Pubblicato il 01/03/19 da Neko Polpo

Microsoft e la sua insaziabile sete di nuovi studi di sviluppo

Una tattica a lungo termine per la nuova generazione di console?

Xbox One – L’inizio della fine

Correva l’anno 2013 quando, il 21 Maggio, Microsoft organizza una conferenza stampa a Redmond, culla del colosso informatico statunitense, per annunciare al mondo il successore della Xbox 360, la console che era riuscita a elevare la società fondata da Bill Gates allo status di superpotenza dell’industria videoludica. Presuppongo che tutti si ricordino come andò a finire, in quanto, a detta di molti, fu proprio quell’evento che andò a segnare il destino di Xbox One per gli anni a venire.

Per chi invece non se lo ricordasse poi così bene, vi riassumo l’esito: la conferenza fu semplicemente un disastro. Troppa l’enfasi dedicata alle potenzialità multimediali della neonata console (guardate questo video e provate a farvi un bicchierino ogni volta che viene nominata la parola TV…), videogiochi completamente assenti – a parte Call of Duty e tutta la line-up EA Sports -, l’inserimento forzato del Kinect 2 su ogni console – alzandone inevitabilmente il prezzo – e infine, soprattutto, l’annuncio di una funzione DRM always online che avrebbe legato indissolubilmente la copia di ogni gioco acquistato alla console sulla quale veniva registrata, inibendo completamente il mercato dei giochi usati e il loro prestito, a fronte di una possibilità di family share che permetteva di condividere l’interezza della propria libreria videoludica con altri account.

Le conseguenze di un lancio così zoppicante si fecero immediatamente sentire: Sony, all’E3 di quell’anno, si dedicò alla denigrazione più totale del suo competitor principale, seguita a ruota da praticamente tutta la fanbase PlayStation (e non). La pressione mediatica si fece praticamente insopportabile per Microsoft che fu costretta ad annunciare una patch day one al sistema operativo di Xbox One che avrebbe disabilitato il DRM. Non solo: l’allora leader del progetto Xbox One, Don Mattrick, venne sommariamente sollevato dall’incarico, soprattutto dopo alcune frasi da lui pronunciate che chiamarle PR Disaster è un eufemismo:

Fortunatamente abbiamo già un prodotto per persone che non riescono a connettersi, si chiama Xbox 360.

Considerando poi che la casa di Redmond avrebbe fatto sparire il Kinect 2 dalla circolazione, rimuovendolo dal bundle presente per tutte le console, oltre al fatto che la line-up di lancio first party di One sia stata praticamente inesistente (lacuna che perdura anche ad oggi, purtroppo), non ha giovato alle vendite della console di Microsoft, che a tutt’oggi ha venduto decine di migliaia di unità in meno rispetto ai suoi concorrenti.

Don Mattrick presenta l'Xbox One nella celebre conferenza di Microsoft del 21 Maggio 2013.
All around me are familiar faces…

Xbox Future? – “[…] But I promise I won’t fail again”

Da quel fatidico giorno sono passati oramai quasi sei anni. Perché tirare fuori l’argomento ora? Beh, è la stessa Microsoft e le sue mosse di mercato che mi hanno spinto al parallelismo tra l’allora supposto futuro radioso della divisione Xbox, contrapposto con la penuria attuale di titoli first party sulla console di casa Redmond (praticamente, grazie anche al programma Xbox Play Anywhere, di vera esclusiva One c’è rimasto solo Halo… e non per molto): Halo Infinite, il prossimo capitolo della saga creata da Bungie e attualmente mantenuta da 343 Industries, verrà pubblicato anche per PC (ma la vera domanda è: Microsoft, a quando la Masterchief Collection su computer? Che tu sia dannata!”.

C’è però un importante elemento da considerare, di recente. Vediamo se riuscite ad indovinare cosa accomuna le seguenti case di sviluppo:

  1. Ninja Theory
  2. Playground Games
  3. Undead Labs
  4. Compulsion Games
  5. inXile Entertainment
  6. Obsidian Entertainment

Se non avete vissuto su Marte durante l’ultimo anno (se lo avete fatto siete brutte persone: non avete salvato Opportunity), saprete che sono tutti studi acquisiti da Microsoft nel corso del 2018, come testimonia questo documento che elenca tutte le società rilevate dal 1994 ad oggi: un importante investimento mirato ad acquisire team con un know-how di un certo livello, atto a rinforzare le capacità della divisione Xbox nello sfornare contenuti first party di qualità, estremamente carenti al momento sulla One.

I fatti che vi ho appena raccontato mi portano a due possibili conclusioni: o Microsoft ha completamente rinunciato al mercato console per focalizzarsi sullo sviluppo di nuovi videogiochi, forte del fatto che la piattaforma Windows è talmente diffusa da potersi considerare un effettivo monopolio (non come ai tempi di XP, ma sia Linux che Mac OS sono ancora ben lontani dal sistema operativo più utilizzato al mondo) oppure… forse all’E3 di quest’anno mi aspetto un annuncio in pompa magna. D’altronde la matematica non mente: tra Xbox e Xbox 360 passarono circa cinque anni e mezzo e, visto e considerato come la tecnologia informatica dedicata al videogioco è in fervente evoluzione, ho dei seri dubbi che One durerà otto anni come 360. Prima che me lo chiediate: no, Xbox One X non la considero una nuova console, quanto piuttosto una revisione della prima One, atta a poter affermare che Xbox è la console più performante in commercio. Fine della storia.

Cosa c’entra dunque l’acquisizione degli studios elencati con una nuova console? Titoli in finestra di lancio, ovviamente. O perlomeno titoli vicini al lancio, al massimo entro un anno dalla supposta release.

Mi rendo conto che probabilmente sono troppo speranzoso e che mi sto lasciando condizionare dall’affetto che provo ancora per la mia adorata Xbox 360 Elite, nonostante oramai sia un PC gamer rodato. Ma nel mio piccolo cuoricino di giovane (più o meno…) videogiocatore, voglio sperare che queste poche parole buttate in rete in un freddo febbraio, possano, come un novello Pacther italiano (a proposito: che fine hanno fatto le sue analisi strampalate?), mi possano far dire in futuro che… ci avevo preso.

Che poi è più probabile che stia prendendo una cantonata colossale e che Sony e Nintendo demoliscano il reparto Xbox per sempre, ma sognare è gratis.

P.S: Mi è stato fatto notare, da persone molto più informate di me, che sono in circolazione vari rumor sulla supposta esistenza di un devkit della futura Xbox, nome in codice Scarlett, in circolazione. Purtroppo, alla scrittura di questo pezzo, non ne avevo alcuna idea, altrimenti il taglio editoriale sarebbe stato molto differente. Spero che comunque abbiate trovato la mia piccola previsione poco informata (ed il conseguente excursus sul fallimento di One, rispetto alle concorrenti) interessante e che, da fan di vecchia data di Xbox 360 convertito a PC gamer, quanto ho teorizzato si avveri. La Microsoft ha acquisito due fra le mie software house preferite e spero che, con i finanziamenti di un colosso dell’industria videoludica, possano sfornare contenuti di qualità. Anche se, lo ammetto, preferirei che i prodotti di Obsidian e inXile rimanessero multipiattaforma, per potermeli godere su PC.

Alla prossima!

Foto della console Xbox 360 in versione Elite.
Forever in my heart.

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