Pubblicato il 29/12/17 da Neko Polpo

L.A. Noire – Dal 1950 con furore

Correva l’anno 2011 e un giovane ragazzo si apprestava, in preda all’hype più sfrenato, a inserire nella sua Xbox 360 Elite uno dei videogiochi che avrebbe lasciato maggiormente il segno sul suo trascorso videoludico, durante la settima generazione delle console.
Si trattava di un titolo open world unico nel suo genere: sebbene prendesse gran parte del suo gameplay dal ben più blasonato Grand Theft Auto (scelta scontata, in quanto il gioco in questione è stato pubblicato da Rockstar), presentava una storia molto lineare e pilotata, negando in parte la magia dell’esplorazione, tipica dei videogames a mappa aperta, a vantaggio di una narrazione dal taglio squisitamente cinematografico. Per chi non lo avesse ancora capito, sto parlando di L.A Noire, primo ed ultimo titolo sviluppato dall’oramai (purtroppo) defunto Team Bondi.  Ah, dimenticavo: quel ragazzo, allora poco più che ventenne… Ero io.

È passato qualche anno da allora, ma, a seguito della recente re-release, avvenuta sia per le tre console di punta (PS4, Xbox OneNintendo Switch) sia per il visore VR HTC Vive, ho pensato che sarebbe stato opportuno raccontarvi brevemente la mia personale esperienza con questo titolo, come fu ricevuto all’epoca, e perché sono ben felice che il mio caro vecchio Cole Phelps sia tornato sulle luci della ribalta dopo ben sei anni di immeritato oblio.

Conservo ancora gelosamente la mia copia acquistata al Day-One.

Tutti i videogiocatori che nel 2011 possedevano una PS3, oppure una Xbox 360, sapranno quanto questo gioco sia stato piagato da diversi incidenti di percorso: scarse vendite e reazione del pubblico non esattamente cortese, fino ad arrivare allo scandalo delle condizioni lavorative a cui furono sottoposti i dipendenti di Team Bondi nel tentativo di realizzare il titolo nel minor tempo possibile, considerando anche quanto Rockstar aveva investito a livello sia tecnico che di marketing su L.A. Noire.

Ma perché tutto ciò avvenne, nonostante il gioco avesse delle indubbie qualità e fosse tecnicamente avanzatissimo (mi riferisco in particolar modo al motion capture facciale) quando fu pubblicato? Molto semplicemente, una fetta minoritaria, ma consistente, del pubblico si aspettava un titolo simile a GTA, cosa che L.A. Noire non aveva la benché minima intenzione di essere.
Nonostante, infatti, il gioco prendesse in prestito parecchi asset dalla fortunata serie action-adventure, L.A. Noire è un titolo dal taglio cinematografico, lineare, che lascia ben poco spazio all’esplorazione e al free roaming a cui siamo stati abituati dal già citato GTA e dagli altri titoli su quella falsariga, come Red Dead Redemption (altro gioco meraviglioso). Questa errata aspettativa generò, dunque, quello che mi piace definire come uno dei più assurdi fiaschi della storia videoludica recente.
Badate bene: non sto dicendo che L.A. Noire sia stato demolito dalle recensioni sia degli utenti che della stampa specializzata (una rapida ricerca su Metacritic lo dimostra), bensì che, immediatamente dopo la release del gioco, ci fu un afflusso enorme e molto aggressivo di feedback da parte di una rumorosa minoranza di utenti, che giudicò il gioco solo dalla copertina, senza apprezzarne il valore narrativo e artistico. Considerando inoltre che il gioco non vendette bene al lancio, Team Bondi si ritrovò rapidamente sommerso dai debiti finanziari insolvibili, se non dichiarando bancarotta.

Nonostante quanto scritto sopra, ri-analizzando l’evento a distanza di sei anni, in data odierna, ho notato come il gioco sia stato positivamente rivalutato nel corso del tempo (cosa che non mi aspettavo), e ne sono estremamente felice. Team Bondi non meritava la tragica fine che ha subito, e vederne onorata la memoria mi fa immensamente piacere. Peccato che i profitti di questa nuova giovinezza se li stia godendo praticamente tutti il publisher, e non l’oramai defunta software house.

L.A. Noire, nonostante sia un titolo con i suoi anni sulle spalle, regge ancora bene tecnicamente parlando.

Dopo questo piccolo excursus datato 2011, torniamo al presente, con le versioni per console di ultima generazione di L.A. Noire. Cos’è cambiato rispetto ad allora? Non molto, in realtà: comparto grafico ripulito e portato alla risoluzione di 1080p; alcune diciture riscontrabili durante gli interrogatori sono state modificate (Verità, Dubbio e Menzogna sono state sostituite con Asseconda, Forza e Accusa); nuovi collezionabili, compresi vestiti alternativi per il nostro elegantissimo detective; vari miglioramenti dedicati agli asset grafici, quali indizi più dettagliati, più varietà nelle piante, veicoli rifiniti e altro ancora.

Sinceramente parlando, il prezzo attualmente è probabilmente troppo alto per quello che è solo una ripulita generale di un gioco di sei anni fa. Mi sento di consigliarlo solo a chi non lo ha mai giocato e ai fan sfegatati del gioco originale, in quanto, se siete fra quelle persone che all’epoca si lamentarono di quanto L.A. Noire fosse lineare e noioso… Dubito lo apprezzereste, oggi.

Vi saluto lasciandovi con una chicca di quel piccolo grande genio che fu mans1ay3r, autore della serie Gamer Poop (attenzione: NSFW!)

NekoPolpo - Biografia