Pubblicato il 27/10/15 da Neko Polpo

Euclidean: Giù nell’Abisso

“You are not supposed to be here.”

Una frase che abbiamo trovato in film, libri e videogiochi almeno una volta nella vita e che in Euclidean ci da il ben arrivato.
Ci tengo a cominciare con una piccola osservazione personale che ho maturato una volta finito il tutto: Euclidean non è un gioco, è un’esperienza. Stiamo parlando del primo titolo della Alpha Wave Entertainment, fondata ad Aprile 2015 e con l’obiettivo di creare giochi in realtà virtuale mai visti prima d’ora. E con Euclidean hanno reso il concetto.
Apriamo il gioco e tutto è abbastanza semplice: visuale in prima persona, siamo su un pilastro al di sopra delle nuvole, ce ne sono anche altri distanti da noi. Possiamo interagire con una colonna che fungerà da Stage Select e con un cannocchiale, per le opzioni di gioco.
Nessun “start game”, il gioco ci fornisce un piccolo indizio per cominciare. Questa trovata è abbastanza sottile e può essere anche considerata sciocca, ma è un qualcosa che ci permette di entrare già nel vivo della situazione. Questa nuova realtà è già “attiva”, non dobbiamo selezionarla con un semplice pulsante.

EuclideanStart
“Sono sopra le nuvole, beeello! Maaa… che faccio ora? Come comincio?”

È possibile riassumere l’intera meccanica di gioco in pochi semplici concetti: “parti da un punto A e sprofonda fino al punto B evitando di essere toccato da qualsiasi cosa ci sia durante il viaggio”.
Il protagonista di questa storia è un’essenza umanoide senza carne né ossa (avete presente un’anima? Ecco, più o meno…) che sprofonda negli abissi di un Posto che “gli umani non possono conoscere né concepire”, pieno di rocce che fluttuano, pilastri farciti di piccoli vermi con lame che sputano dai muri e mostri geometrici, il tutto accompagnato da una voce profonda e simile a un qualcosa di demoniaco.
Sì, mostri geometrici. Nel corso dei livelli saremo costretti ad evitare esseri formati da piramidi triangolari costituite da quattro di queste più piccole, serpenti enormi costituiti da cubi vicini tra di loro e altri simpatici mostri, tutti aventi una certa precisione nella forma, una sorta di “mostri regolari geometricamente”.
Le mosse che abbiamo a disposizione per sopravvivere mentre sprofondiamo nell’Abisso più buio sono:
– WASD, per cercare di tenerci a distanza da muri, pilastri e mostri.
– Il tasto E: a inizio gioco ci viene spiegato che con questo tasto possiamo attraversare le creature itineranti.
Se dovesse venirci addosso una qualsiasi di queste, basta premere il pulsante per essere intangibili per qualche secondo. Questa “skill” ha un tempo di ricarica, se il nostro “corpo” è verde potremo usare questo bonus, rosso se è in ricarica.

Faremo questo viaggio guardando giù per la maggior parte del tempo, poco importa dei dintorni
Faremo questo viaggio nel nulla guardando giù per la maggior parte del tempo, poco importa dei dintorni.

Muoversi è particolarmente difficile, dato che siamo avvolti dall’acqua: ogni movimento è lentissimo e a volte non riusciamo a capire se ci stiamo effettivamente muovendo oppure no.
L’ambientazione è cupa, tetra, tutto è buio per la maggior parte delle volte, non sappiamo come muoverci. Riusciamo a vedere qualcosa soltanto grazie a dei flash che arrivano a intervalli regolari dalla profondità dell’Abisso o da dei glifi sui muri. Possiamo rischiare di morire, salvarci e non accorgerci nemmeno di cos’è successo.
Il nostro obiettivo è sopravvivere e arrivare a un pilastro blu formato da esagoni e con una sfera bianca al centro che ci porterà al livello successivo.
Sono 9 livelli, tutti con lo stesso concetto. Si tratta di provare, sbagliare, imparare dal proprio errore e riprovare, capire dov’è che potrebbe arrivare una delle creature e cercare di evitarla.
E fin qua non sembra nulla di eclatante. Il punto forte di Euclidean è la paura.
Non siamo di fronte al classico gioco horror in cui ci sono jumpscare o fantasmi, ma in un horror psicologico in cui la sensazione di “horror” è tutta fornita dall’ambientazione, dal setting, dalla voce che ci segue. I comandi di gioco, seppur limitati, contribuiscono a dare un senso di inquietudine. Stiamo sprofondando nell’oscurità, non sappiamo cosa c’è più giù, possiamo muoverci appena appena a sinistra o destra, ma questo non cambia le cose, siamo un po’ più in fondo verso l’ignoto.
E qui si ritorna alla mia osservazione iniziale: Euclidean è un’esperienza.
Il suo mondo, così definito e preciso nei dettagli, è allo stesso tempo privo di un contesto.
L’Abisso che affrontiamo, la voce che ci accompagna durante la discesa e ciò che incontriamo nel viaggio lasciano spazio a un’interpretazione personale di ciò che sta succedendo.
Dovendo essere più “crudi”, Euclidean “è un’esperienza” anche per il semplice fatto che la sua rigiocabilità è pari a zero.
È un’esperienza carina se completiamo il gioco usando tastiera e mouse, ma diventa un’esperienza interessante se usiamo Oculus Rift, dato che Euclidean è stato pensato prima per la realtà virtuale e poi è stato fornito supporto per tastiera+mouse (tanto che nei requisiti minimi è richiesta minimo la directx11, altrimenti il gioco non va).
Altro particolare interessante è la presenza di audio 3D binaurale, che permette al giocatore di essere completamente immerso nell’ambiente.

Euclidean
Inquietante…

Euclidean non è un gioco per tutti.
Capiterà di fare 5 minuti di caduta, morire all’ultimo ostacolo, ricominciare, altri 5 minuti e morire ancora e così via, e questo potrebbe non piacere a qualcuno.
Se non siete fan dell’horror e state cercando soltanto un gioco che vi faccia spaventare e/o urlare, allora Euclidean non è il vostro gioco.
Per tutti gli altri, trovate Euclidean su Steam al modico prezzo di 3,99€

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