Pubblicato il 17/08/17 da Cathoderay

Hellblade: Senua’s Sacrifice – Dolore e psiche.

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Hellblade è il nuovo gioco di Ninja Theory, che, ninja di nome e di fatto, ha rilasciato pochissime informazioni fino alla data di uscita, e per questo molta gente se l’era perso per strada, tra il marasma di uscite e titoloni. Io, che però ho amato i giochi dei ragazzi di Cambridge, ho tenuto costantemente le orecchie tese, cercando di capire cosa aspettarmi all’uscita, e rimanendone piuttosto spiazzato.

Dai pochi frammenti che avevo messo assieme mi aspettavo un titolo action, tipico di Ninja Theory, veloce e coreografico. Invece, mi sono trovato davanti a un viaggio… Un viaggio in ogni tipo di direzione, da quello intrapreso dalla protagonista Senua sulle rive di un fiume, a quello psichico, negli anfratti del cervello umano, nei recessi di una malattia davvero crudele.
La psicosi è una malattia che colpisce la percezione della realtà, mettendo chi ne soffre in una situazione in cui è impossibile riconoscere quello che succede nella propria mente dalla realtà oggettiva, poichè tutto è fin troppo vivido e reale nella mente di chi ne soffre, e Senua non ne è purtroppo esente.

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Senua, in un raro momento di tranquillità.
Come dicevo poco fa, quello che vi troverete davanti è un viaggio in cui le componenti di combattimento sono molto ridotte rispetto a quello che ci saremmo potuti aspettare, anche se, sia ben chiaro, sempre all’altezza della fama dell’azienda inglese. Gli orribili mostri creati dalla mente corrotta di Senua non sono infatti così tanti, e per avere la meglio su di loro vi basterà imparare i rudimenti base del sistema di combattimento. Ma forse è proprio questo che i ragazzi di Ninja Theory volevano sottolineare con il loro ultimo lavoro, ovvero che non è altro che un mezzo per raccontare una storia, la storia di una donna affetta da una grave malattia. Per lo studio di questa psicosi, lo studio si è affidato per mesi alle competenze di alcuni esperti, entrando nello specifico e capendone le sfumature, così da dare al giocatore la migliore esperienza possibile da questo punto di vista.
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Uno dei combattimenti che affronterete.
Come per voler rimarcare che questo nuovo titolo è un esperienza, e non un semplice action, anche  i puzzle ambientali presentati sono ripetitivi e fini a se stessi: non c’è l’intenzione di creare un vero e proprio ostacolo, ma solo di “spezzare” l’itinerario del giocatore con delle azioni da fare, quasi a voler dire “non è un walking simulator, dai!”. Anche questo, assieme all’aspetto esposto poco sopra, basterebbe a inchiodare Hellblade in un limbo di gioco mediocre e poco divertente, e se vogliamo analizzarlo dal punto di vista del mero gameplay… Beh, sì, è questa la categoria che si meriterebbe. Ma c’è una nota, una particolarità che fa capire che la direzione intrapresa è diversa, ed è sopratutto quella della percezione del dolore che Senua subisce nel suo personale viaggio all’inferno, di cui è complice un passato di disperazione: l’abbandono dei genitori perché malata, la morte dell’amato e, non ultime, le visioni terribili. Tutto nel gioco è realizzato per trascinarvi nell’incubo della protagonista, facendo passare totalmente in secondo piano le meccaniche tipiche dei prodotti precedenti di Ninja Theory, che qui ha deciso di fare quello che voleva, senza legarsi a nessuno, producendo da sè il titolo.
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Il comparto video è pazzesco!
A questo punto vi starete chiedendo: quali sono i punti di forza di Hellblade? Uno su tutti: l’impatto visivo, bellissimo da vedere ed estremamente affascinante, sia dal punto di vista dell’ambientazione che da quello delle espressioni facciali. Il dolore è palpabile, e l’angoscia che trasuda questo viaggio (continuo a ripeterlo perché è il modo migliore di farvi identificare l’esperienza di gioco) è senza fine, almeno finché Senua non riuscirà a completare la sua missione.

Il Comparto audio che anima il gioco è esattamente come quello video, imponente e recitato in maniera eccezionale, è stato studiato sopratutto per essere giocato con un paio di cuffie di alto livello o con un sistema stereo posizionale, e anche solo la prima volta che sentirete le varie voci nella testa della guerriera provenire da varie direzioni capirete il livello di dettaglio a cui si sono dedicati per la realizzazione di questo piccolo gioiello, dove ogni suono, ogni urlo e ogni dialogo sono preparati in maniera cosi magistrale da rendere anche solo un combattimento mediocre un’esperienza pazzesca, di quelle che vi legano empaticamente alla protagonista. E non è cosa da poco, oggigiorno.

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Quante voci potrete ascoltare?

In conclusione, Hellblade è un ottimo esperimento, che raggiunge pienamente quello che si era prefissato: raccontare quanto siano angoscianti e distruttivi i momenti di psicopatia vissuti dalla protagonista, regalando emozioni e cutscene talmente empatiche da non permettere al giocatore di staccarsi fino alla fine. Un gioco diverso, che non può piacere a tutti, ma che sicuramente porta una ventata di freschezza in questo torrido agosto estivo.

”Senua”

”Doppiaggio”

”Paesaggi”

  • Intenso
  • Comparto tecnico pazzesco
  • Empatia e tensione

 

  • Non per tutti
  • puzzle ripetitivi

 

 

 

 

Cathoderay - Biografia

Pare che io sia l'entropia videoludica.

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