Pubblicato il 08/12/17 da Riccardo Trillocco

PlayLink

For all the players

Sony ha sempre avuto un occhio di riguardo per i cosiddetti giocatori “casual”, basti pensare a esperimenti quali EyeToy (SIE London Studio per PS2, 2003), SingStar (SIE London Studio per PS2, 2004), Buzz! (Relentless Software per PS2, 2005) e Wonderbook (SIE London Studio per PS3, 2012), o ai più recenti The Playroom (SIE Japan Studio per PS3, 2013) e The Playroom VR (SIE Japan Studio per PSVR, 2016). La maggior parte di questi progetti aveva in comune l’uso di periferiche dedicate: la videocamera in EyeToy, il microfono in SingStar, il “pulsantone” con tanto di tasti colorati in Buzz!, il libro blu per ricreare la realtà aumentata in Wonderbook. Oggi tutto questo non è più necessario, poiché tutte queste tecnologie sono racchiuse nell’oggetto che, forse più di ogni altro, influenza la nostra quotidianità: lo smartphone.

Presentata in pompa magna all’E3 2017 e lanciata ufficialmente sul mercato il 4 luglio con il primogenito della famiglia, Dimmi Chi Sei!, PlayLink è la nuova line-up Sony dedicata ai “casual gamers”, ma, come vedremo più approfonditamente nelle prossime righe, essa non è priva di attrattive anche per i giocatori più navigati. Ad oggi PlayLink conta cinque esponenti: quattro di questi sono titoli first party, mentre il quinto è Planet of the Apes: Last Frontier, sviluppato da The Imaginati Studios e pubblicato da The Imaginarium, la società di produzione fondata da Andy Serkis e Jonathan Cavendish nel 2011. Ogni gioco della gamma PlayLink viene proposo al prezzo di 19,99 €, e ha una propria app dedicata, gratuita e piuttosto “leggera” sia nel consumo dati che in quello della batteria. Nella mia analisi mi concentrerò sui quattro titoli first party, analizzando i pregi e difetti di ogni iterazione.

Dimmi Chi Sei!

I più grandicelli tra voi ricorderanno sicuramente una celebre puntata di Friends, nella quale Monica e Rachel sfidavano Chandler e Joey in un quiz, e l’argomento delle domande verteva su quale coppia conoscesse meglio l’altra. A quanto pare i ragazzi di Wish Studios, in quel di Brighton, erano avidi spettatori delle avventure di Ross Geller e soci, perché il concept alla base di Dimmi Chi Sei! è esattamente lo stesso. Utilizzando i nostri dispositivi mobile, Android o iOS che siano, dovremo infatti rispondere a delle domande riguardanti gli altri giocatori e il loro ipotetico comportamento in varie situazioni.
Il gioco è fruibile da due fino a sei giocatori, e ci trasporta in vari scenari, dove dovremo cercare di indovinare come reagirebbero gli altri partecipanti qualora fossero posti di fronte a determinate circostanze, la maggior parte delle quali piuttosto imbarazzanti. Esempio: uno scenario è ambientato su un treno, e il gioco vi porrà la domanda: “Come si comporterebbe x se uno sconosciuto gli si addormentasse accanto, e gli appoggiasse la testa sulla spalla?”, fornendovi due alternative. Dovrete perciò immedesimarvi nell’amico di turno e cercare di rispondere come farebbe lui. Le domande sono oltre mille, quindi il rischio ripetitività è scongiurato.

L’intesa è tutto in Dimmi Chi Sei! E no, non ho un gemello siamese!

Per spezzare il ritmo tra una sessione di domande e l’altra ci saranno delle manche dedicate al disegno, e delle altre dedicate alla fotografia. Nelle prime, per esempio, ci verrà chiesto di disegnare un’ipotetica copertina di un romanzo, o uno “scarabocchio da finestrino”, sempre cercando di riprodurre i comportamenti dei propri amici. Nelle sessioni fotografiche, invece, ci verrà chiesto di imitare delle espressioni forniteci dal gioco, per poi votare la migliore.

È indubbiamente un gioco per tutti. La penna multicolore e le fialette puzzolenti danno quel tocco di nostalgia che non guasta.

Inutile dire che, con il giusto gruppo di amici, e magari con l’aiuto di qualche allegra libagione, Dimmi Chi Sei! spesso dia vita a situazioni letteralmente esilaranti. Tutto questo, come se non bastasse, è accompagnato da un’interfaccia grafica deliziosa, un sonoro estremamente curato, tempi di caricamento pressoché nulli e un ottimo doppiaggio italiano. Inoltre, sin dalla sua uscita, That’s You! (questo il titolo originale) è scaricabile gratuitamente dal Playstation Store, previa sottoscrizione di un abbonamento Playstation Plus. Il mio consiglio è di farlo vostro, perché è estremamente ben fatto e molto, molto divertente.

Sapere è Potere

Secondo gioco PlayLink affidato ai ragazzi di Wish Studios, Sapere è Potere ricalca pedissequamente lo schema di Dimmi Chi Sei!, alternando delle domande a delle prove alternative focalizzate sui controlli touch, e può essere fruito da due a sei giocatori. Se in Dimmi Chi Sei! il tema portante del gioco, nonché la fonte principale del divertimento, era il testare la conoscenza reciproca, in Sapere è Potere siamo invece dalle parti di un classico quiz televisivo, con le sue tipiche domande di cultura generale contraddistinte da una difficoltà crescente, rappresentata in game come una piramide da scalare.
Prima di iniziare la partita vera e propria, saremo chiamati a scegliere un avatar e, scattandoci un selfie con il nostro smartphone, a sovrapporvi il nostro volto. I suddetti avatar, pur non influendo in nessun modo sulla partita, sono tutti simpatici e ben caratterizzati. Il fattore determinante nel raggiungere la cima prima dei nostri avversari sarà la velocità, poiché, a parità di risposte esatte, il giocatore che avrà risposto più velocemente verrà premiato con un maggior numero di punti. Il tutto si svolge molto rapidamente, e le domande sono a risposta multipla, con la classica scelta tra quattro alternative.

L’uomo hot dog ha sempre il suo fascino.

Cosa distingue quindi Sapere è Potere da tutti gli altri giochi a quiz in commercio? A livello di gameplay fondamentalmente due cose: il poter utilizzare dei poteri per arrecare noie all’avversario, e le succitate variazioni alla formula. I poteri a disposizione sono quattro: bombi, ghiaccio, blob e gnam-gnam. Qualsiasi potere decideremo di utilizzare, esso farà si che il nostro avversario perda del tempo prezioso prima di poter rispondere, perché, tramite il touch screen del suo smartphone, sarà costretto a “ripulire”, ovviamente in maniera differente a seconda dell’attacco subito, la risposta che intende selezionare. Ogni tanto ci verranno forniti dei doppi poteri, che altro non sono se non la somma di due tra i quattro poteri elencati, e degli strapoteri, che ci permetteranno di scegliere l’argomento della prossima sessione di quiz.
L’altra peculiarità di Sapere è Potere è rappresentata dalle due tipologie di prove a cui saremo sottoposti tra una sessione di domande e l’altra. O verremo chiamati ad abbinare delle coppie di parole, tutte relative a un determinato argomento, o dovremo distribuire tra due macro-categorie dei termini che ci verranno proposti. Niente di trascendentale, ma sono sezioni utili a variare un po’ il ritmo di gioco. La prova finale, spesso il vero ago della bilancia tra il fallimento e il successo di un buon quiz, non si discosta più di tanto dalle meccaniche di base. L’unica differenza infatti è rappresentata dall’imposizione del potere da utilizzare, e dalla visualizzazione del nostro avatar, che salterà in tempo reale lungo i gradini della piramide, in base alla velocità delle nostre risposte. La realizzazione tecnica è buona, ma non spicca certo per originalità. Il conduttore del quiz, inoltre, non riesce a brillare né per simpatia, né per personalità, e mi ha fatto rimpiangere più volte quello dell’ormai vetusto Buzz!.

La piramide del sapere. Ai lati potete vedere i quattro poteri disponibili.

Volendo dare un giudizio, Sapere è Potere è il gioco più debole tra i quattro titoli PlayLink distribuiti da Sony. Non lascia il segno in nessuna delle sue caratteristiche, ed esce con le ossa rotte dal confonto con il suo diretto predecessore, quel Buzz! pubblicato da Sony ben undici anni fa. Perlomeno in Buzz! ogni tanto venivano proposti dei video inerenti alle domande, delle canzoni da indovinare o delle immagini scomposte in mosaici da riconoscere. In Sapere è Potere invece basterà una singola partita per vedere tutto quello che il gioco ha da offrire, diversità delle domande a parte. Ne consiglio quindi l’acquisto solo a chi proprio non può fare a meno di avere un gioco a quiz sulla propria console e, anche in quel caso, non posso non ricordare che, comunque, non mancano alternative altrettanto valide, come Trivial Pursuit Live!, pubblicato nel 2015 da Ubisoft.

Nella prossima pagina analizzeremo gli altri due titoli first party della gamma PlayLink: SingStar Celebration e Hidden Agenda.

trillo81 - Biografia

È passato da Basketball per Atari 2600 al 4K HDR in soli 38 anni. Crede che il gioco più bello sia sempre quello che deve ancora iniziare ed è fermamente convinto che, come tutte le tendenze transitorie del web, le biografie in terza persona siano destinate a sparire. Aiutatelo ad azzeccare questa profezia iniziando col non leggere la sua.

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