Far Cry Primal può essere considerato un prequel?
Continuo a chiedermelo da quando l’ho avviato la prima volta. Sicuramente gli avvenimenti del nuovo gioco Ubisoft avvengono ben prima di qualsiasi altro capitolo della saga, dato che è ambientato nella preistoria. Tracotanza è un idiota? La risposta è sì, con l’aggravante che non fa ridere nessuno.
Purtroppo, la recensione di Far Cry Primal ve la posso fare solo io qui su Pixel Flood, se siete interessati all’ultima fatica della casa francese siete costretti a leggervi le mie scemenze.

Non c’è da meravigliarsi che la grafica di Far Cry sia stupenda. Pur non facendo grandissimi passi avanti dal suo precedessore, la qualità rimane alta ed è capace di regalare degli scorci di una grandissima bellezza. L’ambiente incontaminato mostra una natura selvaggia, ricca, con pochi interventi umani che ritroveremo in qualche menhir e qualche graffito sparso in giro. A questo aggiungiamo una buona cura nelle espressioni dei personaggi principali, una cura del fuoco tipica dei Far Cry e tanti begli effetti speciali che non deluderanno nell’allietare gli occhi del giocatore.
Belli i modelli degli animali: sono rimasto estasiato dalla cura riposta nei loro movimenti e nelle loro pellicce, ogni animale peloso che vi capiterà di incontrare vi farà venire sicuramente un grande desiderio di abbracciarlo. A questo aggiungiamo una buona colonna sonora di accompagnamento, che solo in rarissimi casi è estranea al contesto primitivo, mescolandosi con quel gusto tribale che farà sicuramente piacere agli appassionati di preistoria.

Controlleremo Takkar, un cacciatore della tribù dei Wenja allo sbando per le terre di Oros. I Wenja hanno dovuto fare fronte a diversi problemi, fra i quali gli attacchi degli Udam e degli Izila, e sarà quindi nostro compito risollevare il nostro popolo e sconfiggere le fazioni avversarie. In realtà non saranno le uniche problematiche del nostro villaggio: dovremo dedicarci alla caccia, a ricostruire i totem della nostra gente e tant’altro, il tutto in vari filoni di quest che potremo decidere noi stessi come seguire, un po’ come se ci fossero diverse trame principali da completare a nostro piacimento.
Le missioni principali, pur non brillando in originalità, sono gradevoli e riescono nell’obiettivo di intrattenere, con alti e bassi che sono tipici di produzioni così grandi. Non sono state poche le volte in cui ho avuto l’impressione di fare “sempre la stessa cosa“, ma se questa sensazione è ben camuffata nelle missioni principali, lo stesso non si può dire per gli eventi casuali e le missioni secondarie. Parecchie sono dimenticabili e incredibilmente noiose, così come i collezionabili sparsi in giro, tipicamente Ubisoft: potete trovare un po’ tutto guardando la minimappa. Non c’è nulla che invogli all’esplorazione o che si dimostri una minima sfida per il giocatore.
Le torri radio, già presenti in Far Cry 3, sono state sostituite da delle pire da accendere con un piccolo gruppo di nemici intorno da eliminare, un cambiamento decisamente in peggio, poiché nonostante comprenda la volontà di creare una meccanica adeguata all’ambientazione, questa risulta essere decisamente sgradevole a livello di gameplay. Quelli che erano dei semplicissimi ma più o meno gradevoli puzzle ambientali, sono stati sostituiti da una meccanica “uccidi-brucia-ripeti” poco stimolante.
Buoni invece gli accampamenti da conquistare, fra piccoli villaggi e caverne si è riusciti a fare del buon lavoro, dal momento che potranno essere catturati nei modi più svariati, utilizzando il vasto arsenale primitivo che è possibile costruirsi. Belle anche le missioni di caccia alle grandi belve, dove affronteremo delle particolari bestie più forti di quelle che incontreremo in giro, ci ritroveremo a settare speciali trappole e a cercare di far funzionare diverse semplici strategie.

Come avrete già capito, in Far Cry Primal sarà fondamentale cacciare e raccogliere le risorse intorno a noi, che ci permetteranno di costruire le nostre armi e di ottenere vari miglioramenti. Non avremo, ovviamente, armi da fuoco, ma dovremo accontentarci di clava, arco e lancia (tutti con successive varianti e upgrade). Le tre armi funzionano bene per utilizzi diversi e difficilmente ci ritroveremo a ignorarne qualcuna. A queste si aggiungono anfore ripiene di api, schegge da lanciare come fossero coltelli da lancio, trappole e tanto altro.
Fra gli oggetti che è possibile usare ci sono anche le esche, che ci permetteranno di attirare e calmare gli animali che potranno poi essere domati con la semplice pressione di un tasto e la conoscenza dell’abilità relativa. Gli animali sono parecchi e diversi in abilità, se l’orso delle caverne è sicuramente più forte, il giaguaro è decisamente più furtivo, mentre la tigre dai denti a sciabola è velocissima e può essere cavalcata. Insomma, ce n’è un po’ per tutti i gusti, peccato che poi mi sia ritrovato a usare sempre i soliti tre e a preferire la totale assenza di animali nelle missioni furtive, dove la presenza delle mie bestie è servita più a creare confusione che altro. Nostro fedele amico sarà anche il Gufo, che ci permetterà di avere una visuale dall’alto e di segnare i nemici prima di lanciarci nelle nostre missioni.

Sebbene le possibilità concesse siano molte, esse non riescono a creare una reale differenza fra le varie missioni e fra i nostri approcci, e la sensazione di stare facendo sempre la stessa cosa è decisamente pressante. Il tutto è accentuato da una trama che, sebbene abbia i suoi punti piacevoli, non riesce ad avere mordente.
La situazione migliora dopo qualche ora, aprendosi nuove possibilità con gli strumenti più utili, ma si finirà presto per ricadere nello stesso loop anche con i nuovi strumenti.
Mi hanno lasciato perplesso la scelte di traduzione. Il team di Ubisoft ha fatto un lavoro magistrale nel ricreare qualcosa di simile ad una lingua primitiva, che aumenta l’immedesimazione ed è veramente splendida. La mia perplessità arriva insieme ai sottotitoli in italiano, non comprendo perché la traduzione sia stata resa così buffa, pare quasi essere parodia di se stessa. In fondo, se una persona parla correttamente la propria lingua, perché deve poi essere resa in un italiano sbagliato? Certamente la traduzione italiana comunque è stata ricavata dalla versione inglese, dove non posso sapere se sia stato fatto un lavoro simile.
Di idee buone ce ne sono tante sotto il cappello, eppure non posso non ammettere che mi sono annoiato parecchio, colpa delle ripetizioni, colpa di un grado di sfida troppo basso, colpa di un ambiente bellissimo ma che non ha nulla da raccontare, colpa anche di un aspettarsi quel qualcosa in più che alla fine non è arrivato.
Alla fine, Far Cry Primal è un bel gioco? Sì, ma se vi divertirete a giocarlo, non so dirvelo.
Ho giocato Far Cry Primal in versione PlayStation 4, che potete acquistare in digitale da qui, lo trovate anche per Xbox One e su PC, oppure nelle rispettive versioni fisiche.
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