Children of the Sun è un interessante gioco indipendente che fonde sparatutto e puzzle game. Il titolo è sviluppato da René Rother e pubblicato da Devolver Digital. Abbiamo completato la nostra avventura in poco più di sei ore e, nelle prossime righe, andremo a darvi un’analisi dettagliata di questo titolo ambizioso che, al netto di qualche piccola imperfezione, ci ha dato un’ottima impressione complessiva.
Indice
Vendetta, Sweet Vendetta
In Children of the Sun vestiamo i panni di una ragazza senza nome che, armata di fucile da cecchino, si scontrerà con i membri di una setta. Muovendoci per i ventisei livelli del gioco, scopriremo che il motivo di questo viaggio è la vendetta. Ogni livello di Children of the Sun è realizzato in modo tale da metterci contro una serie di nemici che dovremo uccidere con un singolo proiettile. Man mano che avanziamo, delle brevi scene di intermezzo ci fanno capire le motivazioni del nostro personaggio e ci danno un background anche dei nostri nemici.
La componente narrativa di Children of the Sun non è un elemento predominante nel gioco di René Rother, ma è centellinata sapientemente in modo da dare i giusti indizi al momento giusto. L’unica eccezione è fatta per un singolo livello nel quale sono inseriti degli elementi narrativi puri, forniti tramite una serie di interazioni con personaggi che ci aiutano a fare un tuffo nella trama.
Da quel momento in poi, sarà chiaro sia il nostro obiettivo principale che la motivazione che ci ha spinti a procedere in questo viaggio. Avremmo sicuramente gradito una narrazione più lineare che riuscisse a spiegare meglio la storia del nostro personaggio e della setta, ma il senso generale della trama arriva comunque senza problemi al giocatore. Raccontare storie per immagini è sempre una scelta delicata che, tuttavia, Children of the Sun riesce a fare in modo funzionale, pur senza raggiungere l’eccellenza.
This Beretta, of the Night
Durante questa lunga notte, dunque, andremo a compiere una serie di omicidi volti a decimare i membri della setta, fino a raggiungere il loro capo e nostro obiettivo principale. I livelli, come detto, sono essenzialmente dei rompicapo mascherati con una eccellente meccanica di shooting. È proprio questa struttura il punto di forza di Children of the Sun.
Al contrario di altri puzzle game che finiscono per diventare ripetitivi, infatti, il titolo di René Rother riesce a darci sempre nuovi stimoli, livello dopo livello. Non solo scopriamo costantemente nuovi ostacoli e nemici più complessi da uccidere, ma sblocchiamo anche nuovi poteri che ci permettono di variare le nostre strategie e fronteggiare nemici sempre più resistenti.
Le meccaniche sono semplici e intuitive. Possiamo muoverci lateralmente in una parte ristretta della mappa, a debita distanza dai nemici, e utilizzare il nostro fucile per mirare i bersagli. A questo punto, le opzioni sono quelle di marcare i nemici in modo da averli sempre evidenziati o sparare. Ovviamente, il consiglio è quello di marcare quanti più bersagli possibili e poi tentare di capire da quale nemico iniziare. Quando spariamo il nostro colpo, il proiettile si fermerà nel punto in cui colpiamo il bersaglio. A questo punto, possiamo ruotare la visuale e cercare la prossima vittima fino a quando non rimarrà più nessuno in vita. Il numero dei nemici rimasti è sempre ben visibile in alto a destra del nostro schermo.
Nonostante la semplicità di questa meccanica, il level design di Children of Sun è gestito alla perfezione e i livelli non finiscono mai per annoiare. Questo è favorito sia dal dinamismo con cui è gestito il gameplay, sia con la costante variazione di nemici e poteri che ci fanno scoprire costantemente cose nuove. Inoltre, sono presenti anche tre livelli in cui il gameplay varia totalmente. Questi sono stati inseriti in modo molto intelligente e riescono a spezzare la struttura del gioco così da tenere sempre alta l’attenzione del player.
In molti casi, inoltre, le vittime sono nascoste e non riusciamo ad individuarle prima di aver sparato. Questo rende anche i tentativi fallimentari utili per scoprire nuove informazioni sulla disposizione dei bersagli e sulla migliore strategia da adottare se vogliamo completare il livello.
This Fire and the Desire
Un altro dei punti di forza di Children of the Sun è senza dubbio il comparto artistico. Il gioco, infatti, sfrutta uno stile visivo che sfrutta colori neon molto accesi per creare un’estetica davvero ben riuscita e originale. Sotto l’aspetto grafico, il gioco dà il suo meglio nelle cut scene che separano i livelli. In questi casi, il design dei personaggi e degli ambienti spicca in un’esplosione di colori sgargianti che rendono queste brevi clip memorabili. Un po’ meno efficace, invece, è la grafica in game.
Durante i nostri assalti, infatti, l’estetica “fumettosa” si perde leggermente, in favore di uno stile più sobrio e un design dei nemici molto più anonimo. Esistono, infatti, grossomodo cinque diversi aspetti estetici per i componenti della setta che si andranno a ripetere in tutti i livelli. Tuttavia, il level design compensa questa lieve differenza grafica, grazie a degli scenari sempre diversi e originali che sanno rendere unico ogni livello di gioco.
Nel corso dei ventisei livelli, infatti, non ci troveremo mai davanti a due scenari uguali tra loro. Tutti gli ambienti sono unici e sfruttano oggetti come gli edifici o i veicoli per nascondere i nemici o esporli a possibili esplosioni e facilitarci nella concatenazione dei colpi. I veicoli, infatti, così come altri oggetti, ci permettono di provocare un’esplosione che, anche nel caso in cui non colpiamo nessuno, ci permettono di proseguire nella nostra serie. Dal punto di vista estetico, gli scenari variano da piccoli villaggi a cimiteri, fino a stazioni ferroviarie o luoghi sacri propri del culto. Pur essendo così diversi tra loro, abbiamo largamente apprezzato il modo in cui René Rother ha saputo mantenere una coerenza visiva per tutta la durata del gioco.
Conclusioni
Children of the Sun è un esperimento ben riuscito che sa prendere un genere di nicchia come i puzzle game ed espanderlo ad un pubblico potenzialmente più grande. Un level design ispirato, combinato ad un ottimo feeling dei comandi, è il principale punto di forza nel lavoro di René Rother. Il gioco ci permette una grande libertà di azione all’interno dei livelli e ci consente anche di portarli a termine nonostante possibili errori, rendendo più piacevole l’esperienza complessiva. Tuttavia, il titolo non diventa troppo facile e, anzi, offre un livello di sfida piuttosto alto soprattutto nei livelli finali. Una menzione d’onore la merita anche il comparto grafico che riesce a mettere in scena un’estetica ricca di colore e dallo stile unico. Di contro, il gioco non stupisce sotto l’aspetto narrativo che è solo accennato e lascia spazio a brevi scene tra i livelli che illustrano la storia più che raccontarla. Ci sarebbe piaciuto approfondire un po’ meglio le motivazioni della protagonista e il background della setta.
![]() |
![]() |
||
|
|