Pubblicato il 23/01/24 da Federico Belotti

ANOTHER CODE RECOLLECTION

La dilogia di Another Code ritorna su Nintendo Switch rivista da zero
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Another Code negli anni duemila   

Nei primi anni duemila, Nintendo DS fu la console che mantenne più in alto di tutti la bandiera delle avventure grafiche/visual novel.

Tra i vari capitoli di Ace Attorney, Professor Layton e produzioni ai più sconosciute come Time Hollow, per gli appassionati del genere vi era solo l’imbarazzo della scelta.

In questo calderone di titoli, si inseriva anche Another Code: Two Memories, rilasciato nel 2005 e sviluppato dalla defunta Cing (Hotel Dusk: Room 215, Last Window), che all’epoca venne accolto tiepidamente dalla critica – a causa dei suoi enigmi troppo semplici e della sua breve durata – ma più calorosamente da un nicchia fan, che ne avevano amato i personaggi e l’atmosfera.

Nel 2009 il gioco ricevette anche un seguito per Wii, Another Code R – A Journey into Lost Memories, ambientato due anni dopo e che proseguiva le vicende che coinvolgevano la giovane protagonista Ashley Mizuki Robins e la sua famiglia.

Trascorso quasi un quindicennio, durante il Nintendo Direct del settembre 2023, viene annunciato a sorpresa Another Code Recollection, un remake che avrebbe accorpato entrambe le iterazioni della serie in un unico prodotto, rivedendole dalle fondamenta sotto il profilo grafico e ludico.

Arc Systems Works avrà svolto un buon lavoro di svecchiamento? Ma soprattutto: i due Another Code sono degni di essere vissuti ancora oggi?

Scopriamolo insieme.

Amnesie e ricordi da ritrovare – Trame semplici ma ben scritte

L’incipit di Another Code: Two Memories non grida certo all’originalità e sicuramente ai più navigati saprà di già visto.

Ashley, alla vigilia del suo quattordicesimo compleanno, riceve una lettera dal padre che credeva morto e che la invita a raggiungerlo sulla misteriosa isola di Blood Edward, dove dice di aspettarla per festeggiare insieme a lei.

Incuriosita, ma allo stesso tempo spiazzata dall’invito, la ragazzina parte per la destinazione insieme a Jessica, la zia a cui è stata affidata dal genitore undici anni prima, essendo sua madre morta quando lei era molto piccola.

Giunte nel luogo indicato a bordo di un traghetto capitanato da un vecchio lupo di mare, non vi è nessuno ad attenderle e Jessica si allontana con la scusa di andare a cercare il fratello.

Ashley si troverà quindi inizialmente abbandonata a sé stessa, con l’obiettivo di ritrovare il padre e la zia e di svelare i misteri che circondano l’isola e il misterioso maniero abbandonato che sorge all’interno di un fitto bosco, un tempo appartenente ad una ricca famiglia decimata da una letale malattia.

A farle da spalla da un certo punto della storia in poi però vi sarà D, un fantasma amnesico di un ragazzino, caratterizzato da uno strano marchio brillante sul petto, che è alla ricerca dei suoi ricordi perduti.

Insieme i due si addentreranno all’interno della villa e collaboreranno per ritrovare ciò che hanno perso, dando vita ad un rapporto tra di loro scritto in maniera convincente.

I dialoghi infatti, non risultano mai troppo noiosi o prolissi, e rispetto al materiale d’origine, sia per Two Memories, sia per a Journey into Lost Memories, sono stati asciugati e resi più snelli e scorrevoli.

A rendere il tutto più piacevole è anche la presenza dei buonissimi doppiaggi in inglese o giapponese, assenti negli originali, che donano non poco alla caratterizzazione della protagonista e dei personaggi che incontrerà nel corso delle due avventure.

Nonostante la scrittura dei dialoghi sia curata, le trama raccontata nei due giochi – che qui sarà obbligatorio giocare in sequenza come fossero un unico titolo, non essendo possibile selezionare tra i due all’avvio di una nuova partita – non presenta particolari guizzi creativi in grado di stupire i giocatori più smaliziati ed è sicuramente indirizzata ad un pubblico giovane che ha intenzione di avvicinarsi a questo genere per la prima volta.

Tutto ciò si riflette anche sul gameplay.

Un’esplorazione pacata e riflessiva – Un gameplay non troppo cervellotico

Il lato ludico di Another Code Recollection è, per forza di cose, ridotto all’osso, come è di regola per il genere. Il ritmo di progressione è quindi lento, pacato e riflessivo e si basa principalmente sull’immersione nel contesto narrato.

L’esplorazione si svolge in terza persona e con Ashley potremo esaminare e raccogliere elementi dello scenario e risolvere enigmi.

Alcuni richiederanno l’utilizzo del giroscopio della console, altri saranno incentrati sul classico ritrovamento e utilizzo di oggetti o sull’esaminare con attenzione certi dettagli dell’ambiente, scattando foto con il DAS, lo strano terminale che la ragazzina ha ricevuto in allegato con la lettera paterna (e che ora ha il design simile Nintendo Switch, invece che a Nintendo DS come in origine).

I puzzle di entrambi gli Another Code stati rivisti e ripensati per questo remake, ma purtroppo risultano ancora più semplici da risolvere rispetto al passato. Un vero peccato considerando il genere di appartenenza del titolo, che di norma dovrebbe presentare rompicapo più insidiosi.

A rendere le cose ancora più facili sono i suggerimenti che sarà possibile attivare per capire come proseguire, così come il sistema di navigazione, anch’esso attivabile a piacimento, che addirittura ci indicherà con una freccia la direzione da seguire per raggiungere il nostro prossimo obiettivo.

Certo, sono feature attivabili a piacimento da chi magari vuole rilassarsi e godersi solo la storia, ma rappresentano anche un po’ la morte del ragionamento e dell’avventura grafica vecchio stampo, dove la progressione nella trama bisognava guadagnarsela facendo lavorare al massimo i neuroni.

Però, viste certe atmosfere evocative, non è neanche male perdercisi senza troppi pensieri.

Un anime da giocare – Un lato visivo notevole

Il cavallo di battaglia di Another Code Recollection è l’aspetto con cui si presenta al giocatore.

Ashley e il resto del cast sono bellissimi da vedere e caratterizzati da espressioni facciali che riescono a trasmettere in maniera convincente i loro stati d’animo.

Per Two Memories ad esempio non vi sono più artwork statiche incaricate di mostrare gli attori coinvolti nei dialoghi: ora ogni scena è renderizzata in full 3D e vede direttamente i personaggi interagire tra di loro, con volti animati che comunicano con credibilità le loro emozioni. La regia della cutscene è poi in generale molto curata e in certi momenti si ha davvero la sensazione di guardare un anime realizzato da uno studio di talento.

Lo stesso vale per le ambientazioni: la tenebrosa Villa Edward con le sue numerose stanze ricche di segreti e il “ridente” campeggio di Lake Juliet sono più belli che mai e ricchi di dettagli da osservare e scoprire.

L’unica nota dolente è data da qualche texture un po’ sgranata in cui si incapperà di tanto in tanto e da alcune animazioni di Ashley un po’ raffazzonate durante gli spostamenti, ma in linea generale i due capitoli di Another Code sono stati ricostruiti in modo da risultare molto piacevoli da vedere alla vista, grazie ai loro colori accattivanti.

Chi ha già giocato i due titoli in passato rimarrà sicuramente estasiato da questo rifacimento grafico, e allo stesso tempo sarà utile ad attrarre i neofiti, essendo visivamente attraente per un fan dello stile di disegno made in Japan.

Conclusioni – Due avventure per i più giovani al prezzo di una

In conclusione, Another Code Recollection è un prodotto che si rivolge ad un pubblico tendenzialmente giovane in grado di apprezzare una storia ben scritta ma non troppo originale e un gameplay lento, riflessivo in cui i dialoghi, la risoluzione di enigmi e l’esplorazione la fanno da padroni.

Ovviamente anche gli amanti più indomiti delle avventure grafiche/visual novel potranno divertircisi e apprezzarlo, a patto di non aspettarsi una trama sconvolgente o che presenti chissà quali folli twist.

Sul profilo grafico invece niente da dire: Arc System Works ha decisamente fatto centro, rivitalizzando in maniera eccellente l’estetica di entrambi i capitoli di Another Code.

Ad ogni modo, ricordo che su e-Shop di Nintendo è presente anche una demo per provarlo e farvi una vostra idea personale.

Se siete comunque digiuni da visual novel, avete già giocato tutto il giocabile e la serie di Another Code manca nel vostro curriculum… beh, dategli una possibilità e passerete qualche ora piacevole.

Se siete invece più grandicelli e cercate una storia ben più cruda e violenta, c’è sempre la remastered di The Last of Us Parte II su Playstation 5.

  • Visivamente accattivante
  • Cast ben scritto
  • Atmosfera coinvolgente e immersiva

 

  • Enigmi facilissimi
  • Le trame di entrambi i capitoli non aggiungono nulla di nuovo al genere

Fedro - Biografia

Amante del panorama videoludico sin dalla tenera età, ama scriverne e narrarne le storie. È anche content creator e titolare del canale YouTube "TwoTimesNerd".

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