Pubblicato il 25/09/15 da Neko Polpo

Tearaway: Avventure di carta – Beata fanciullezza.

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Dopo aver riempito di ritagli, disegni e foto (imbarazzanti) poco più di mezzo milione di PS Vita, Tearaway sbarca su PlayStation 4 in una versione riveduta ed arricchita da nuove funzionalità, sperando d’ottenere una visibilità maggiore e certamente meritata. Addentriamoci nell’analisi della creatura di Media Molecule, grazie alla copia gentilmente concessa da Sony alla nostra redazione.

Prima di procedere reputo necessaria una premessa, vista la mia diffidenza verso i giochi della software house inglese: nonostante riconosca alla saga di Little Big Planet un’indubbia valenza artistica, ho sempre trovato gli episodi di questo franchise degli ottimi editor ingabbiati in platform mediocri e dalle meccaniche assai scialbe e poco rifinite. L’uscita di Tearaway per PS Vita mi ha quindi lasciato del tutto indifferente, nonostante le innumerevoli critiche positive raccolte in giro per la rete, conducendomi “vergine” al primo appuntamento con questo Tearaway: Avventure di carte.

Ah, com'è bello perdersi in tutti questi colori. Un rimedi tecnologico contro lo stress quotidiano.
“Ah, com’è bello perdersi in tutti questi colori. Un rimedio tecnologico contro lo stress quotidiano.”

Pur nella lentezza delle fasi introduttive, è bastato spalancare gli occhi su questo piccolo mondo per sentire un confortevole senso di calore avvolgere il cuore, dissipare il nervosismo e stampare un sorriso beato su di un volto severo. Tutto richiama l’universo infantile, quel periodo meraviglioso in cui qualche foglio di carta ed una manciata di colori bastavano per dar vita alle più grandiose delle avventure. L’attenzione al dettaglio anche più minuscolo, come la carta che si flette al passaggio del protagonista, e l’amore evidente riversato nel gioco sconvolge e commuove, abituati come siamo ad essere storditi continuamente da effetti speciali esagerati ed esasperanti, spinti di fretta lungo corridoi sempre più simili a montagne russe pseudo interattive. Nel titolo dei Media Molecule c’è spazio per la calma e la tranquillità, per l’esplorazione asservita ai ritmi del giocatore, per l’ebbrezza della personalizzazione, per la condivisione “famigliare” dell’esperienza di gioco e per la gioia della sorpresa inaspettata.

"Grazie al touchpad (o tramite un device mobile) è possibile disegnare, ritagliare e partorire le peggiori creazioni dell'intelletto umano. Ma sempre sorridendo".
“Grazie al touchpad (o tramite un device mobile) è possibile disegnare, ritagliare e partorire le peggiori creazioni che l’intelletto umano abbia mai ideato. Ma sempre sorridendo, eh!”

Se in Little Big Planet la personalizzazione è l’obiettivo finale di tutta l’esperienza, in Tearaway: Avventure di carta ne percorre l’intero corpo, arricchendo quel che resta principalmente un gioco di piattaforme tridimensionale. Grazie alla PlayStation App (disponibile per iOS e Android) è possibile sfruttare un device mobile come secondo schermo, delegando al medesimo la creazione di tutti i patchwork creativi, inviabili con un semplice tocco. Tappezzare le strade di foto e scarabocchi mentre si procede nella storia, preferibilmente accompagnati da un secondo giocatore, strappa sorrisi a non finire e trasforma un banale playthrough in un’esperienza più intima e personale, da ricordare. La cosmesi generale aggiunge ulteriore zucchero ad occhi già sazi, colorata e vivace com’è raro trovare su macchine non Nintendo. Ho trascorso innumerevoli minuti a contemplare gli scenari, frutti maturi di una creatività frizzante e contagiosa a cui è stata concessa tutta la libertà necessaria per esprimersi e concretizzarsi.

"Tanta bellissima carta".
“Il mio regno di carta…”

Altrettanto brio artistico è convogliato nel game design, dove il fattore sorpresa funge da esca ghiotta per l’attenzione del giocatore, confuso e divertito dalle continue trovate implementate dai game designers inglesi. Ogni singola funzionalità del controller trova un’utilizzo concreto nell’universo di Tearaway: Avventure di carta: dalla luce pilotata dal sensore luminoso del Dualshock 4, agli elementi sensibili al motion control, passando per il touchpad, la PlayStation Camera ed il microfono, si apprende che, se accarezzare uno scoiattolo imprigionato nel gamepad regala piacevoli sensazioni, qualcosa ha certamente sfondato la quarta parete, instaurando quel collegamento diretto tra creatori e consumatore che solo l’interattività può rendere così intenso. Spetta alle composizioni musicali dare gli ultimi ritocchi, miscelando una natura prettamente folk con contaminazioni che spaziano dall’elettronica al pop, dal grottesco all’atmosferico, in un saliscendi emotivo irresistibile ed eclettico.

"La macchina fotografica permette di sbloccare dei progetti per realizzare dei modellini in carta dei vari personaggi ed elementi del gioco".
“La macchina fotografica permette di sbloccare dei progetti per realizzare dei modellini in carta, provvisti delle necessarie istruzioni e grado abilità richiesta. Sotto con le forbici e la colla!”

Nonostante la meravigliosa eccentricità dell’insieme qualche nota dolente stride nell’armonia finale. Il level design segue pedissequamente le regole basiche del genere, peccando in coraggio, originalità ed inventiva. Tutto è scolastico, già affrontato in un numero consistente di concorrenti, privo di quei guizzi architettonici propri dei capisaldi del buon saltare, guizzi che marchiano a fuoco la memoria e trasformano un buon gioco in un capolavoro. Il continuo inserimento di gimmick che sfruttano le caratteristiche del gamepad, e delle eventuali periferiche secondarie connesse, nasconde solo momentaneamente il problema, destinato a riemergere prepotentemente appena si comincia a cercare la polpa del gameplay, in vista di un’ipotetica seconda partita destinata al ritrovamento dei numerosi collezionabili presenti. Il tasso di sfida nullo è da considerarsi un grave difetto solo per i giocatori che ritengono fondamentale questa caratteristica ma, visto il target specifico a cui il prodotto dei Media Molecule è indirizzato, risulterebbe inappropriato penalizzare tanta bellezza basandosi unicamente su una precisa scelta di game design.

"Ci sono anche sezioni che prevedono l'utilizzo di mezzi di locomozione alternativi alle gambe, carinissime, del protagonista."
“Ci sono anche sezioni che prevedono l’utilizzo di mezzi di locomozione alternativi alle gambe, carinissime, del protagonista.”

Al netto di tutte le osservazioni fatte in sede di recensione, Tearaway: Avventure di carta saprà regalare stupore e serenità a tutti i giocatori, più o meno giovani, che decideranno di staccare la spina dallo stressante vivere quotidiano, agguantando al volo un piccolo aeroplano di carta diretto verso questa innocente fantasia infantile, così ricolma di passione, talento ed amore da lasciare sinceramente commossi.

Regalate un sorriso ad una persona che amate e coinvolgetela nel viaggio, c’è un minuscolo eroe che aspetta di scarabocchiare la vostra personalissima storia.

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