Pubblicato il 09/03/16 da Jacopo Ambaglio

SUPERHOT – Black & red

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Eccoci davanti ad un gioco che sarà odiato fortissimo dai complottisti comunisti, perché dovremo usare un sacco di cose nere per far fuori un sacco di omini rossi.
Idiozia a parte, siamo a parlare di SUPERHOT, titolo creato dal SUPERHOT team in occasione della jam 7DFPS (seven days first person shooter) che ha riscosso un successo tale da far partire una fruttuosissima campagna Kickstarter per averlo come gioco vero e proprio e… beh, eccoci qui.

That DOS.
That DOS.

Veniamo accolti così, con una chat in DOS nella quale un misterioso interlocutore ci invita a giocare ad una versione crackata di questo “nuovo gioco”. Dovremo rispondergli con risposte pre-scriptate “facendo finta” di battere sulla tastiera, idea semplice ma allo stesso tempo molto carina, che aiuta l’immedesimazione non di poco. Il DOS dominerà in generale ogni schermata dello strano menu pieno di cartelle e di contenuti aggiuntivi che sbloccheremo una volta concluso lo story mode.

Alla fine della chattata saremo catapultati in un mondo stilizzato completamente bianco governato da uomini rossi che, per ora inspiegabilmente, faranno di tutto per tentare di ucciderci. Per difenderci e farli fuori avremo a disposizione gli oggetti neri che troveremo nelle varie mappe o che strapperemo dalle mani del nemico (pistole, katane, vasi, bicchieri, bottiglie, fucili, gli schiaffi, ecc.).
Tutto qui? Decisamente no, perché il bello viene proprio ora.
Il tempo andrà avanti solo quando noi ci muoveremo, altrimenti sarà praticamente fermo – e occhio a quel praticamente, perché si muoverà lentissimo, ma non si fermerà completamente. No, davvero, occhio, potrebbe salvarvi la vita, e qui ogni errore è morte.

Right in the face, bitch.
Right in the face, bitch.

Nel distopico mondo di SUPERHOT ogni frazione di secondo è vitale: prima di fare ogni passo dovrete guardarvi bene intorno, perché evitare una pallottola della quale avete capito la traiettoria è un conto, ma vedersela nei livelli successivi con rose di fucile a pompa e raffiche di mitra è ben altra cosa. Fatto sta che c’è poco da preoccuparsi perchè una buona curva di difficoltà e la mira non sempre eccellente dei nostri avversari ci faranno superare, più o meno agilmente, ogni livello della storia principale. Beh, sì, qualche santo è stato comunque tirato giù senza problemi eh.
Insomma, ci si sente dei veri mostri alla “Neo mi fa una pippa, ciao Matrix”. Sparare in testa a un tizio, girarsi, tirare la pistola in faccia a un altro e prendere la sua al volo per sparargli subito invece di ricaricare direi proprio che non ha prezzo. Probabilmente ci avete messo un minuto buono a fare tutto ciò, ma in realtà è durato tutto pochi secondi e a dimostrarcelo, una volta sbriciolati (nel vero senso della parola) tutti i nemici della mappa, partirà una voce inquietante che ripeterà alla nausea “SUPER… HOT! SUPER… HOT!” mentre ci godremo il replay a velocità normale delle nostre gesta…e Dio, quanto ci sentiremo fighi.

eh, che pelo.
Eh, che pelo.

Ma perchè sentirci fighi da soli quando possiamo vantarcene in giro, mi chiedo. Alla fine di ogni livello, infatti, potremo caricare il replay su un’apposita piattaforma, Killstagram, che è ancora in beta ma fa il suo sporco lavoro come deve.
Vi lascio un esempio qui giusto per far capire le potenzialità del titolo.

Per quanto riguarda la trama ogni piccola cosa sarebbe uno spoiler, finirete la storia principale in un paio d’orette circa, ma di cose ne succederanno. ‘Orca, se ne succederanno. È una storia strana… molto strana… a tratti TROPPO strana, e può risultare parecchio confusionaria, ma si lascia seguire e appassiona, soprattutto grazie a scelte narrative che vi lasceranno positivamente, beh, straniti, appunto: bug grafici, chat improvvise, ritorni sul desktop, tutorial random dopo parecchi livelli già superati e così via.
Non preoccupatevi comunque, che quando si chiude una porta si apre un portone e di cose da fare dopo la conclusione ce ne sono, tra l’endless mode (in assoluto la cosa che mi diverte di più e che con la scusa di prendere un paio di screenshots per questa recensione mi ha portato via un’ora e mezza, maledetta droga) e le challenges, nelle quali dovrete ripetere i vari livelli con delle modifiche al gameplay. Il divertimento non mancherà.

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Eh sì, more, maledetta droga.

Lo trovate a 22,99 euro su Steam.
Li vale? Beh, tocca usare una frase che nelle righe precedenti avete letto fin troppo spesso: è strano. Quando ho finito la storia principale in un paio d’ore sono rimasto perplesso. Nel panorama indie bisogna dosare molto bene le parole e se si ha a che fare con gli appassionati, per certi versi, bisogna dosarle meglio anche rispetto ai discorsi sugli altisonanti “tripla A”. La longevità resta e deve restare un punto importante per la valutazione di un titolo perchè È OVVIO, e ci sarete arrivati, che se guardiamo in faccia le idee questo SUPERHOT è da avere senza neanche stare lì a pensarci 4 secondi. È vero che idee così vanno supportate ed è vero che questa è una perla rara.
C’è poco da fare comunque, se il gioco vi dovesse prendere i contenuti extra che il titolo offre post end game sono succosi e imperdibili, e quindi sì, maledizione, li vale. Li vale eccome.

Quindi niente, Hi [FRIEND_NAME_HERE], you have to check out this game. It’s the most innovative shooter I’ve played in years.

SUPER HOT POLIPI

  • Innovativo
  • Divertente
  • Trama e scelte narrative appassionanti
  • Strapieno di contenuti extra

 

  • Storia principale abbastanza corta

Ipah - Biografia

Aspetta, faccio la presentazione standard da recensore navigato. Cresciuto coi videogiochi che quando ho cominciato io proprio levati, si giocava a Pong coi sassi. L'abilità videoludica di Faker unita al senso critico di Matt Preston.

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