Pubblicato il 11/10/17 da Neko Polpo

Raiders of the Broken Planet – Non è Pandora, purtroppo.

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Raiders of the Broken Planet, sviluppato dal team responsabile dei vari Castlevania: Lords of Shadows, lo spagnolo MercurySteam, è un titolo con ottime potenzialità e un grandissimo impatto, ma seriamente minato da alcuni grossi difetti che lo mortificano enormemente. Ma andiamo con ordine.

Raiders of the Broken Planet si presenta come un TPS fantascientifico con una fortissima componente online. L’ambientazione è molto figa: in un lontano e degradato futuro, l’unica fonte di energia in grado di permettere i viaggi interstellari e altre cose fantastiche è l’Aleph, una sostanza che si trova solo ed esclusivamente su un pianeta sperduto (no, non si chiama Arrakis) rendendolo, di fatto, il centro dell’Universo conosciuto. Ovviamente tutti, e dico proprio tutti, vogliono mettere le mani sul pianeta, saccheggiando ogni sua risorsa utile e finendo per consumarlo, letteralmente. Come se non bastassero le faide tra fazioni rivali, ci si mette anche il sorgere di uno strano culto di malvagie divinità aliene tentacolari (non Cthulhu), oltre al giustissimo risentimento armato dei nativi (che no, non sono gli eleganti Na’Vi di Avatar, ma dei ceffi poco raccomandabili).

raiders of the broken planet

Quindi: prendiamo due parti di Dune, una parte di Avatar, un pochino di robe cthuloidi, shakeriamo bene, serviamo decorando il tutto à la Borderlands e otterremo Raiders of the Broken Planet! Trama e ambientazione, proprio perché pescano ispirazione a mani basse da opere del genere, sono veramente accattivanti. Non originalissime ma proprio fighe. Ci mettiamo poi una grafica e un design di cose e personaggi bello, pulito e di atmosfera e un’idea di gameplay e distribuzione che, sulla carta, potrebbero rivelarsi vincenti. Viene da chiedersi cosa possa andare storto… E la risposta è: molte, troppe cose.

Passato l’iniziale stupore per ambientazione e design, ci troviamo subito a dover giocare il prologo della vicenda, scaricabile liberamente e soprattutto gratuitamente. Il prologo, della durata di circa un’oretta, introduce alle meccaniche di base, combat sistem a mani nude compreso. Sì, perché, pur essendo uno shooter, in Raiders of the Broken Planet ci ritroveremo molto spesso a dover menare le mani. Il corpo a corpo non si riduce a una misera mossa e basta, ma è un sistema di più azioni che si contrastano/annullano a vicenda. Un po’ come in For Honor o, meglio ancora, come in forbice carta sasso. Interessante, dal punto di vista teorico, il sistema melee più articolato di un semplice schiaffone, ma in realtà troppo caotico e casuale in game, rendendolo di fatto una pura questione di fortuna.

raiders of the broken planet

Dopo il prologo, potremo accedere alla prima campagna, scaricabile a pagamento per la modica cifra di 9.99 Euro. Questa, e le successive che verranno rilasciate a cadenza regolare, sono storie a se stanti, ma comunque interconnesse con le altre, andando così a comporre la complicata lore del titolo. La struttura a “episodi” indipendenti, che vanno a formare una “stagione” come fosse una serie tv, potrebbe essere un colpo di genio o un clamoroso autogol. Vero è che un giocatore potrà scegliere di acquistare una campagna piuttosto che l’altra, a prezzo contenuto, ma se le prossime saranno come la prima (completabile in cinque o sei ore e scarsamente rigiocabile), tra il completamento di una e il rilascio di un’altra l’interesse per il titolo potrebbe svanire.

Il gameplay mi è piaciuto e, tolto il combattimento corpo a corpo, non ho nulla da ridire su controlli e struttura dei livelli. Ogni personaggio selezionabile ha il suo ruolo ben preciso, con pregi e difetti, e solo operando con una squadra al completo potremo raggiungere il massimo dell’efficienza e del divertimento. Raiders of the Broken Planet si può affrontare anche in solitaria, ma il vero fulcro del gioco è la cooperazione, attuabile sia in locale che online. E qui casca l’asino.
Se riusciamo a trovare un compare con cui dividere il divano localmente, tutto ok. Ma se ci affidiamo al matchmaking sono davvero dolori, perché online, al momento della scrittura di questo articolo, non c’è praticamente nessuno. Zero, server vuoti! Per farvi capire, in una settima di prova (a gioco già uscito) sono riuscito a fare il prologo gratuito come si deve, con altri giocatori, ma attaccando la prima campagna… Solo due volte ho trovato gente! Tutti gli altri tentativi mi vedevano attendere per oltre venti minuti, sovente senza successo. Per scrupolo ho provato a rifare il prologo, trovando sì più giocatori disponibili, ma comunque molto meno rispetto ai primi giorni.

raiders of the broken planet

Insomma, temo che questo Raiders of the Broken Planet, pur essendo un gioco molto bello, curato (il design delle astronavi è pazzesco!), divertente (se giocato nella giusta maniera) e a suo modo coraggioso, non sia stato tenuto in gran considerazione, almeno per ora. Forse, opinione mia, farlo uscire così vicino a Destiny 2 non è stata un’idea brillante. Vedremo come evolve: io, in fondo, ci spero!

Design personaggi e astronavi

Struttura a episodi

  • Grafica e sonoro
  • Caratterizzazione dei personaggi

 

  • Combattimento corpo a corpo
  • Online quasi deserto

NekoPolpo - Biografia

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