Pubblicato il 23/02/16 da Neko Polpo

Pokkén Tournament – Charizard spacca tutto

È bizzarro come il franchise di Pokémon abbia goduto di una enorme quantità di spin-off negli anni ’90, dagli Stadium ai flipper, safari fotografici, giochi di carte e qualche tentativo più imbarazzante (Hey You, Pikachu!, sto guardando te), ma questa ondata si sia arenata dalla generazione immediatamente successiva. A parte un discreto JRPG su GameCube, l’unico spin-off sopravvissuto è, a memoria, la sottoserie basata sui Mystery Dungeon di Spike Chunsoft. Un po’ me ne dispiaccio, perché se c’è un franchise che ha bisogno di sonore svecchiate è proprio quello dei mostriciattoli della GameFreak. Mi infastidisce soprattutto che gli spin-off non abbiano mai toccato un genere in particolare, quello più ovvio di tutti, considerato il materiale. Fino ad ora.

Nintendo ci ha gentilmente concesso di provare in anteprima Pokkén Tournament, un picchiaduro ad incontri sviluppato da Namco Bandai, in uscita imminente su Wii U e care vecchie sale giochi e non avete idea di che soddisfazione sia vedere i mostri tascabili, finalmente, saccagnarsi di botte a vicenda. In tempo reale. Controllati dalle nostre manine pacioccose.

Il primo impatto è con un tutorial inutilmente lento, che mi ha visto addormentarmi ad intervalli davanti allo schermo, ma a parte questo è più che positivo. Graficamente non spacca il Wii U in due, perlomeno nella nostra versione pre-release, ma modelli 3D ed animazioni, curati a puntino, convincono comunque. Riescono ad essere molto fedeli al franchise, nonostante il gameplay inusuale, ed hanno tonnellate di personalità.

L'effetto "pelo" su alcuni Pokémon, tipo Lucario, lascia perplessi, ma non è inusuale, lo abbiamo già visto in Smash Bros, del resto.
L’effetto “pelo” su alcuni Pokémon, tipo Lucario, lascia perplessi, ma non è inusuale, lo abbiamo già visto in Smash Bros, del resto.

Meccanicamente è molto semplice da imparare, con solo tre tasti per gli attacchi, uno dei quali dedicati alle mosse speciali, ed un tasto per la difesa. A lume di naso intuisco una certa ispirazione da Smash Bros, il che è comprensibile, il franchise è mirato per metà ai più giovani e Pokkén tenta di essere accessibile, ma senza dimenticare l’altra metà, gli adulti. Nonostante i comandi semplici, il potenziale per combo e juggle, in perfetto stile Tekken, è molto alto, ma c’è di più che lo rende appetibile a chi gradisce un picchiaduro più tecnico.

Alcuni Pokémon possono controllare il campo con scariche di proiettili o attacchi ad area.
Alcuni Pokémon possono controllare il campo con scariche di proiettili o attacchi ad area.

Ogni incontro ha due facce, la Field Phase e la Duel Phase. Durante la Field Phase la telecamera inquadra l’azione dall’alto ed i Pokémon si muovono a 360° in un ambiente 3D, come una sorta di Power Stone, mentre la Duel Phase sposta lo scontro sul classico piano bidimensionale di Tekken; per passare da una fase all’altra tocca mettere a segno particolari mosse o combo. Questa meccanica non solo rende gli scontri molto dinamici, ma permette ai Pokémon di distinguersi meglio. Alcuni di loro brillano più in una fase che in un’altra: Machamp, ad esempio, non è un granchè controllato dall’alto e le sue mosse hanno un raggio misero, ma se riesce spostare lo scontro in Duel Phase può pestare davvero duro. Chandelure, invece, è l’esatto opposto, è eccellente nel controllare il campo con attacchi ad area, ma nel corpo a corpo è tanto efficiente quanto vi aspettate che lo sia un lampadario.
È troppo presto per poter dire quanto sia bilanciata questa meccanica, aspettiamo che vengano aperti i server e ci permettano di smazzuolarci con altri esseri umani per poterne essere sicuri, ma promette molto bene.

Poteva mancare lui? Certo che no. Ovviamente è diventato subito uno dei preferiti.
Poteva mancare lui? Certo che no. Ovviamente è diventato subito uno dei preferiti.

Al momento, il roster include sedici Pokèmon, pescati da tutte le generazioni, dai classici come Charizard e Pikachu a più moderni, come Chandelure e Braixen. Sebbene alcune scelte mi abbiano lasciato inizialmente perplesso, ne posso comprendere il motivo: riempire il roster di soli Pokémon di tipo lotta rischierebbe di renderlo troppo monotono, Namco Bandai ha palesemente puntato alla varietà, sia visiva che di gameplay. Selezioni come Gardevoir o Suicune possono sembrare fuori di testa in un picchiaduro, specie se messi faccia a faccia con bestie da combattimento come Blaziken e Lucario, ma riescono comunque a trovare un posto tutto loro.
Posso dire con piacere di non aver trovato nessun combattente che sia fastidioso da giocare o palesemente inutile, possiedono tutti uno stile particolare. Certo, può richiedere un po’ di pratica per essere assimilato, ma riesce a dare sempre un’esperienza diversa rispetto agli altri.

Tutti i combattenti hanno stili unici, dal piccolo, velocissimo Weavile agli schiaffi assassini di Mister Muscolo.
Tutti i combattenti hanno stili unici, dal piccolo, velocissimo Weavile agli schiaffi assassini di Mister Muscolo.

Ad arrotondare il cast, ci sono anche Pokémon minori nel ruolo di supporto, molto simili agli Assist del classico Marvel vs Capcom. Alla pressione di un tasto si buttano in campo e sfoderano la loro mossa iconica per darci un piccolo vantaggio, dal semplice arrecare danni al lanciare l’avversario in aria, applicare bonus o malus alle statistiche o anche solo interrompere una combo che ci sta facendo a pezzi e darci un attimo di respiro. Il sistema non è abusabile, tocca aspettare che siano pronti prima di poterli richiamare e tende a non succedere più di una volta per round, per via della rapidità con cui gli scontri si concludono. In sostanza, un’altra meccanica presente per donare un pizzico di tecnicismi in più al sistema di combattimento.

Nel roster dei Pokémon di supporto ce n'è per tutti i gusti, dai danni ai buff per le statistiche.
Nel roster dei Pokémon di supporto ce n’è per tutti i gusti, dai danni ai buff per le statistiche.

Ciliegina sulla torta è la barra del Boost, caricata in modo analogo alle barre Super dei più classici picchiaduro, che permette di passare in Boost Mode per un breve periodo di tempo. Quando il nostro Pokémon si infuria diventa più difficile da interrompere con gli attacchi deboli, più veloce, più forte e rigenera salute per tutta la durata della modalità.  La durata del Boost è variabile a seconda dei Pokémon, chi più chi meno, per ovvie questioni di bilanciamento, così come differente è la Super mossa che possono sfoderare quando la modalità è attiva. In sostanza è un’ultima chance, per il perdente, di riguadagnare un po’ di spazio o l’occasione del vincente per portare a casa il round.

Quando Machamp si sgarba è meglio che vi cambiate il pannolone.
Quando Machamp si sgarba è meglio che vi cambiate il pannolone.

Pokkén Tournament, insomma, promette un gran bene. Nintendo ha tra le mani una doppia occasione, rimpinguare un genere quasi del tutto assente su Wii U e portare una ventata d’aria fresca ad un franchise stantìo da oltre un decennio. Ci riusciranno? Lo scopriremo tra qualche settimana, con la recensione finale. Per ora torno ad allenare il mio Charizard.

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