Pubblicato il 12/04/16 da Cathoderay

Dark Souls III – Prepare to live!

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Vorrei iniziare questa recensione dicendo che sono profondamente legato alla saga di Dark Souls. Una delle mie migliori amicizie è basata sul primo capitolo di questa trilogia e la cosa non può fare altro che farmi sorridere ogni volta che ci penso. Detto questo, Dark Souls III è bello? Sì, è una figata pazzesca, compratelo ora.

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Lodo il sole e corro a comprare Dark Souls III!

Messa in chiaro questa importantissima cosa inizio a raccontarvi di questa nuova avventura targata From Software e del perché sono così soddisfatto della mia esperienza. La sensazione che ho provato, dopo la scelta della mia classe (un basilare cavaliere, che è perfetto per iniziare) e l’essere stato piacevolmente colpito dall’editor del personaggio (che finalmente è migliorato e vi permette di creare dei visi che non ricordino un australopiteco corazzato), mi ha spiazzato non poco, investendomi come un treno carico di ricordi di Dark Souls e Demon’s Souls e allo stesso tempo riuscendo a lasciarmi disorientato da quello che mi circondava… Era da tanto tempo che un gioco non aveva un impatto del genere su di me, e devo dire che ne sono estremamente felice.

Affrontato quello che è praticamente un tutorial travestito da zona iniziale e abbattuto il primo boss, il gioco inizierà a dimostrare la sua vera natura accompagnandovi all’altare del vincolo, un Hub o “nexus” se avete giocato a Demon’s Souls, da cui vi sposterete nelle varie zone del nuovo mondo che andrete ad esplorare.
Al suo interno troverete oltre che la guardiana, figura malinconica e tormentata che vi permetterà di salire di livello con le anime da voi raccolte, anche un fabbro (vecchia conoscenza del primo capitolo) e una venditrice, dalla quale potete procurarvi i primi oggetti o incantesimi del gioco. Se poi questo posto si riempia di nuovi personaggi col passare del tempo io non voglio dirvelo, evitando accuratamente spoiler particolari nella mia recensione.

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Come potete vedere si fanno un sacco di incontri carini…

Il mana, fonte di magia e salvezza, ritorna in questo capitolo sotto forma di barra, abbandonando le cariche usate nei titoli precedenti ma non il consumo della stamina, unica vera amica del giocatore in tutti i capitoli del gioco.
Vi chiederete perché parlo del mana così dal nulla. Beh, fondamentalmente, attorno a questa piccola modifica di utilizzo della magia ruota attorno tutta una serie di innovazioni introdotte nel gioco. Partiamo dalle armi utilizzate: ogni arma che troverete possiede una mossa speciale e una posa particolare di attacco. Se le seconde si limitano a consumare molta stamina in combattimento risultando letali per tantissimi nemici, le prime, oltre a fare un male del diavolo, tendono a mangiarsi il mana.
Quindi vi introduco subito il secondo cambiamento, le fiaschette di estus. Ora ce ne sono due, le normali e le cineree: le seconde ricaricano il mana e quindi portano la costruzione del vostro personaggio (e relativa scelta del quantitativo di fiaschette da portarsi dietro) di importanza strategica e vitale, perché se è vero che potete scegliere la quantità di ogni tipo da portarvi dietro presso il fabbro, dall’altra parte il conto massimo rimarrà invariato. Questo si traduce in una scelta ancora più accurata nella spesa dei vostri punti per aumentare le caratteristiche del personaggio, rendendo sicuramente Dark Souls III il più profondo dal punto di vista dello sviluppo del vostro alter ego, cosa non da poco.

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Il primo boss che incontrerete.

Continuando a parlare del punto di vista magico del gioco, ho notato che personaggi basati completamente e unicamente sulla magia sono più svantaggiati che nei capitoli precedenti, quindi spesso sopratutto in presenza di boss che continuano inesorabilmente ad asfaltarvi come schiacciassassi vi ritroverete a dover cambiare il vostro approccio. Mi è capitato spesso con un secondo personaggio più votato al mana di passare dal santuario per cambiare armamento e di usare solo fiaschette estus per la vita, di modo da poter contare su un approccio totalmente fisico rispetto alla via del mana.

Dal punto di vista dell’esplorazione il nuovo arrivato è una gioia per gli occhi. Oltre a regalare bellissimi paesaggi e zone da togliere letteralmente il fiato, ci sono innumerevoli segreti da svelare, che non si limitano a sbloccare l’ennesima shortcut o l’oggetto nascosto del momento, ma che contengono anche i patti che potrete scegliere di accettare all’interno del gioco. Alcuni sono naturalmente più votati al PVP altri alla cooperazione, ma tutti possono essere scelti a piacimento dal proprio inventario una volta che vengono sbloccati proprio come fossero un oggetto di gioco.
Sommando questa novità al già collaudato teletrasporto da un falò all’altro, capirete subito che l’esperienza di gioco è stata semplificata per essere molto più accessibile e per dare la possibilità al giocatore di concentrarsi sull’esplorare in lungo e in largo le lande di Lothric, trovando sempre un oggetto o un nemico nuovo che ci aspetta, quasi a voler dimostrare che il lavoro dei capitoli precedenti fosse solo un apripista per la magnificenza del level design, monumentale e perfettamente realizzato e senza ombra di dubbio il migliore realizzato dal team di From Software.

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Questo è uno dei momenti più belli dell’inizio del gioco, non scorderete mai quella torre.

I boss, croce e delizia di ogni giocatore, sono meravigliosi, pazzeschi, terrificanti e forse i migliori mai visti fino ad ora. Vi costringono a cambiare di continuo approccio e armamentario, a sfruttare magie ed equipaggiamenti magici e a impegnare ogni singola goccia della vostra abilità per abbatterli.
Non sono riuscito a fare nessun combattimento in co-op dato che i server saranno online solo da oggi, ma vi assicuro che per quanto riguarda l’avventura in solitario, beh, ne avrete davvero per tutti i gusti. Un paio di boss sono anche ben nascosti e opzionali, ma perderli sarebbe davvero un peccato, perciò continuate a esplorare senza paura, cosa che potrete fare anche dopo l’ultimo combattimento, dato che il gioco vi permette di rimanere nella partita corrente senza obbligarvi al new game plus e di conseguenza permettendovi di non lasciare nulla alle vostre spalle.

CI sono più finali, ve lo dico così senza troppi giri di parole per indorare un poco la pillola di uno dei pochi difetti che ho trovato in questo gioco, ovvero la longevità. Dark Souls III è più corto del suo predecessore, e molto più simile a Bloodborne in questo, ma senza i dungeon dei calici ad allungare la zuppa. Sì, forse si poteva fare qualcosina di più da questo punto di vista, ma una media di 50 ore per farsi un bellissimo giro di giostra senza ovviamente trovare tutto mi sembra un compromesso più che accettabile, anche se quando siete totalmente persi in queste situazioni l’unica cosa che vorreste è che il tutto non finisse mai.
Per chi sperava a un ritorno alle origini sulle aree visitabili vi smonto tutto, sono separate e ben delineate e non perfettamente interconnesse come il primo Dark Souls, ma penso che sarebbe stata davvero impossibile una realizzazione del genere, che forse avrebbe fatto a pugni con tutta l’idea dei teletrasporti e del santuario dove effettuare i vostri level up.

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Buongiorno, il Re Baffo è in casa?

Parliamo un secondo delle musiche: dal tema principale nella schermata di inizio alle bossfight, la colonna sonora vi rimarrà attaccata addosso come un amante, senza lasciarvi prendere fiato per tutta la notte. Realizzata magistralmente e con tanto “cuore”, non c’è una sola musica che stona durante tutta la vostra avventura, e alcune in determinati momenti vi strapperanno una fugace lacrima, ve lo posso assicurare.
Un’altra lacrima potrebbe strapparvela il framerate ballerino che affligge il gioco. La versione PlayStation 4 che ho provato per la recensione è sicuramente messa peggio di quella PC, anche se solo le macchine di livello altissimo sembrano attualmente al sicuro da ogni male di questo tipo. La patch rilasciata oggi da From Software però migliora già notevolmente il tutto e, se anche in certi momenti la cosa rimane un po’ fastidiosa, spesso tutto il resto vi farà volentieri chiudere un occhio su questo problema.

Non ho trovato che questi due difetti in un gioco monumentale come è Dark Souls III, capace di insinuarsi nel cuore di qualsiasi giocatore e di rimanerci ben ancorato per moltissimo tempo. Forse solo un nuovo capitolo della saga potrebbe affievolire l’amore che si prova per questa avventura, e da qui il titolo della recensione, perché più che focalizzarsi sulle morti a cui andrete incontro durante il gioco la vostra esperienza sarà piena di vita e di voglia di avanzare, di assaporare ogni feel, per chi gli altri capitoli se li è giocati tutti e per ogni emozione che proverete anche se siete un giocatore novizio.
Per questo vi esorto a vivere questa nuova meravigliosa avventura che solo un videogioco può regalarvi, senza remore e senza pregiudizi, ne sarete totalmente rapiti.

Potete bruciare le vostre anime per avere una copia di Dark Souls III qui.

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  • Bellissimo
  • Sistema di combattimenti appagante
  • Bossfight meravigliose
  • Qualche lacrimuccia ci scappa

 

  • Più corto di Dark Souls II
  • Framerate ancora da aggiustare


 

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Cathoderay - Biografia

Pare che io sia l'entropia videoludica.

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