i suoi sigilli sparsi nel mondo.
Inizia così un viaggio tra foreste, santuari, città, il tutto per trovare questi manufatti e salvare Tokyo.

Tralasciando gli ovvi limiti di trama, un punto che personalmente mi ha lasciato l’amaro in bocca è proprio Yakumo: purtroppo come protagonista risulta piatto, non avente neanche un decimo del carisma dello storico protagonista Ryu Hayabusa.

Gameplay

Yakumo modalità allenamento
Il protagonista Yakumo nella “Training Mode”

Passiamo adesso alla parte clou del gioco, la vera essenza del perché Ninja Gaiden è tra i migliori Hack & Slash in circolazione.
Parto con il dire che l’inedita accoppiata Platinum Games e Team Ninja ha funzionato egregiamente; eppure si sa, i creatori di Bayonetta 3 sono dei veri e propri maestri nel loro genere e anche stavolta posso affermare con certezza che non hanno toppato.
Il gioco risulta brutale ed esagerato nelle esecuzioni, proprio come lo abbiamo sempre voluto!

Per iniziare, hanno sistemato, in gran parte, il nemico ricorrente di tutti i capitoli precedenti: la telecamera. Questa, per fortuna, non si incastrerà più nelle varie pareti e possiamo dire addio a colpi non “parryati” o schivati per colpa della telecamera stessa. Buono pure il sistema di puntamento sui nemici, risulta affidabile e non mi ha creato problemi di sorta.

Come per i capitoli precedenti, avremo 2 tasti d’attacco: veloce e lento, che possono essere concatenati per combo ancora più spettacolari rispetto al passato.
Una meccanica ricorrente, e quindi presente anche qui, è il possibile taglio degli arti dei nemici durante l’esecuzione delle combo; infatti, se un nemico si ritrova, ad esempio, senza un braccio, sarà possibile premere il tasto dell’ attacco pesante per far partire una breve animazione con conseguente esecuzione istantanea e brutale sul ninja ostile di turno.

Una gradita novità di questo capitolo è la “Modalità Corvo Sanguinario” di Yakumo, attivabile tenendo premuto il grilletto sinistro, che aggiunge nuove mosse al già vastissimo moveset. Questa modalità è utile perché spezza la guardia dei nemici ed inoltre interrompe alcuni attacchi imparabili, distinguibili dagli altri con l’apposita icona di pericolo.
Sottolineo che anche Ryu sarà giocabile più avanti nella storia, ma il suo moveset è pressocché identico al passato, con giusto qualche miglioria.
Schivate e parry invece seguono la medesima logica dei capitoli precedenti.
Il tutto risulta molto accessibile al neofita, ma anche estremamente profondo ed appagante per chi vuole addentrarsi con le varie combo. Il gioco incoraggia questa proposta, in quanto è presente anche una modalità allenamento, oltre che la possibilità di provare le abilità appena acquistate.

Altro punto fondamentale dei Ninja Gaiden è la difficoltà punitiva delle varie sezioni e questo capitolo non fà eccezione. Il livello di sfida infatti è sopra la media e potrebbe richiedere numerosi tentativi ai giocatori meno abili; per fortuna, per quanto il gioco resti punitivo nella sua forma, non è mai scorretto verso il giocatore, incoraggiando la volontà nel volersi migliorare amputazione dopo amputazione.

Da elogiare anche il sistema di progressione, equilibrato ed ottimo. Ci sono una smisurata quantità di abilità da sbloccare durante l’avventura tramite il nostro mentore Tyran, che ci assisterà anche nel caso in cui fallissimo per svariate volte a sconfiggere un boss. L’aiuto, purtroppo, non sembra disattivabile, tranne nel caso in cui siate masochisti e giocaste in modalità “Master Ninja”.

Da segnalare anche il “Purgatorio“, una specie di dimensione alternativa attivabile attraverso un apposito portale nascosto nei vari livelli. Questa sezione offre delle impegnative battaglie opzionali, che hanno come premio delle risorse utili al potenziamento del personaggio.

Un po’ come accade per DMC, anche qui, a fine livello, viene assegnato un voto alla nostra performance, migliorabile grazie alla potenziale infinita rigiocabilità

Bruttine, devo dire, le sezioni in cui si deve scivolare sulle rotaie: il tutto appare come una forzatura non necessaria.
Così come sono anonime le sezioni di “parkour”, dove tra rampini e corse sui muri si ha la sensazione che il tutto sia solo li come riempitivo e non come parte integrante dell’esperienza.

Comparto Grafico

Ninja Gaiden 4 Tokyo
Ninja Gaiden 4 graficamente è un po’ indietro

Sarò molto onesto in tal senso: il gioco non spicca in impatto visivo, anzi sembra indietro almeno di una generazione.
Paradossalmente NG2 Black, presenta ambientazioni ed effetti molto più dettagliati, mentre questo 4° capitolo ha fatto “il compitino”.
Non è necessariamente un male in tal senso, anche perchè in un gioco frenetico di questo tipo sono essenziali la fluidità e la pulizia grafica piuttosto che riflessi e texture spaccamascella.
Per questo motivo il gioco gira egregiamente anche su PC con configurazioni più vecchiotte, mentre su console abbiamo 3 modalità: Qualità a 30 Fps, Prestazioni a 60 Fps e Prestazioni Ultra a 120 Fps, assoluta novità. Quest’ultima presenta artefatti grafici ben visibili ed inoltre l’upscaling proposto non è sempre bello da vedere. La modalità Prestazioni mi è sembrata quella più equilibrata tra tutte.

Altra nota dolente, su cui si poteva osare decisamente di più, sono le ambientazioni, di qualità altalenante e non sempre dettagliatissime, per non parlare degli sfondi delle varie sezioni che spesso sono in bassa risoluzione. La struttura delle mappe però incentiva all’esplorazione, necessaria per ottenere risorse risparmiando Ninja Points.
Stessa sorte è toccata ai nemici “comuni”, spesso poco ispirati e con una sensazione invadente di riciclo di asset; anche qui, senza dubbio, poteva e doveva essere fatto molto di più. 

Sonoro

Ninja Gaiden 4 Commander DDO
Commander DDO, prima boss fight del gioco

Non me lo aspettavo, però devo dire che molte OST (soprattutto delle boss fight) sono eccezionali. Per fare un esempio, la prima boss fight con Commander DDO è accompagnata da una soundtrack che sembra uscita da Metal Gear Rising: Revengeance, cantata dall’immancabile Victor Borba, che ormai a partire da Bury The Light in DMC5 ce lo troviamo in moltissime produzioni (Une vie à t’aimer vi dice niente?).

Questa eccezionalità viene alternata da tracce ambient che fanno il loro lavoro, sebbene di qualità inferiore. Gli effetti sonori dei colpi tutto sommato sono buoni e non ho trovato criticità da segnalare.
Buono anche il doppiaggio, sia inglese che giapponese, entrambi ben recitati e capaci di dare enfasi ai personaggi nelle fasi di gioco più intense.

Conclusioni

Ninja Gaiden 4 riesce pienamente nel suo intento: riportare la saga sulla bocca di tutti. Ci riesce grazie ad un gameplay frenetico, accessibile (ma allo stesso tempo tecnico e profondo) e variegato. La quantità di sangue e brutalità è la ciliegina sulla torta di un more of the same che noi tutti volevamo da questo titolo; un capitolo che non innova, ma tocca le corde giuste per i vecchi e nuovi fan della saga.

Le principali criticità le ho riscontrate sull’aspetto grafico dell’opera, dove ho notato una maggiore pigrizia e una maggiore tendenza a risparmiare risorse. Ottimo e inaspettato il comparto sonoro, che mi ha saputo regalare qualche sana scarica di adrenalina mentre affettavo il boss di turno.
Da rivedere Yakumo come protagonista, troppo piatto e anonimo rispetto allo storico protagonista della saga; sotto questo punto di vista, spero di assistere ad un effetto “Nero” , che è passato dal piattume di DMC4 alla caratterizzazione vista in DMC5

  • Gameplay Frenetico ed Impegnativo
  • Affettare i nemici è estremamente soddisfacente
  • Comparto sonoro sorprendente

 

  • Graficamente non all'altezza
  • Yakumo non dà la sensazione di poter rimpiazzare Ryu
  • Trama scontata e banale

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