Pubblicato il 08/11/16 da Jacopo Ambaglio

Dragon Ball Xenoverse 2 – Time after time

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Ehi amici! Ve lo ricordate Dragon Ball?

...?
…?

Ahahah, ma no, giovincelli ingenui fruitori di VVVVID, non Jojo, Dragon Ball.
“…”
Ah… Dragon Ball? Ok, andiamo avanti.

Poco più di un anno fa scrissi questa recensione, che andò a chiudersi con questa frase: “In conclusione, Dragon Ball Xenoverse ne ha di strada da fare per diventare un ottimo picchiaduro, ma le idee sono parecchie e un tentativo di tirare fuori qualcosa di nuovo fa piacere, convincendomi del fatto che, andando avanti in questa direzione, un eventuale Xenoverse 2 potrebbe essere un signor gioco con davvero tutte le carte in regola.”
Ora questo nuovo capitolo ce lo abbiamo finalmente sotto mano. Avrà convinto le mie aspettative? Ha tutte le carte in regola per essere un signor gioco? Si è andati, o si sta andando, nella direzione giusta? Perché su Overwatch non nerfano Mei? Sarà stato un riferimento/sfogo random o uno squallido espediente per linkare un’altra recensione?

Alcune di queste domande non avranno mai una risposta, ma possiamo provare a rispondere almeno alle prime.

Sempre tamarro. <3
Sempre tamarro. <3

La trama si pone come un seguito diretto del primo capitolo anche se, purtroppo, non potremo usare il nostro vecchio personaggio, ma potremo comunque caricarlo dal file di salvataggio e troneggerà nella piazza principale di Conton City, riconosciuto come eroe salvatore della patria.
Salvatore fino a un certo punto, ovvio, perchè il lavoro dei pattugliatori temporali non è certo finito e le faglie che intaccano il normale corso della storia continuano ad aprirsi e modificare gli eventi, e già che non c’è il Doctor Who in giro tocca a noi metterle a posto.
Eccoci quindi nei panni di una recluta delle pattuglie temporali, pronti a seguire le orme del nostro predecessore e rimettere in ordine ciò che Mira e Towa vogliono stravolgere, reclutando questa volta i vari cattivoni trascinati direttamente dagli OAV della saga.
Ancora una volta ripercorreremo quindi, con qualche variazione rispetto al primo Xenoverse, i momenti più memorabili della saga.
C’è del ritrito, è vero, ma d’altra parte continua a sembrarmi il miglior espediente per rivivere da protagonista una saga che ha fatto crescere noi trentenni vecchi e nostalgici, anche se, tocca precisarlo, una svolta alla linearità del tutto la si sarebbe potuta dare, invece ci limiteremo a ributtare il treno sui binari giusti senza bivi o avventure alternative.
Le ottime cutscenes, le comparsate del nostro vecchio eroe (che non ho perchè il primo capitolo l’ho su Steam, questo su PlayStation 4, mannaggia) e una trama coinvolgente, scritta in collaborazione con lo stesso Toriyama, renderanno comunque stragodibili le nostre peripezie in giro per il tempo.

wryyyyyy
Wryyyyyy

Lasciamoci però alle spalle la lore e andiamo alla ciccia.
Creiamo il nostro nuovo eroe scegliendo, anche qui, una delle 5 razze disponibili tra umani, saiyan, majin, clan di Frieza e Namecciani, personalizzabili tramite il solito editor con qualche aggiunta rispetto a quello del primo capitolo: nulla di trascendentale, ma vedremo a breve che le opzioni di personalizzazione post editor sono state notevolmente migliorate e ampliate.
La vastità di scelta degli abbigliamenti è diventata davvero enorme e incontrando i vari giocatori per la città, in caso stiate giocando online, sarà molto difficile trovare qualcuno uguale a voi. Questo vale anche per le tecniche speciali e le tecniche supreme che hanno raggiunto numeri da capogiro, ma qui parte il primo dubbio.
Ci sarete già arrivati da soli che bilanciare perfettamente un numero incredibile di mosse speciali non è possibile, giusto? Entra quindi in scena il vostro stile di gioco: è ovvio che, almeno in relazione alle mosse, dovrete abbandonare l’idea di avere un personaggio strafigo con mosse strafighe per andare a selezionare quelle che sono OBIETTIVAMENTE più forti di altre. Io però sono un ignorante assoluto e il mio personaggio deve lanciare mosse in modo tamarro ridendo come un matto… Ho preso una vargata di schiaffi mica da ridere nel poco PvP che ho provato a fare, ma volete mettere chi ne è uscito moralmente vincitore?

Dragon Ball però, si sa, non è solo *pew pew*, ma anche botte e schiaffi, e anche qui volano che è un piacere.
Non siamo davanti al più tecnico dei picchiaduro, capiamoci subito prima di andare avanti. Non lo sto paragonando a un King of Fighters, a uno Street Fighter o a un Guilty Gear, ma devo ammettere che unendo la buona gestione delle barre aura e vigore, i bonus statistiche dati dai vari indumenti e, finalmente, un level cap che obbliga a una scelta più oculata nella distribuzione delle statistiche, il titolo rivela una profondità competitiva interessante sia dalla parte tecnica che da quella di costruzione del proprio campione.
Certo, non credo lo vedremo mai nei più grandi circuiti videoludici del mondo, ma ha delle buone potenzialità per far divertire a lungo i fanatici del PvP, senza dubbio.

Gli amanti del PvE comunque non avranno problemi a trovare ciò che meritano.
La linea ascendente di difficoltà è buona e nelle fasi avanzate di gioco ci darà problemi, ma non tanto da dover farmare all’infinito le missioni precedenti per riuscire a superarle (personalmente gli ultimi boss del primo Xenoverse mi hanno letteralmente fatto impazzire).
Oltre al puro gameplay però, sempre per gli amanti delle fasi PvE/GdR del titolo, non possiamo approfondire brevemente le varie attività che ci offre il nuovo, allegro paese natio.
Oltre alla grande città esplorabile liberamente a piedi, in volo o tramite una sorta di mini navicella/skateboard levitante (della quale ammetto di essermi dimenticato il nome, pur essendo una figata che ti fa sprizzare “WRYYYY” da tutti i pori), avremo anche a disposizione delle aree particolari esterne alla normale mappa (il palazzo di Dio, la Capsule Corporation, la casa di Majin Boo, la navicella di Frieza e la residenza di Mister Satan) nelle quali potremo svolgere svariate missioni secondarie donateci dai personaggi che vivono lì con la possibilità di svolgerne alcune bonus a seconda della razza scelta (la relazione tra la razza e la rispettiva area non credo di dovervela spiegare io, dai).

Oh, la mossa di Nappa rimane sempre una tamarrata bellissima.
Oh, la mossa di Nappa rimane sempre una tamarrata bellissima.

Uoh, mi sono dilungato parecchio. Devo dire che non è nel mio stile, ma c’era e ci sarebbe ancora tanto da dire su questo titolo che mi ha riservato non poche sorprese.
Il team Dimps sta lavorando veramente bene e il titolo ha davvero pochi difetti degni di nota, ma non ne è di certo privo.
Innanzitutto i caricamenti sono tanti e luuuunghi, non ho avuto modo di provare la versione PC, ma su PlayStation 4 necessita assolutamente di una patchata perchè – sul serio, ragazzi – alcuni caricamenti sono davvero improponibili.
Nelle missioni secondarie online il completamento della stessa viene assegnato SOLO a chi la sta “hostando”, scelta che davvero non riesco a capire nemmeno sforzandomi. Anche in questo secondo capitolo, inoltre, manca il maledetto “Versus” nel menù iniziale di gioco costringendoci a dover entrare in città a cercare il relativo banchetto per sfidare localmente un nostro amico sulla stessa console, altra scelta che trovo senza senso soprattutto viste le numerossime lamentele degli utenti a proposito di questo dopo il primo capitolo.

Nel complesso però i miglioramenti sono tanti e la risposta alla domanda inziale è assolutamente SÌ: stiamo andando nella direzione giusta e stavolta un fan della serie non deve assolutamente farselo scappare. Se siete invece più fanatici dei sofismi tecnici vi indirizzerei verso qualche classico picchiapicchia 2D che sicuramente già conoscerete e che io non posso nominare altrimenti passerei per un ingranaggio colpevole.

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  • Tecnico quanto basta
  • Longevo e pieno di cose da fare
  • La nuova città è una bomba

 

  • Manca ancora il versus nel menù
  • Offline diverte decisamente meno
  • Caricamenti allucinanti

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Ipah - Biografia

Aspetta, faccio la presentazione standard da recensore navigato. Cresciuto coi videogiochi che quando ho cominciato io proprio levati, si giocava a Pong coi sassi. L'abilità videoludica di Faker unita al senso critico di Matt Preston.

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