Pubblicato il 21/02/15 da Neko Polpo

Nella Rete del Commesso #1: Buongiorno!

Buongiorno!
A malapena mi guarda, non risponde e devia velocemente verso la parete Lego. Potrebbe non farmi nessuna domanda ed uscire via, come se non ci fossimo mai incrociati, oppure prenderà qualcosa, pagherà e taglierà corto sul mio tentativo di proporle la tessera fedeltà di turno: certamente mi percepisce come un fastidioso automa intenzionato ad asservirla al sistema capitalistico/consumistico di cui lei farebbe e fa comunque parte ma, non avendo fatto la tessera, magari si illude di essere al suo interno in qualità di spia, di assassino nell’ombra che prende solo ciò per cui prova sincero interesse, e non quello che la pubblicità le ha fatto venire voglia di comprare.

In negozio le sottili furbizie del marketing generano complessi meccanismi sociali che possono risolversi solitamente in due tipi principali di soluzioni: la Soluzione A, detta volgarmente “Grazie, arrivederci e torni presto!” e la soluzione Apu Nahasapeemapetilon, in gergo “La prego di non tornare mai più, grazie e arrivederci!“. Perché alla fin fine il mio lavoro è non solo sperare che tornerai a comprare da me, ma, anzi, esserne certo. O, almeno, ci si prova. Con certi clienti mi è capitato di passare ore a chiacchierare. Con altri ancora, di diventarne amico. Con alcuni, confidente di passaggio nei momenti difficili in cui non sai proprio con chi parlare. A volte, mi sono confidato io con loro.

E poi, con certi altri, mi è capitato di scriverne. Questa, come avrete già capito, è una di quelle volte.

Lost in Translation: l’Orrore Tradotto (dei titoli dei videogiochi)

I giochi di parole sono la base della nostra comicità: l’Italiano è una lingua complessa, figlia di un passato millenario e per di più interpretata da persone provenienti da venti regioni diverse e decine di inflessioni dialettali mutevoli, mutate e mutanti peggio degli X-Men, ma con meno Jennifer Lawrence.

Questo rende difficile il successo delle nostre pellicole e fumetti comici all’estero, ma fa sì soprattutto che ascoltare un nonno calabrese chiederti in negozio se hai il gioco per Nintendo DS di KU KU PANDA diventi un’esperienza mistica, subito bissata da un altro tizio che invece cerca il prequel KU FU PANDA (notare l’elemento al passato nel sostantivo), arrivando infine ai mix di nomi lontanissimi tra loro, almeno per aree semantiche: PAOLO KART 65, il racing game più richiesto dai clienti che amano un uomo di nome Paolo alla guida del go kart cantando gli Eiffel 65.

E che dire del cliente che a dicembre, tra un COLLOVDIUDI ed un ASSASSIN’SCRID, ti chiede trafelato se hai il gioco Wii più desiderato dalla figlia di otto anni in minigonna: STELLA SUL PONTE, immaginifico remake del meno noto Stelle sulle Punte, con un rating PEGI 3+15?

Oppure quello che alla fine di Dante’s Inferno trova il logo del DLC di prossima uscita e ti viene a chiedere il nuovo gioco? “È sempre Dante’s Inferno, però contro Santa Lucia“. Poi si dice che uno non deve bestemmiare, giocando a Trials of Saint Lucia. Il cliente dai gusti difficili che cerca il JOYSTICK VOLANTE per il computer, un particolare tipo di controller che ti mette le ali. I nostalgici di Mike Bongiorno che, guardando la pubblicità di quell’aborto che fu Wii Music, ti chiedono se hai IL MUSICHIERE per Wii e ci si domanda se all’interno dei cubotti promozionali siano inclusi anche console e Wiimote per due giocatori.

Quello che, riferendosi al videogioco di X-Files, ti chiede X-FACTOR: va bene che su Morgan i paralleli con gli alieni vengono facili, ma qui si esagera. La signora che ci chiese NINTENDOS, la portatile col sistema operativo bicolore e touch screen a fosfori. L’appassionato di calcio che vuole la PSP GOAL, un modello particolare su cui vanno solo giochi di calcio in digital download. MODERN WARFACE, l’episodio di Call of Duty dedicato ai chirurghi. GUD FOR ed EVERY RAIN, due grandi esclusive per PS3ASSASSIN’S CREED BRUTERUD, il gioco di Ubisoft ambientato nell’età della pietra, dove assassinavi la gente con i denti delle tigri dai denti a sciabola legate alle braccia.

Di esempi ce ne sarebbe da dire un’infinità e non ho ancora accennato ai mix brianzoli più in voga come CHELL DIUTY, ASSASSIN’S CREDITS, HALO RANCH e la periferica di successo tra le donne KITCHEN per Xbox 360. Chiudo permettendomi di lasciarvi con un campione linguistico in grado di trascendere il semplice scioglilingua/inciampone mnemonico-traduttivo mamma/videogioco che riesce a riassumere il tutto con odioso accento milanese e acronimi da far accapponare la pelle.

Alüra, a che P siamo arrivati adesso? Io ho ancora la P2 a casa.
Sguardo inebetito del commesso, studente di Storia dei Partiti Politici e del Novecento Italiano.
L’è uscita la P3, P4, a quant sem arivà?
Guardi, secondo le autorità siamo a 4, ma le indagini sono tuttora in corso.
Bon, ferma tüt bagai, l’è trop per mi. Dammi l’ultima uscita con LA FIG… La FIFA e sem a post.

Anche voi ne avete sentite di cotte e di crude? Lavorate o siete clienti abituali di un negozio videoludico dove l’Italiano non è stato acquistato come DLC? Fatecelo sapere nei commenti!

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