Pubblicato il 15/11/14 da Neko Polpo

Appunti di Viaggio: The Novelist

Odio questo gioco.
I Kaplan, una famiglia di tre persone, Dan, scrittore, Linda, pittrice, e Tommy, il loro unico figlio, vanno ad abitare per l’estate in una casa tra un bosco e una scogliera. I due adulti tentano di avere successo con le loro opere, in parte riuscendovi, mentre il bambino sta spesso da solo a elemosinare l’attenzione dei genitori. La casa è infestata da un fantasma che interferisce con la vita di dei nuovi inquilini: ne esplora le memorie, estrapola i loro desideri e decide della loro sorte sussurrando loro come comportarsi mentre dormono.
Nel nostro caso ci sono vari finali differenti, ma ho avuto la forza di raggiungerne solo due perché a un certo punto mi è venuta un’ansia terribile.

La famiglia Kaplan mentre entra nella "casa delle vacanze"
La famiglia Kaplan mentre entra nella “casa delle vacanze”

È come l’eterno ritorno dell’uguale: le solite tre persone in una casa chiusa al mondo, con i loro soliti obiettivi, paure, doveri e desideri, e il giocatore, nei panni del fantasma, devi decidere come devono vivere e in cosa devono fallire o riuscire. I presupposti delle situazioni si ripetono ogni volta identici, e tu, barcamenandoti tra quel che è giusto emotivamente e quel che è necessario per ciascuno dei tre inquilini, tenterai di non deludere nessuno né di far colare a picco la famiglia.
La priorità di Dan è il suo libro, ma se Linda vuole ricostruire il loro matrimonio e Tommy vorrebbe un padre più presente, che si fa? Linda vorrebbe tornare a dipingere a tempo pieno, ma se Tommy ha bisogno di cambiare scuola e ambiente per risolvere i suoi problemi di apprendimento, che si fa? Tommy avrebbe bisogno di aiuto da parte di entrambi i genitori, ma se loro si dedicano a lui come possono lavorare al meglio sulle loro opere e guadagnare qualcosa?
Siccome tutto questo non mette abbastanza pressione, ci sono gli extra: i suoceri vengono a fare visita alla famiglia e nello stesso giorno dovrebbero presentarsi anche degli amici di Dan per andare a pescare e un amico (l’unico) di Tommy per trascorrere un po’ di tempo a giocare. Chi favorire in quel caso? Se i suoceri si indispongono son guai e privare Tommy della possibilità di interagire con un coetaneo è anche peggio, ma Dan perderebbe preziosi consigli per portare avanti il suo romanzo… E che fare se la nonna di Linda muore e proprio il giorno del funerale c’è la lettura delle bozze del romanzo? Ogni tanto si hanno sprazzi di buonsenso: è estate, perché non trascorrere del tempo accampati nel bosco, tutti insieme? Sì, facciamolo! Ma la cosa finisce lì, poi ognuno torna alle sue preoccupazioni e solo ogni tanto passa in mente ai due adulti che hanno un figlio.

Le scelte che il giocatore farà potrebbero indisporre chi non ne beneficia
Le scelte che il giocatore farà potrebbero indisporre chi non ne beneficia

Quel che davvero non mi ha fatto digerire il gioco, però, è il fatto che sia il giocatore a doversi fare in 4 per il benessere di Tommy, affiancato virtualmente dalla maestra del bambino, Mrs Mcmillan, e dallo psicologo, Dr. Donald Samuels, che attraverso delle lettere esortano i due genitori a seguire il piccolo almeno per un paio d’ore al giorno la mattina, mentre Linda e Dan son tutti presi dalle loro preoccupazioni in un certo modo futili ed egoistiche.
Per me non si è trattato solo della gestione di una famiglia in crisi, bensì del fatto che tu, giocatore, debba occuparti del figlio altrui SPERANDO di aiutarlo mentre ai genitori in un modo o nell’altro andrà bene (o tra di loro o nella carriera) NONOSTANTE le tue scelte e la loro negligenza.
C’è un certo squilibrio e un’enorme ingiustizia in tutto questo, e il gioco è capace di farteli pesare togliendoti la possibilità concreta di assumere un ruolo positivo nella vita dei tre inquilini.
Ecco, alla fine ho sentito di aver fallito nell’impresa di rendere i Kaplan felici come famiglia e singolarmente soddisfatti delle loro vite, anche se alcuni dei loro obiettivi sono andati a buon fine. Da questo punto di vista, mi è sembrato non avere senso che tu, fantasma, non abbia voce in capitolo nonostante il gioco ti costringa a darti da fare per loro, anche perché non sembra che i tre inquilini imparino a vivere meglio dopo questa esperienza.

Il giocatore aka fantasma deve sussurrare a Dan la sua scelta mentre quest'ultimo dorme
Il giocatore aka fantasma deve sussurrare a Dan la sua scelta mentre quest’ultimo dorme

Forse è perchè ho letto i libri sbagliati, ma questo gioco è stato davvero una delusione perchè un’intera famiglia è privata della speranza di un concreto miglioramento nelle relazioni interne, nonostante i Kaplan restino da soli in una casa isolata per quasi tre mesi e abbiamo infinite occasioni per iniziare un percorso in questa direzione.

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