Il PC Engine è stata la console che più avrei voluto provare ai tempi delle riviste, quando ero talmente giovane che sulle riviste non avrei mai e poi mai pensato di scriverci; il piccolino di casa NEC assieme alla Hudson nasce nel 1987 e rimane una chimera giapponese su cui sognare ma che non verrà mai commercializzata in Europa, se non per un brevissimo periodo in Francia, talmente breve che nessuno dei miei amici riuscì mai a metterci sopra le mani. Vedere tutte quelle recensioni su giochi tratti da anime o tutti quegli incredibili shooter che non avrei mai provato suscitarono in me una sorta di amore reverenziale verso questa piccola “consolina” giapponese.
Ovviamente come è uscito il Pc Engine Mini sono impazzito dalla gioia, e lo potete leggere in questa recensione uscita ormai alcuni anni fa quanto io sia felice di essere riuscito a colmare questa mancanza, ma oggi parliamo di un libro della sempre magnifica Bitmap Books, e del loro strepitoso PC Engine: The Box Art Collection, una lettera d’amore alle copertine della piccola console giapponese, un amore che si può notare in ogni foto e in ogni pagina di questo mattoncino di 370 patinatissime pagine colorate.
La grandissima quantità di informazioni sulla console di NEC e le bellissime copertine presenti è incredibile, ci si può fermare ad osservare i particolari dei giochi e leggerne la storia, in un tripudio di immagini ad altissima qualità e giochi semi sconosciuti ma dalla grafica incredibile e che non conoscevamo fino a 4 minuti prima. Il risultato, oltre a far venire voglia di procurarsi un Pc Engine è una sincera curiosità verso quel periodo videoludico che sembra cosi lontano, ma che grazie al libro di Bitmap Books è possibile raggiungere, anche se solo in forma cartacea.
PC Engine: The Box Art Collection è una capsula del tempo su un periodo estremamente prolifico e un po’ oscuro dei videogiochi giapponesi, un periodo di estrema sperimentazione e di pixel art meravigliosa che nessuno di noi ha avuto il piacere di apprezzare se non tanti anni dopo; come sempre la qualità di questi libri è incredibile: il libro è in cartone rigido con logo embossed e la rilegatura, oltre a essere estremamente robusta, è anche in tinta coi colori del libro, ulteriore segno di quanto l’azienda tenga al proprio lavoro, confezionando sempre libri di una bellezza incredibile, che non sfigurano ne in libreria ne sul tavolino di qualche salotto.
Gli approfondimenti sulla nascita della console e su chi venne coinvolto sono estremamente interessanti, e il piacere tattile di sfogliare un cosi bel prodotto non sono altro che ulteriori punti a favore per un libro di una valenza storica incredibile, almeno per noi europei; sfogliando queste pagine incontreremo tutta la fascinazione e l’estetica culturale cosi lontana da altri videogiochi dello stesso periodo, americani e europei, come se il libro stesso tornasse a ricordarci quanto sia enorme il mondo e quanto noi ragazzini fossimo lontani da quel tipo di cultura che ci sembrava incredibile
PC Engine: The Box Art Collection è uno strumento di conoscenza unico che cattura chiunque ci si avvicini e lo trasporta in un mondo cristallizato nell’ambra, un mondo che non riuscì mai totalmente a convincere gli americani, che la console la importarono con pochissima convinzione rinominandola TURBOGRAFX, e che dopo soli tre anni lasciarono morire.
Ma la conoscenza non si può imbrigliare per sempre e grazie al PC Engine Mini di qualche anno fa, una manciata di giochi rilasciati sugli store online di Nintendo per la virtual console, e all’anime HI Score Girl, anche noi ci siamo potuti avvicinare al Giappone degli anni 80.
PC Engine: The Box Art Collection non fa altro che aiutarci in questo viaggio, dandoci un nuovo incredibile strumento di conoscenza, Il libro è disponibile sul sito di Bitmap Books, a 35,95 euro più spese di spedizione e credetemi li vale tutti, da avere obbligatoriamente nella propria libreria se amate il Giappone, quello un po’ matto dalle schermate immense di pixel art e testo, a quello veloce e ipercinetico di sparacchini quasi impossibili!
Se poi ne voleste ancora qui abbiamo parlato delle copertine del Game Boy 🙂