Liberiamo un po’ di spazio
Chi segue Cooler Master già da un po’ sa ormai bene il rapporto qualità/prezzo che hanno le loro tastiere, lo abbiamo già visto con l’ottima CK550.
Bene, non contenti di ciò, i bontemponi hanno deciso di presentare da poco due nuove periferiche TenKeyLess meccaniche di ottima fattura, per venire incontro a tutte le tasche: la MK730 e la CK530, la prima proposta a un prezzo di 119,99 €, con poggiapolsi magnetico in memory foam,switch Cherry MX e cavo USB removibile, la seconda, dal prezzo decisamente più contenuto di 69,99 €, senza poggiapolsi, con cablatura fissa e switch Gateron, ed è proprio la CK530 quella della quale andremo a parlare in queste righe.
Vabbeh, tutto RGB ovviamente, ma che ve lo dico a fare?
Quindi mettiamo da parte la pur sempre ottima Roccat Skeltr che mi ha accompagnato fino ad ora per liberare un sacco di spazio sulla scrivania in favore di una decisamente più compatta Cooler Master.

Nello spazio nessuno può sentirti cikciakkare
Veniamo subito al dunque, io arrivo principalmente dalla Skeltr, che è una membranical, quindi aveva un feeling totalmente diverso, e inizialmente sono rimasto un po’ stranito, nonostante abbia avuto tempo fa una breve parentesi con una Cooler Master MasterKey pro S, ma dopo qualche giorno… boh ragazzi, non si torna più indietro, c’è davvero poco da fare.
Sì, fa rumore, deal with it, non ne fa neanche poco, ma come dice il sottotitolo io adoro il “cik ciak” dei tasti, ma mi rendo anche conto che va a gusti e soprattutto che io abito da solo e non disturbo nessuno; resta comunque un fatto che dovete tenere in considerazione in vista di un eventuale acquisto ed è inutile che vi sto qui a raccontare che con ‘sta periferica sarete dei ninja da tastiera.
Detto questo, entrando un po’ più nei tecnicismi misti a opinioni personali, giusto per non spiattellarvi inutili tabelle che quasi nessuno legge, gli switch red scarrellano alla grande, devono fare nel completo la loro corsa per l’input del tasto, ma il peso da applicare è oltremodo esiguo.
Può far pensare che questa configurazione sia molto più adatta al gioco che non alla scrittura (del resto è una tastiera da gaming, guarda un po’), in realtà non saprei, sarà che arrivo, come detto prima, da un’ibrida, ma mi sto trovando parecchio bene anche a scrivere.

Insomma, worth it?
Ogni tasto è assolutamente personalizzabile e grazie all’intuitivissimo software dedicato potrete facilmente moddare tutto a vostro piacimento, cosa che tra l’altro, ovviamente con le dovute limitazioni, potete fare con la semplice pressione del tasto “funzioni” in combinazione con altri tasti… sì, in pratica vi dovete sparare le combo per cambiare le lucette on the fly.
Per le lucette usate il software, insomma, ma per le macro è davvero oro.
Prendiamo tutto questo, mettiamolo sopra una base in plastica bella solida coperta da un plate di alluminio e tasti rialzati senza copertura che, oltre a dare un bellissimo effetto di illuminazione, permettono di “sbirciare” gli switch.
Tipo quando cercavate di guardare sotto le gonne delle barbie.
Eh, perché non vi conosco.
Worth it? Assolutamente sì: è compatta, leggera, bella da vedere, comoda da usare, il feeling è spaziale, vale ogni singolo centesimo, Cooler Master ha colpito ancora, e fa male.
L’ho scritto che potete giocare a Snake coi led? No, non lo avevo scritto. Potete giocare a Snake coi led.
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