Pubblicato il 25/09/23 da Barbarossa

Mortal Kombat 1 – Recensione

Ritorno al Futuro, ma splatter.
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Mortal Kombat 1 – Un nuovo inizio

Vi avevo lasciati nel 2019 parlandovi di Mortal Kombat 11 e di tutto quello che avevo gradito in quel gioco che, come ogni capitolo di questo franchise ormai trentennale, ai tempi risultava essere veramente il migliore della serie. Nel 2023 posso dirvi che questo ultimo aspetto non cambia, anche se a cambiare, rispetto al suo predecessore, sono molte delle possibilità che Mortal Kombat 1 offre ai suoi giocatori. Una nuova storia, un nuovo sistema di combattimento – quello dei Kombattenti Kameo -, così come tante piccole migliore alle meccaniche di gioco che avevano purtroppo reso un po’ opaco lo splendente e bellissimo Mortal Kombat 11, nel suo maturare negli anni. Mortal Kombat 1 vuole rappresentare un nuovo inizio per NetherRealm Studios, un reset (o quasi) di tutto il passato che abbiamo imparato a conoscere ed amare in tutti questi anni, dandoci però, così, la possibilità di riscoprire perché Mortal Kombat è uno dei franchise di giochi di combattimento più famosi al mondo.

Il livello di dettaglio degli stage è veramente impressionante

Gameplay e comparto tecnico – Un occhio al passato e uno al futuro

Mortal Kombat 1 tiene un occhio al passato ed uno al futuro, quando si parla di gameplay. L’occhio al futuro è sicuramente dato dai Kombattenti Kameo, una serie di personaggi, ognuno con 3 mosse uniche, che vi assisteranno in battaglia, che funzionerà un po’ come un sistema di assist. Questi Kombattenti Kameo, tra le cui fila spuntano nomi di spicco come Jax o Sonya Blade (anche se mi è dispiaciuto che Jax non sia giocabile attivamente), vi permetteranno di estendere le vostre Kombo ma anche spezzare repentinamente quelle dell’avversario. Mentre l’utilizzo offensivo di un Kombattente Kameo spenderà la sua barra dedicata di attivazione, l’utilizzo difensivo, al contrario, vi farà spendere energia della barra del vostro personaggio. Ed ecco il primo occhio al passato: praticamente tutto torna ad essere gestito attraverso questa barra, divisa in 3 sezioni, che verrà caricata durante il kombattimento.
Essendo completamente spariti i Krushing Blow, questa barra rappresenterà la vostra possibilità di infliggere più danni spendendone una porzione nell’eseguire specifiche mosse, ottimizzando il vostro output di danni. L’occhio al futuro, invece, è dato anche dall’introduzione di un semplice ma efficace sistema di kombo aeree, che ora vi darà modo di eseguire soddisfacenti ed estremamente dannose sequenze di colpi anche mentre siete in aria: questa possibilità è veramente immediata da interiorizzare e vi offrirà un grande spettacolo, nei vostri match all’ultimo sangue.

Mortal Kombat 1 rimuove anche la possibilità di roll e attacchi al wake-up, diminuendo un po’ quell’effetto “tiro di dado” per cui il suo predecessore è stato così tanto criticato negli anni e che tanta frustrazione era in grado di regalare a chi non sapeva completamente cosa stava accadendo a schermo. Al contrario, questa ultima iterazione si muove nella direzione opposta: un estensivo tutorial, ancor migliore di quello del suo predecessore, permette ai giocatori di imparare tutte le meccaniche e le dinamiche di questo picchiaduro (ma in realtà anche tutti gli altri, che dovrebbero ampiamente ispirarsi a come è stato fatto da NetherRealm Studios) passo dopo passo, dosando le informazioni con un giusto rateo di distribuzione, evitando di sbattere in faccia ai giocatori tonnellate di informazioni tutte insieme, ma dando la possibilità di provare, capire, evolvere man mano che il tutorial si fa più profondo. Per ogni singolo Kombattente, invece, sono presenti 7 sfide di Kombo di difficoltà crescente, ognuna con un reward di soft currency, per potersi comprare qualche accessorio.

Come sempre, NetherRealm Studios si conferma essere il leader indiscusso per questo settore quando si parla di Story Mode. La storia di Mortal Kombat 1, per quanto non complessa per la sua trama, ci riporta a vivere la storia dei personaggi principali da un nuovo punto di vista, cosa resa possibile da come si è evoluta la storia di Mortal Kombat 11 e del suo DLC. Nonostante fosse l’ennesima volta che vestivo i panni di Sub-zero, Skorpion e tutta la compagnia degli schiaffi, questo giro di giostra ho sentito un legame più forte con essi, forse perché era un “nuovo” inizio anche per me, oltre che per il franchise. C’è qualcosa di quasi romantico nel vedere un Raiden umano diventare protettore del Regno della Terra che si scanna all’ultima kombo con il Generale Shao (e ho detto Generale, non Khan).

Rain con Sektor come Kombattente Kameo… la strana coppia (che scoppia)

L’assenza della Kripta è stata parzialmente sostituita dalle Invasioni, mappe con tematizzazioni uniche da esplorare e in cui vi scontrerete con nemici particolari, cercando di accaparrarvi le personalizzazioni dei personaggi e soft currency. Non è una modalità particolarmente innovativa, ma vi permette di ampliare l’esperienza da giocatore singolo, una volta terminata la Story mode.

Il reparto online è pressoché in linea con quello del 2019, non portando vere aggiunte al lancio. Il crossplay è in sviluppo e arriverà in seguito e avrebbe di sicuro fatto un po’ di differenza in un ambito dove Mortal Kombat 1 si limita al compitino, senza veramente aggiungere nulla, come vi anticipavo poc’anzi. Il sistema c’è e funziona, ma non fa nulla più di questo.

Come ultima cosa, ma non per importanza, il comparto grafico di Mortal Kombat 1 è incredibile sotto ogni punto di vista. Particellari, modelli, ambienti… tutto in Mortal Kombat 1 brilla di luce propria e, in alcuni casi, mi ha fatto smascellare per la definizione grafica con cui è stato trasposto in gioco. Gli sviluppatori di NetherRealm Studios riescono veramente a superarsi ogni iterazione, spremendo fino all’ultimo il motore grafico utilizzato per sviluppare il titolo: in questo caso, Unreal Engine 4 (ebbene sì, non il 5).

Mortal Kombat 1 – L’ennesimo passo avanti

In definitiva, Mortal Kombat 1 rappresenta l’ennesimo passo avanti per questo franchise che riesce, puntualmente, a portare grandi novità per il titolo senza mai distorcere la sua vera natura, che ormai ci accompagna da più di 30 anni. Rimane un grandissimo acquisto per gli amanti dei picchiaduro, a prescindere da quale fazione si sentano rappresentati (Street Fighter, Tekken o Mortal Kombat, appunto), e secondo me può essere un ottimo titolo per chi si vuole avvicinare al genere grazie alle sue opzioni di accessibilità e il suo estensivo e ben fatto tutorial. Sangue e interiora sono sicuramente uno dei capisaldi di Mortal Kombat ma posso dirvi che, finalmente, rappresentano solo una porzione di tutto quello che Mortal Kombat 1 è diventato e ha da offrire.

See you, Game Cowboys!

  • Comparto grafico eccezionale
  • Tutorial che fa scuola
  • Gameplay immediato ma non banale

 

  • Compartimento online funzionante ma senza novità

 

 

Barbarossa - Biografia

Game designer, ha un pallino per il gaming in tutte le sue forme: analogica e digitale. Non volendosi permettere di prediligere una tipologia sull'altra, accumula board games sugli scaffali di casa e video games negli hard disk.

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