Pubblicato il 12/12/16 da Neko Polpo

Little Briar Rose – Avventure del focolare

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Anticipato dalla pubblicazione sui dispositivi iOS e Android, Little Briar Rose è arrivato finalmente anche su PC. Uscita da un contest di game design (e rimasta a lungo in fase di rimaneggiamento), l’avventura confezionata dal duo italiano di Elf Game Works trasporta il giocatore all’interno di un sereno mondo fatato, liberamente ispirato alla fiaba della Bella Addormentata nel Bosco. Sfruttando delle meccaniche molto vicine a quelle delle classiche avventure grafiche, accompagneremo un principe lungo tutto il percorso che lo porterà a riconciliarsi con la propria amata, nel più tradizionale degli happy ending; per far ciò dovremmo farci strada attraverso i grovigli del bosco incantato, esaudendo le richieste delle bizzarre creature che lo popolano.

Nonostante sia impossibile negare la sua appartenenza al genere delle avventure grafiche, Little Briar Rose lascia sensazioni molto diverse da quelle percepibili dopo una sessione con un altro punta & clicca moderno. Sarà per l’area di gioco abbastanza circoscritta, sarà perché gli enigmi (oltre ad essere molto elementari) sfondano spesso e volentieri la “barriera” del minigioco, ma trascorrere il proprio tempo all’interno di questa dimensione fiabesca ricorda più da vicino un Final Fantasy rispetto che un Monkey Island. Il rimbalzare da un NPC all’altro, sbloccando nuovi eventi senza dover necessariamente risolvere degli enigmi, si avvicina l’iter di gioco che ogni buon giocatore di JRPG deve affrontare non appena è chiamato ad esplorare le affollate vie di una nuova città. I reiterati dialoghi con le creature del bosco, che impareremo a conoscere grazie ad una scrittura tanto asciutta quanto efficace ai fini della gioviale caratterizzazione, spostano il punto focale dell’esperienza dalla risoluzione dei puzzle alla semplice immersione nel mondo raccontato dal team di sviluppo. Niente pixel hunting o combinazioni di oggetti: gli enigmi stuzzicano il giocatore senza mai impegnarlo eccessivamente, fluidificando così la progressione di gioco.

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La semplicità è la qualità più controversa di Little Briar Rose. Nonostante si tratti di un titolo a cui si fa davvero fatica trovare dei difetti oggettivi (solo qualche sporadico glitch grafico, ed un bug su un enigma già patchato nel momento in cui sto scrivendo), una diffusa essenzialità concettuale ed una longevità che non arriva alle tre ore potrebbe deludere qualche giocatore arrivato con i polpastrelli sul mouse carico di aspettative sbagliate. Di conseguenza diventa fondamentale ribadire che questa è una produzione estremamente piccola, un progetto che non ha mai avuto ambizioni di rivoluzionare il genere con meccaniche innovative o con una quantità contenutistica fuori scala, ma che si è “limitato” a fare molto bene un qualcosa di contenuto, con la stessa cura e amore di un ottimo artigiano.

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L’umiltà di intenti che pervade il titolo nasconde comunque qua e là degli sprazzi di genio. Il più evidente, tanto da diventare vero e proprio selling point, è un aspetto grafico davvero peculiare che, distaccandosi dall’abusatissima pixel art, plasma un mondo che sembra costituito esclusivamente di vetrate. Piegandosi solo per delle ragioni tecniche, che mixano per necessità prettamente dinamiche l’effetto stained glass a delle animazioni da cartone animato, ogni elemento a schermo, indifferentemente che si tratti di un personaggio o di un elemento di sfondo, presenta delle venature scure che isolano pigmenti di colore diversi per simulare appunto l’aspetto delle vetrate gotiche, creando così uno spassoso contrasto tra un’estetica quasi solenne con un’atmosfera decisamente rilassata e scherzosa. Un altro aspetto singolare è come vengono gestiti gli errori nella risoluzione degli enigmi: ogni qual volta ci lanceremo in soluzioni in po’ troppo avventate, non comprendendo la reale soluzione, il nostro principe si perderà nei rovi maledetti e sarà prontamente sostituito da un nuovo spasimante che riprenderà l’avventura esattamente dove era stata lasciata dal suo predecessore. Quasi intangibile ai fini di gameplay, questa meccanica dona un’ulteriore nota di colore, grazie a dei principi che portano nelle loro vesti le diverse tradizioni favolistiche mondiali (giusto per fare un esempio, la cappa del secondo principe è un chiaro riferimento al Filippo della Bella Addormentata targata Disney).

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Rifacendosi alla tradizione delle fiabe europee, Little Briar Rose cattura e intrattiene grazie alla sua capacità di creare un mondo fantastico utilizzando schemi narrativi elementari. Un titolo che mi azzarderei a consigliare a chiunque, a patto di sentirsi a proprio agio con dei contenuti da piccola produzione. Il miglior simulatore di nonna in circolazione.

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  • Stile unico
  • Sceneggiatura garbata
  • Accessibile

 

  • Piccoli bug grafici

 

NekoPolpo - Biografia

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