Pubblicato il 18/11/15 da Neko Polpo

STASIS – Triplo carpiato negli anni ’90

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Ci sarebbe da scrivere un trattato sui videogiochi horror degli anni ’90. Dall’introduzione della grafica poligonale dei survival ai film interattivi in live action delle avventure in full motion video, abbiamo a disposizione una pletora di stili e approcci differenti talmente sfaccettata da dare a questo genere un periodo irripetibile nonché stranamente molto riconoscibile nella sua estetica. Questo è dovuto probabilmente al frequente uso di scenari prerenderizzati che hanno caratterizzato tutte queste produzioni di genere anche se molto distanti tra di loro. Fate vedere uno scenario realizzato con questa tecnica a chi ha attraversato questo decennio e sarà inevitabile, per lui, ricordare le nottate perse dietro a un Resident Evil oppure a un Sanitarium. In questi termini, il primo approccio che si ha con STASIS è quello di un triplo tuffo carpiato con doppio avvitamento negli anni ’90.

Stasis
Inquadratura isometrica e colori freddi sono la marca di Stasis.

Tutto sembra affondare profondamente le radici nel patrimonio culturale delle avventure punta e clicca di vent’anni fa, dallo stile grafico alla scrittura delle trama, ai temi trattati. Ovviamente, il primo titolo a “farne le spese”, sembra essere proprio Sanitarium, l’avventura grafica realizzata da AGS Games nel 1998 e unica nel suo genere. In realtà, la sola cosa in comune tra i due titoli è l’inquadratura dall’alto con angolazione isometrica, perché né la trama né l’ambientazione hanno nulla a che fare. Mentre Sanitarium rimane un trip allucinante e onirico nella mente di un pazzo, tra ricordi sbiaditi, paure rappresentate da mostri, manicomi marciti e case infestate, STASIS è un lucido viaggio tra gli orrori e gli aborti di una scienza che ha perduto ogni traccia di umanità.

Stasis
Ok, capisco gli after hours, ma qui si è esagerato!

La storia vede come protagonista il nostro John Maracheck, uomo comune che ha deciso di intraprendere con la sua famiglia un lungo viaggio interstellare a bordo di una nave di trasporto passeggeri. La procedura del vascello prevede che i viaggiatori entrino in uno stato di stasi temporaneo per poi risvegliarsi al raggiungimento della meta. Purtroppo il risveglio di John non sarà dei più piacevoli, anzi risulterà essere uno dei più drammatici. Otre a uscire dalla sua capsula in gravi condizioni di salute, il povero cristo si renderà presto conto di due cose: primo, di non essere sulla nave su cui si era imbarcato e, secondo, di essere completamente solo in un posto sconosciuto senza sapere che fine abbia fatto la sua famiglia. In più, l’ambiente non è per niente ospitale. Tutte le apparecchiature del laboratorio sembrano distrutte e abbandonate, i muri sono pieni macchie di sangue e per i corridoi non c’è anima viva. Da qui il giocatore prende in mano il controllo del povero John nella sua triste e desolata esplorazione.

Stasis
La grafica di Stasis presenta una cura dei dettagli quasi maniacale.

Fondamentalmente STASIS è un coacervo di diversi giochi e film di fantascienza. Saccheggia sicuramente da Alien e si appoggia molto a Dead Space (il quale, a sua volta, è parecchio derivativo a dire il vero), ma prende ispirazione anche da alcuni giochi più “inaspettati” come The Dig o I Have No Mouth and I Must Scream. L’ispirazione, per così dire, non è tanto a livello di elementi o temi (i quali sono molto distanti dalle due avventure sopra citate) ma più a livello di “concetto”, dato che il creatore Christopher Bischoff ha spiegato di voler creare un’avventura grafica sci-fi dai temi adulti e maturi. A ben vedere, il gioco di The Brotherhood non presenta un plot particolarmente originale o profondo tanto da stimolare profonde riflessioni filosofiche o psicologiche. L’aspetto “maturo” si riflette più nel quantitativo di gore e violenza mostrate a schermo che nel calibro degli argomenti trattati. C’è comunque da dire che il lavoro di scrittura è particolarmente curato e articolato. Nel suo insieme, la trama di Stasis non sarà originalissima, ma il modo in cui la si scopre piano piano e la quantità di subplot a cui possiamo accedere rende l’esperienza sufficientemente piena e appagante.

Stasis
Le prime battute di gioco presentano location desolanti e inquietanti.

Da brava avventura anni ’90, STASIS adotta due piani narrativi che vanno di pari passo: uno è quello dei dialoghi parlati, l’altro è quello dei testi scritti da leggere. I primi sono più frequenti di quanto non sembri e sono anche ottimamente recitati da doppiatori professionisti di una certa abilità. I secondi sono presenti in quantità ancora maggiore sottoforma di diari reperibili da terminali, tablet e PDA disseminati nelle varie aree di gioco. Diciamo che se non vi piace leggere allora potreste avere dei problemi con STASIS dato che la quantità di testo è ragguardevole. Oltretutto, leggere i report e le cronache di bordo costituisce un’attività fondamentale, non solo per calarsi meglio nell’atmosfera e nell’ambientazione ma anche per ottenere consigli e indizi sulla risoluzione dei vari enigmi.

Stasis
PDA, terminali e pannelli di controllo sono custodi di diari di bordo e preziosi indizi.

In tal proposito, gli enigmi di STASIS, non si discostano troppo dagli standard avventurieri classici, con il tipico inventario pieno di oggetti da raccogliere e combinare tra di loro. L’unica nota degna di attenzione è la possibilità di “rimanerci secchi”. In parecchi frangenti il gioco Brotherhood presenta situazioni potenzialmente letali, un click sbagliato può portare il povero John a una scena di morte tanto gustosa quanto brutale. È divertente notare che alcuni puzzle possono risolversi facendo cose molto pericolose ma con il giusto tempismo. Un modo simpaticamente bastardo per stimolare il giocatore a provare di tutto e spingerlo ad azioni azzardate nel tentativo di farlo cadere “in trappola”. Una volta incorsi in un “game over” si avrà, tuttavia, la possibilità di riprovare il punto fatidico da capo, purtroppo questi checkpoint automatici sono posti prima di alcune cutscene non skippabili, con il rischio di farvi rivedere dialoghi e scenette già viste più e più volte.

Stasis
Il sangue e il gore abbonano in parecchie ambientazioni.

Giunti a questo punto è innegabile che il fascino più grosso di STASIS risieda nel suo essere così irrimediabilmente retrò, a partire dal suo look accattivante e prerenderizzato. La sensazione è quella di giocare ad un piccolo diorama orrorifico curato in ogni minimo dettaglio, dalla minuzia della grafica ad un sonoro azzeccato e tagliente. Le pecche più grosse sono da ricercare prima di tutto nella scarsa originalità di trama e in enigmi non troppo freschi e inediti. Nonostante questo, l’effetto nostalgia e il gustoso e compiaciuto grand guignol di diversi momenti gore restituiscono un’esperienza davvero appagante per chiunque ami il genere di riferimento.

Stasis premi: anni '90 oro, sangue e dolore argento, diorama bronzo.

 

Potete trovare STASIS su Steam oppure su GOG.com al prezzo di 24,99€.

NekoPolpo - Biografia

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