Pubblicato il 07/11/15 da Jacopo Ambaglio

Overwatch – Blizzard fortress

Blizzard si lancia nel mondo dell’FPS competitivo. Ai tempi accolsi l’annuncio con sorpresa e sospetto: è uno dei miei generi preferiti ma non sono stato un fan delle ultime proposte della casa, non andando matto per gli RTS (StarCraft) ed i card game (Hearthstone). Aggiungiamo a tutto questo la paura di trovarmi davanti ad una “bambinata” o comunque a qualcosa di abbastanza edulcorato in stile Splatoon.

Menu con Reaper, personaggio mascherato che incrocia le pistole davanti al petto.
Reaper, a livello di design uno dei personaggi più riusciti.

Ora cancellate pure la prefazione, perché mi sono ricreduto in 5 minuti netti. L’amaro retrogusto di “copia di Team Fortress” se ne va già dalle prime battute, sbattendomi in faccia un gameplay frenetico ed accattivamente COMPLETAMENTE basato sul gioco di squadra. Le partite si svolgono 6 contro 6 in mappe dall’atmosfera cupa e ricchissime di dettagli, e sono proprio i dettagli, uniti all’inconfondibile stile grafico della software house e all’assurda caratterizzazione di ogni personaggio, a rendere Overwatch un titolo dal potenziale infinito.

Schermata di selezione dei personaggi, che sono qui 18.
Sono 18, lascio?

Come anticipato qualche riga fa, il team play è d’obbligo: scordatevi i deathmatch, qui si vince conquistando obiettivi o scortando un carro che si muoverà verso il vostro checkpoint quando gli sarete vicini, una squadra attacca e l’altra difende. Questo significa anche che farsi una partita da soli insieme a 5 persone beccate a caso online non è sempre soddisfacente, ma la presenza di una chat vocale implementata potrebbe aiutare a far godere il gioco anche ai “forever alone”.
Cos’è che rende davvero speciale Overwatch? Indubbiamente, l’approccio tattico alle partite. Quando non si è distratti dalla caratterizzazione grafica dei vari personaggi (basti pensare, per dirne una, che Reaper invece di ricaricare i fucili li butta via e ne tira fuori altri) bisogna calcolare come gestire ogni variegatissima mappa. L’ambientazione è parecchio tridimensionale e ci sono buone posizioni per appostarsi che difficilmente si potrebbero raggiungere in modo rapido. Qui entra in gioco l’altro tipo di caratterizzazione: quella tecnica. Ogni personaggio ha il suo parco abilità e alcuni ne hanno una di spostamento rapido, come l’arrampicata sui muri di Hanzo o il rampino di Widowmaker, ottimi per raggiungere in fretta luoghi adatti al cecchinaggio. Sì, Hanzo è un arciere mentre Widowmaker è una cecchina, cari i miei camperoni.

Una donna bianca angelica con grandi ali luminose e meccaniche.
“Un po’ di figa qua?” cit. sempre apprezzabile.

Overwatch è insomma un titolo dalle tante belle premesse ma, ovviamente, con qualcosa ancora da sistemare a livello di gameplay e bilanciamento classi. Ottimo il fatto che si possa cambiare classe ad ogni respawn senza alcuna limitazione (fatta eccezione per la perdita della carica accumulata per la Ultimate), pessimo però il fatto che in una squadra possano esserci più copie dello stesso eroe, anche qui senza alcuna limitazione. In un titolo con 18 personaggi si potrebbe tranquillamente evitare. Per quanto riguarda i singoli l’unica a farmi storcere il naso è Widowmaker, a mio avviso davvero troppo sgrava, e ritrovarsela nel video della “best action of the game” che Overwatch propone alla fine di ogni round è un caso tutt’altro che raro. Di solito è uno che la sta usando che oneshotta 3 personaggi di fila. Siamo ancora in closed beta comunque e Blizzard ha messo a disposizione un topic per raccogliere feedback, non si può far altro che migliorare! Si spera. Potete trovare qui tutte le informazioni che vi servono sulle piattaforme di uscita e sulla data di pubblicazione.

Ipah - Biografia

Aspetta, faccio la presentazione standard da recensore navigato. Cresciuto coi videogiochi che quando ho cominciato io proprio levati, si giocava a Pong coi sassi. L'abilità videoludica di Faker unita al senso critico di Matt Preston.