Pubblicato il 24/05/18 da Neko Polpo

Dragon’s Crown Pro

Una corona per domarli
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Quando si tratta di Vanillaware non sono necessari preamboli celebrativi di sorta: la software house giapponese capitanata dal buon George Kamitani ha saputo far parlare di sé grazie alle sue produzioni, capaci di eccellere non solo sotto il profilo puramente artistico, ma in grado di appassionare il giocatore grazie a una componente narrativa ben sviluppata e un gameplay appagante, un po’ come succede in titoli del calibro di Odin Sphere: Leifthrasir o Muramasa: Rebirth.

Qui è dove tutto ha inizio.

Dragon’s Crown Pro non fa eccezione e, pur non raccontando una storia epocale, si presenta come una solida remaster di un altrettanto solido picchiaduro a scorrimento, contornato da elementi rpg, restando di fatto invariato nella formula rispetto a quanto visto su console old gen e non è detto che ciò sia da reputarsi totalmente positivo.
L’avventura comincia davanti alla schermata di selezione della classe: si hanno a disposizione i soliti Guerriero, Nano e Amazzone, dedicati a chi si approccia per la prima volta all’esperienza, mentre i giocatori più navigati possono destreggiarsi con Elfa, Strega e Mago.
Una volta determinata la classe e personalizzato il proprio personaggio attraverso le poche opzioni disponibili (nome, colori e voce a scelta tra il doppiaggio inglese e giapponese), si è pronti per partire all’avventura.

Completando le missioni secondarie verremo ricompensati con dei magnifici artwork.

Nell’hub principale è possibile sfruttare le varie strutture presenti per prepararsi al meglio: partendo dalla taverna, necessaria a salvare la partita e ad assegnare alleati controllati dalla cpu (questi ultimi ottenibili tramite ritrovamento e resurrezione dei resti tramite il Tempio di Canaan), dai vari negozi per l’equipaggiamento e dall’immancabile Gilda presso cui accettare missioni e spendere i propri punti abilità duramente guadagnati.
Selezionata una quest, è prassi recarsi al portale che consente di spostarsi nel mondo di gioco e da lì scegliere una destinaizone: finalmente è tempo di menar le mani e – come molti sapranno già – su questo piano Dragon’s Crown Pro non delude, grazie a una buona varietà di situazioni e all’utilizzo differente di ogni classe.
Lo schema di controlli è abbastanza semplice e vede l’azione concentrarsi sui tasti frontali del pad, impiegati nelle canoniche funzioni di attacco, salto e uso delle abilità; discorso differente per quel che concerne gli analogici, in quanto al sinistro è affidato il movimento del nostro personaggio, mentre il destro viene impiegato da un cursore necessario a interagire con gli ambienti e, più comunemente, richiamare Rannie, il nostro ladruncolo tuttofare ed esperto scassinatore, necessario per l’ottenimento di tesori e l’accesso a determinate aree.

Nonostante il cambio generazionale la cpu è ancora abbastanza stupida, continuando ad assumere atteggiamenti suicidi in più di un’occasione.

Il gameplay si presenta quindi molto immediato e dopo poche ore si riesce a utilizzare al meglio la classe selezionata, andando a sprofondare in quella vena RPG che regala profondità all’esperienza: ogni personaggio è differente dall’altro e presenta particolari sinergie con determinati oggetti, i quali gli consentono di adempiere al suo ruolo in modo da collaborare appieno col party.
È possibile infatti finire il gioco in singleplayer, avvalendosi di alleati computerizzati, ma Dragon’s Crown Pro regala il meglio di sé quando affrontato in cooperativa con altri giocatori in carne e ossa, sia in locale che online (va detto che prima di accedere al multigiocatore in rete bisogna arrivare a un certo punto della storia, e che è possibile giocare anche con chi possiede le versioni PS3 e PS Vita), cercando di organizzarsi e combinare le proprie forze.
Durante le mie sessioni il netcode si è rivelato piuttosto solido e l’hardware di PS4 – in versione Standard – mi ha permesso di dire addio ai fastidiosi cali di framerate presenti nell’edizione PS3.

Qualche domanda ce l’avrei anch’io…

Tirando le somme, Dragon’s Crown Pro è da reputarsi l’ennesima gemma nel repertorio firmato Vanillaware: ottimo tanto sotto il profilo tecnico – gli screenshot parlano da sé – quanto sotto quello ludico, fa parte di un genere piuttosto bistrattato nel panorama odierno e a cui mi sento di perdonare una ripetitività di fondo che in titoli di questo tipo è inevitabile.
A parte alcune migliorie nella gestione dei menu e una colonna sonora orchestrale però, questa remaster non presenta novità sostanziali da giustificarne l’acquisto per coloro che hanno già potuto godere della prima versione, il che lo rende un prodotto destinato a un nuovo bacino d’utenza.
Per il resto, è il solito, ottimo Dragon’s Crown.

  • La versione migliore di Dragon's Crown
  • Possibilità di cross-play con PS3 e PS Vita
  • Colonna sonora orchestrale

 

  • Nessuna novità di rilievo

L'elfa ranger

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